Le associazioni di volontariato all’interno dei consultori sono già previste da legge 194, per questo gli emendamenti al Pnrr possono essere sì utili, ma per favorire piuttosto i consultori che stanno scomparendo.
L’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, e Mirella Parachini, ginecologa e vice segretaria, intervengono nel dibattito che si è formato nella società dopo l’emendamento adottato dal governo al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per permettere alle associazioni di volontariato – su tutti i Pro Vita e Famiglia, sono queste le più contestate – all’interno dei consultori dove si parla anche di aborto.
Non è necessario un nuovo emendamento per ciò che è già previsto
“Davanti al clamore suscitato dall’emendamento al decreto Pnrr di cui si discute in questi giorni è bene ricordare che la legge 194, all’articolo 2, già prevede il coinvolgimento del volontariato all’interno dei consultori (che ‘sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita’).
Era dunque davvero necessario presentare un ‘nuovo’ emendamento per far applicare una legge in vigore da 46 anni? – si chiedono le due donne –. Se questo fosse stato il vero scopo, allora sarebbero davvero tanti, forse troppi, gli emendamenti necessari per rendere effettive tutte le parti ad oggi disapplicate della legge 194. In primis, di garantire l'erogazione delle prestazioni senza interruzione di servizio e con la disponibilità della RU 486 in tutte le strutture”.
Potenziare i consultori che invece stanno scomparendo
“Sarebbe piuttosto utile presentare degli emendamenti all’interno del Pnrr per favorire l’esistenza dei consultori, che invece nel nostro Paese sono sotto finanziati e stanno scomparendo. Con l’Associazione Luca Coscioni ci battiamo – proseguono Gallo e Parachini –, oltre che per ottenere una applicazione della legge 194 uniforme in tutte le regioni, anche per rivederne le parti che creano le maggiori criticità, senza illuderci che quella che abbiamo è la migliore che possiamo avere. In questa direzione vanno le nostre proposte, che, con la costituzione di un intergruppo parlamentare ha presentato alcune proposte di modifica delle parti della legge che mostrano le più evidenti ed urgenti criticità, sulla base dell’esperienza applicativa e abbiamo promosso una Petizione al Parlamento affinché siano attuati tutti gli strumenti per il rispetto della legge, il miglioramento e la conoscenza dei dati in forma aperta”.