“Pro vita nei consultori”, opposizioni all'attacco dell'emendamento di FdI

Un emendamento al dl Pnrr, su cui il governo ha messo la fiducia, a prima firma Lorenzo Malagola, permette a “soggetti del terzo settore con esperienza nella maternità” di entrare nei consultori. M5s e Pd all’attacco: “Ennesima offesa ai diritti della donna”

di CHIARA CARAVELLI
16 aprile 2024
Manifestazione Non Una di meno

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Le Regioni, nell'organizzare i servizi dei consultori, possono “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.

È quanto prevede un emendamento al decreto legge Pnrr su cui il governo ha messo la fiducia. Il testo, a prima firma di Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia, è passato in commissione bilancio ed è stato stigmatizzato dalle opposizioni: il coinvolgimento delle "associazioni pro-life” nei consultori “rappresenta l'ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione”, è “vergognoso”, attaccano M5s e Pd.

CAMERA, AULA VOTO DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA NEI CONFRONTI DELLA MINISTRA DEL TURISMO SANTANCHE'
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L’iter

Il governo ieri in giornata ha chiesto nell'aula della Camera il voto di fiducia sul decreto per il completamento dell'attuazione del Pnrr. Oggi dopo mezzogiorno sono previste le dichiarazioni per il voto di fiducia, mentre alle 14 inizierà la chiamata per l'appello nominale. Sulla votazione finale del provvedimento, invece, non è stato trovato ancora alcun accordo. Ma c’è la possibilità che l'emendamento sui consultori passi insieme al resto del provvedimento. E intanto le opposizioni sono all’attacco: l’emendamento viene visto come una nuova minaccia al diritto all’aborto garantito dalla legge 194. E non sarebbe la prima volta.

L’opposizione

"È una cosa gravissima e rappresenta uno schiaffo in faccia alle donne e ai propri diritti e alla propria autodeterminazione. I consultori sono un servizio fondamentale di accompagnamento, ascolto e prevenzione e vanno ampliati e migliorati per renderli efficienti e funzionanti. Servono competenza e personale qualificato non associazioni ideologiche e oscurantiste. Questo governo continua nella sua battaglia contro le donne e contro i loro diritti e lo fa attaccando in primis la legge 194 e il diritto all'interruzione di gravidanza. È vergognoso. Ci batteremo in parlamento e fuori, affianco alle associazioni femministe, per impedire alla destra questo ennesimo attacco ai diritti delle donne" così il deputato dem, responsabile Welfare del Pd, Marco Furfaro.

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I precedenti

In passato, il Piemonte a guida centrodestra aveva deciso di dare spazio anche ad associazioni pro-vita nei consultori, generando polemiche analoghe. Nel Lazio, Regione guidata da Francesco Rocca (vicino a FdI), maggioranza e opposizioni si erano scontrate sull'esclusione dei consultori dalla gestione dei bonus mamme e, parallelamente sulla decisione di puntare su centri per la famiglia e centri di aiuto per la vita.

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Linea dura quella della segretaria del Pd, Elly Schlein che ha sottolineato come il partito si "opporrà duramente” all’emendamento meloniano. “Mi ricordo – continua – una lettera durante la campagna elettorale di Giorgia Meloni che diceva 'non preoccupatevi che non toccheremo il diritto all'aborto’. Un diritto che pochi giorni fa è stato definito dal Parlamento europeo come un diritto fondamentale e noi siamo molto contenti di questo passaggio. Evidentemente Giorgia Meloni pensa il contrario. Non ci stupisce ma fa impressione. Dopo avere letto quella lettera dicevamo di fare attenzione perché se avessero voluto intaccare il diritto all'aborto non avrebbero avuto nemmeno bisogno di toccare quella legge, basta fare una cosa come questa”.

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Critiche arrivano anche da +Europa, con il segretario Riccardo Magi che contesta al governo di fare “un uso politico dei fondi del Pnrr oltre che calpestare i diritti delle donne. Mentre il parlamento europeo chiede che l'interruzione di gravidanza entri nella carta dei diritti fondamentali dell'Ue, il governo Meloni si mette alla guida dei Paesi Ue che vogliono cancellare questo diritto”. L’attacco all’emendamento di FdI è arrivato anche dalle associazioni a difesa dei diritti delle donne.

Le associazioni

La presidente di D.i.Re (Donne in rete contro la violenza), Antonella Veltri, ha sottolineato come questa proposta sia “inascoltabile, irricevibile e fuori dalla storia. Ci chiediamo quale sia l'idea di maternità di questo governo e di chi pensa di poter decidere sui corpi delle donne. I numeri dicono chiaramente che non è certo il ricorso all'aborto la causa della denatalità in Italia. Sarebbe invece importante implementare i servizi a supporto dell'infanzia e rendere effettivamente applicata la legge 194. Le donne in Italia si batteranno per raggiungere l'obiettivo raggiunto in Francia. Basta proclami e propaganda sulle nostre vite”.

Migration

Per l’avvocatessa dell’ufficio legale di Differenza Donna, Ilaria Boiano, "l'emendamento proposto aggrava un problema sociale già molto serio che vivono le donne: la libera decisione e il diritto a un aborto sicuro sono messi in discussione da atti fastidiosi, offensivi, intimidatori o coercitivi proprio delle organizzazioni che formalmente assurgono a tutori della maternità, ma che cercano di condizionare la decisione delle donne di interrompere la loro gravidanza, fino a trasformare il trattamento sanitario in un calvario e renderlo inaccessibile”.