Wembley, fischi dagli spalti per Korbin Albert e le sue posizioni omofobe

L’attaccante statunitense è stata pesantemente fischiata dalle tribune a causa di alcune dichiarazioni offensive

di MARCO PILI
5 dicembre 2024
Korbin Albert alle Olimpiadi di Parigi 2024 (IG: @korbin.rose_)

Korbin Albert alle Olimpiadi di Parigi 2024 (IG: @korbin.rose_)

La chiamata dell’allenatrice, il riscaldamento. Poi la sostituzione, i fischi e le proteste. Non è stato certo un ingresso in campo semplice quello di Korbin Albert, calciatrice della nazionale a stelle e strisce subentrata ad Alyssa Thompson durante il 73’ minuto a Wembley, nel corso di un’amichevole tra la nazionale femminile inglese e quella statunitense. Una sostituzione alla quale i tifosi e le tifose presenti a Wembley si erano già preparati, riservando alla sportiva un’accoglienza alquanto particolare.

La cronaca, ad oggi, viaggia a velocità impensabili, superando ostacoli un tempo insormontabili come, ad esempio, l’Oceano atlantico. Le notizie riguardanti il controverso rapporto tra Albert e la comunità Lgbt, evidenti al punto da costituire un vero e proprio scandalo negli States, sono così giunte con facilità poco oltre la Manica, allarmando tifosi e tifose inglesi. E, al momento dell’ingresso in campo, quella che è stata riservata alla calciatrice è stata una vera e propria pioggia di fischi.

I precedenti: like e TikTok offensivi

Entrando nel merito della contestazione, è senz’altro rilevante ricostruire il perché la reazione giunta dagli spalti sia stata tanto dura quanto accolta con particolare indifferenza dalla punta attualmente in forze al Paris Saint-Germain. Nata in Illinois da una famiglia profondamente religiosa, Albert conserva ancora oggi una forte spiritualità, tanto da dedicarle la prima riga della biografia presente sul suo profilo Instagram professionale, che recita “Jesus is (the king, ndr.)”. Una spiritualità dalla quale, presumibilmente, è derivato un forte conservatorismo sui diritti civili, talvolta scaturito in repost o apprezzamenti di contenuti discriminatori e omotransfobici.

Come riportato da Gay.it, infatti, lo scorso marzo la calciatrice ha condiviso un video nel quale veniva affermato, in una specie di omelia anti-Lgbt, quanto essere gay o “sentirsi transgender” fosse moralmente sbagliato. In seguito, la “numero 24” ha rilanciato le sue idee con un like ad un post nel quale veniva sostenuto che l’infortunio di Megan Rapinoe, star del calcio femminile e attivista Lgbt, fosse dovuto a una punizione divina: “Dio si prende una pausa dai miracoli per assicurarsi che Megan Rapinoe si sloghi la caviglia nella sua ultima partita”.

Ai contenuti, poi rimossi, sono seguite le scuse della calciatrice in una storia Instagram, nella quale si è professata “sinceramente dispiaciuta”. Un tentativo di riabilitazione del proprio personaggio che, da aprile ad oggi, sembra non aver suscitato l’esito sperato se osservato dal punto di vista degli spettatori e delle spettatrici che hanno assistito alle partite della nazionale dalle tribune.