Aborto, la Stanza dell'Ascolto resta: il Tar boccia il ricorso. Pro Vita: "Aiuto per le donne"

L'istanza contro questo spazio dove le gestanti possono 'riflettere' sulla volontà di interrompere la gravidanza era stata presentata da Cgil e dall'associazione Se non ora quando

di CAMILLA PRATO
14 gennaio 2024
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Poteva essere un segnale di progresso, di ritorno ai sani principi democratici di libertà e tutela dei diritti civili. Ma di civile, nella decisione del Tar del Piemonte che ha respinto il ricorso contro la Stanza dell'ascolto dedicata alle donne che vogliono ricorrere all'aborto, non c'è nulla. L'ordinanza boccia infatti l'istanza cautelare presentata da Cgil e Se non ora quando (Snoq) contro la convenzione del Movimento per la vita con l'ospedale Sant'Anna di Torino per istituire questo spazio dove "far ricredere" le gestanti che vogliono interrompere la gravidanza. L'ennesima riprova che, in Italia, abortire non è un diritto garantito. Come invece stabilito dalla legge - da aggiornare, certo, ma ancora unico appiglio valido - 194 del 1978.
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Manifestazione pro aborto 

Il più chiaro esempio di come una norma pur vigente rimanga sterile, astratta, lontana dalla realtà, se calata nel contesto sociale odierno. Pensare al sangue e sudore versati dalle nostre madri, nonne, zie, ai tempi per la sua approvazione viene da chiedersi perché siamo oggi a questo punto, quasi - anzi no, di sicuro - un regresso a 50 anni fa. Non bastano gli annunci della maggioranza a suon di "La 194 non si tocca" o "Vogliamo che le donne si sentano libere nelle loro scelte" se poi una cittadina non è concretamente libera di non essere madre, di rifiutare una gravidanza non voluta, magari nata per errore o peggio per violenza. Sentendosi per di più replicare: "pensaci bene, è davvero quello che vuoi?" da professionisti sanitari, o essendo addirittura costretta a sentire il battito del feto.

Pro Vita: "Aiuto concreto per le donne costrette all'aborto"

La notizia del no al ricorso è stata data in questi giorni dall'assessore alle Politiche sociali del Piemonte, Maurizio Marrone, e accolta con soddisfazione da Pro Vita & Famiglia onlus che ritiene la Stanza dell'ascolto "un aiuto concreto alle donne che, invece di subire la violenza di essere abbandonate, possono vedere rispettato il loro diritto a non abortire". E come poteva essere altrimenti, se si pensa che la stessa associazione, da mesi sostenuta anche economicamente dalle forze al governo, porta avanti con ancor più vigore di prima una propaganda anti abortista, con tanto di cartelloni e volantini appesi a più riprese in tutta Italia (e quando non sono quelli sono i manifesti anti-gender, per non farsi mancare nulla).
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La Stanza dell'Ascolto inaugurata all'ospedale Sant'Anna di Torino

"Bene ha fatto il Tar a respingere il vergognoso e insensato ricorso della Cgil e delle femministe di 'Se non ora quando'", dichiara in una nota Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia, convinta che l'iniziativa di una Stanza dell'ascolto sia "una prassi di civiltà e umanità da incentivare in tutte le città e regioni. Ogni anno, infatti, in Italia migliaia di donne sono indotte e, di fatto, costrette ad abortire per mancanza di aiuti o alternative valide all'aborto". Per Ruiu "la posizione di Cgil e Snoq ha rivelato una violenza inquietante, quella di coloro che vogliono impedire che le donne in difficoltà, altrimenti costrette ad abortire, siano aiutate". "La nostra rivoluzione delle culle procede senza tentennamenti e con ancora maggior entusiasmo per questa ennesima importante vittoria", ha dichiarato Marrone (Fdi), ricordando che la finalità della stanza è "fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell'ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà e che potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell'interruzione di gravidanza o che addirittura si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti".

Cgil e Snoq: "Stanza mai operativa grazie al nostro intervento"

Dal canto loro, invece, sindacato e associazione hanno precisato che con la sentenza del Tar "è stata stoppata l'operatività della stanza anti-aborto dell'ospedale" Sant'Anna. "Il Tar - hanno puntualizzato - ha deciso di discutere, nel merito, il nostro ricorso avverso la determina dirigenziale relativa alla convenzione tra l'Aou Città della Salute e della Scienza di Torino e l'associazione Centro di aiuto alla vita e Movimento per la vita G. Foradini di Rivoli, convenzione che avrebbe dovuto istituire la cosiddetta Stanza di ascolto per le donne che richiedono l'Ivg". Quindi "per noi la decisione del Tar è una buona notizia: ci permetterà di argomentare per esteso le nostre preoccupazioni circa ciò che consideriamo una 'grave intromissione di associazioni private nella libera scelta delle donne'".
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Un cartello contro l'associazione onlus Pro Vita e Famiglia 

Per Cgil e Snoq "il Tar non ha riconosciuto l'urgenza perché semplicemente la stanza, grazie al nostro tempestivo intervento, non è mai stata operativa, e davanti al giudice la Città della Salute ha confermato di non ratificare la determina con cui la Convenzione è stata sottoscritta. Attendiamo con fiducia l'esito della discussione di merito quando il Tar convocherà l'udienza. Intanto, con soddisfazione, possiamo dire che, almeno per il momento, la legge 194 in Piemonte è salva". Immediata, però, la replica di Marrone: "Nella dimensione parallela dove vive la Cgil dopo l'annuncio bufala sulla revoca della convenzione già in estate, anche l'ordinanza" del tribunale amministrativo "viene spacciata come una vittoria. Nel mondo reale, invece, il Sant'Anna ha tirato dritto e il Tar ha respinto l'istanza cautelare contro la convenzione, che aveva già previsto l'apertura della stanza solo al termine della formazione dei volontari", conclude l'assessore.