E così dopo tutti i passi in avanti fatti dagli sport verso una maggiore inclusività, c'è chi in questo mondo di passi ne ha fatto uno indietro. Stiamo parlando del golf femminile che, nelle scorse ore, ha messo al bando le giocatrici transgender. Dal prossimo anno infatti, al LPGA Tour, il principale circuito professionistico di golf femminile negli Stati Uniti d'America, vedremo sfidarsi soltanto atlete nate donne o atlete che hanno iniziato la transizione di genere molto presto, ossia prima della pubertà.
La vicenda di Hailey Davidson
Ma cosa ha fatto cambiare idea agli organizzatori statunitensi? La vicenda è ruotata tutta intorno a Hailey Davidson, giocatrice transgender. Quest'anno ha mancato per un soffio la qualificazione all'US Women's Open. Questo però non ha fermato le polemiche delle sue colleghe, convinte che in un’eventuale scontro lei verrebbe favorita dal suo genere di nascita.
Le lettera indirizzata a LPGA
Ad agosto 275 professioniste hanno firmato una lettera indirizzata a LPGA, USGA e Federgolf Internazionale, chiedendo di modificare le politiche che hanno permesso alle donne transgender di competere nelle gare femminili. Nel loro appello si legge che LPGA avrebbe “continuato a promuovere una politica che consente agli atleti maschi di qualificarsi, competere e vincere nel golf femminile. Lo ha fatto anche se diversi organismi di governo dello sport e giurisprudenze internazionali respingano sempre di più queste politiche ingiuste e inique che danneggiano le atlete”.
“Abbiamo aggiornato la politica di genere“
La loro richiesta è stata accolta come si legge nel comunicato dell'organizzazione: “Abbiamo aggiornato la politica di genere per l'ammissibilità alla competizione, a partire dalla stagione 2025. Secondo il nostro gruppo di lavoro gli effetti della pubertà maschile rappresentano un vantaggio”. Se infatti prima le competizioni ammettevano le atlete transgender che avevano concluso l'intervento chirurgico di riassegnazione di genere e che avevano seguito un'apposita terapia ormonale, d'ora in poi con le donne giocherà chi è nata donna o chi ha iniziato a diventarlo all'incirca prima dei 12-13 anni di età.
La nuova policy basata su “scienza e inclusività“
Anche il commissario uscente Mollie Marcoux Samaan ha commentato il nuovo provvedimento: “La nuova policy riflette un approccio ampio, basato sulla scienza e inclusività. Quest'ultima rappresenta il nostro continuo impegno a garantire che tutti si sentano i benvenuti all'interno della nostra organizzazione, preservando al contempo la correttezza e l'equità competitiva delle nostre competizioni d'élite“.
La risposta dell'atleta transgender
Non è dello stesso avviso Davidson che si è sfogata con una storia su Instagram: “Non posso dire che non me l'aspettavo. Messa al bando dall'Epson e dalla LPGA. Le persone che vogliono rimanere neutrali non servono assolutamente a nulla. Questo è successo a causa di tutto il silenzio. Inoltre, non sono stata coinvolta né mi è stato chiesto di essere coinvolta negli ‘studi’ usati per escludermi”.