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Ied in passerella: elogio all'indipendenza e alla libertà di espressione

Quest'anno la sfilata romana dell'Istituto Europeo di Design dal titolo "Me, myself and I" sposa l'independent fashion

di ILARIA VALLERINI -
19 luglio 2023
Riot Bzzz, di Giorgia Scuderi e Accessori Armenergy di Cimitan Susanna e Andaloro Alessia alla sfilata Ied

Riot Bzzz, di Giorgia Scuderi e Accessori Armenergy di Cimitan Susanna e Andaloro Alessia alla sfilata Ied

Una moda dedicata all'indipendenza, libertà, contro ogni tipo di violenza e repressione. Si è strappata di dosso ogni tipo di cliché e stereotipo per sfilare sulla passerella della scuola romana di moda dell'Istituto Europeo di Design (Ied). Come ogni anno, i neodiplomati in Fashion Design e Design del Gioiello Ied Roma hanno dato vita a diciotto idee riunite in un lavoro corale dal titolo "Me, myself and I". Legato al concetto di indie fashion, parte dallo studio e dal recupero del vintage per superarlo tramite rielaborazioni personali.

"Lavori che sposano il trend dell'independent fashion"

"Quest'anno i progetti sono nati da percorsi introspettivi e hanno sposato il trend dell'independent fashion. Molti dei progetti in mostra hanno reinventato sapientemente elementi che appartengono al passato, proiettandosi così nel futuro", ha commentato Paola Pattacini, coordinatrice della Scuola di Moda Ied Roma. "Lo spirito del fashion show ha unito ai temi centrali della sede romana, legati all'indipendenza e alla sartorialità anche il coraggio che i più giovani hanno nell'esprimere i loro valori". Undici le capsule collection presentate, accompagnate da tre collezioni di accessori e quattro di gioielli. Riflettori accesi su una generazione che sta sviluppando nuovi modelli sociali, sempre più inclusivi, oltre che temi di grande attualità: la lotta al femminicidio, il superamento dell'identità di genere, la celebrazione del femminile, il body positivity.
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Animata Materia, di Dorotea Oddo alla sfilata Ied

Violenza di genere e moda

Tra i progetti presentati, L'Amore Superbaby, collezione della designer Ban Zsofia Klara che nasce da una domanda: è davvero la scelta di cosa indossare che ha ucciso Mahsa Amini? Quando si parla di violenza di genere, l'abito viene spesso strumentalizzato.
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L'amore SuperBaby, di Ban Zsofia

Attraverso capi che mixano elementi di costume ottocentesco a texture e forme più contemporanee, il progetto della designer è un inno alla libera espressione della femminilità. Nella collezione L'autre moi, lo studente Luca Di Giacomantonio esplora invece le definizioni di identità di genere, per vincerle. A sfilare è anche il progetto Vitruviana, di Maria Chiara Sorbino, un viaggio attraverso il concetto di perfezione e trasformazione di un corpo. Sempre sul tema del corpo femminile, Animata Materia, una collezione disegnata dalla studentessa Dorotea Oddo, un viaggio che dall'interiorità arriva alla percezione che il corpo subisce dal mondo esterno. Infine, la designer Giorgia Scuderi porta in passerella l'orgoglio delle Riot Girl, con il progetto Riot BZZZ, una collezione che attraverso silhouette anni '90 dal sapore grunge/punk, mette in scena l'emancipazione femminile.

Ied, altre collezioni in passerella

Si passa al mondo onirico e delle sue visioni con Dreamstate, di Azzurra Matterazzo. La collezione è legata alla mente umana e ai suoi desideri. Desideri? L'erotismo come felicità fisica è il titolo della collezione Eroticborder, di Giordana Manzi, che gioca sui corpi da plasmare. Un progetto dedicato alle dive del XXI secolo, tra l'eccentricità di Elsa Schiaparelli e i colori di Sonia Delaunay è questo Paper Diva di Andrea Alessandro. A partire dallo studio della civiltà Babilonese, Aiktu, il lavoro del designer Paolo De Stefano, sconfina in un ambiente del tutto contemporaneo, seppur prendendo in prestito forme, colori e texture dal passato. I Tabù legati al concetto di amore e sessualità, ne indaga tra capi eccentrici Mirko Del Sorbo con "Riverse". L'ispirazione è data dal V canto della Divina Commedia, quello di Paolo e Francesca, e racconta la storia dei due amanti in versione inedita. Haiku, il progetto di Paola Giordano si avvia dagli stereotipi legati ad alcune tipologie di abiti, che spesso finiscono con l'identificare non solo il sesso o l'età ma perfino l'attività lavorativa e l'appartenenza sociale.

I gioielli

Se si parla di gioielli, Noisess di Valentina Brunetti, è una collezione basata sul suono, la sua propagazione, le sue forme. Se si parla, invece, di metamorfosi è la volta di Naturing, di Emma Calce.
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Haiku, di Paola Giordano_Gioielli Naturing di Emma Calce

Il lavoro di Lisa Dal Pont "Error" analizza l'errore come occasione e opportunità per scoprire nuove forme di bellezza. Ied, 50 Anni Di Evoluzione di Marta Ferrara: cinque collezioni di gioielli, una per ogni decade di storia dell'Istituto, per i suoi 50 anni.

Gli accessori

Capsule collection, dal titolo Armenergy, è l'opera di Susanna Cimitan e Alessia Andaloro, dedicata alle diverse manifestazioni dell'energia. Una collezione dedicata alle donne cinesi, e al loro riscatto dopo secoli di oppressione, è Nu Shu di Jessica Huang, che indaga questo tema da una posizione diversa. A chiudere il cerchio è l'immaterialità di Irene Milani con un lavoro ispirato all'artista francese Yves Klein.