Alessia Piperno a Cecilia Sala: “Tieni duro. Conosco il terrore di stare in cella da soli”

La travel planner è stata detenuta 45 giorni nel carcere di Evin nel 2022 e ora esprime la sua vicinanza alla reporter romana arrestata a Teheran il 19 dicembre. “Abbraccio i suoi genitori”

di Redazione Luce!
27 dicembre 2024

Ha provato sulla sua pelle cosa significa essere incarcerata a Evin, dove vengono rinchiusi i dissidenti politici (o chi viene accusato di esserlo) della Repubblica Islamica dell’Iran. “Vedere coi propri occhi, vedere le condizioni di quella prigione, sono immagini che non rimuoverò mai dalla mia mente”, ci aveva raccontato nell’intervista la settimana prima di Natale.

E ora Alessia Piperno, la travel planner 32enne che in quella prigione ha trascorso un mese e mezzo nel 2022 dopo l’arresto, si sente vicina a Cecilia Sala come a una sorella più giovane. Da donna a donna, coraggiose e pronte a lottare e a raccontare, ognuna a proprio modo, una realtà oppressiva e drammatica che invece le autorità del Paese vogliono ad ogni costo tenere nascosta. Alla reporter di 29 anni, come lei romana, “idealmente dico di tenere duro come ho fatto io per 45 giorni: nel carcere di Evin a noi stranieri fisicamente non torcono un capello, ma mentalmente ti provano molto. So cosa vuol dire il terrore di stare in una cella da soli. Abbraccio i suoi genitori, immagino il loro dolore che è come quello che hanno provato i miei".

La scrittrice e travel-blogger, arrestata in Iran nel 2022 e poi rilasciata dopo 45 giorni di detenzione nel carcere di Evin, lo stesso in cui ora è detenuta la giornalista Cecilia Sala spiega però che “Il mio caso e quello di Cecilia Sala sono diversi. Io ero in Iran perché stavo viaggiando. Lei è in Iran con un visto giornalistico di otto giorni. Temo che si sia trattato di una trappola a tutti gli effetti – aggiunge – perché le autorità di Teheran, che in genere rifiutano i visti ai giornalisti occidentali, sapevano benissimo che lei è una reporter”.

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Alessia Piperno infatti era stata arrestata nel giorno del suo trentesimo compleanno mentre si trovava nella capitale Teheran insieme a un gruppo di turisti. Avvicinati da agenti in borghese “Abbiamo realizzato quando ci hanno portato nella prigione di Evin, nel settore 209, che è quello dove sono detenuti gli oppositori politici. Mi sono ritrovata lì, pur non avendo mai preso parte a quelle proteste, non perché non ne condividessi la ragione, ma perché non ho avuto il coraggio Erano proteste violente”. Oggi le proteste al grido Donna Vita Libertà, scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, non ci sono più, represse nel sangue col pugno duro del regime. Ma la condizione femminile in Iran se possibile è peggiorata ancora.

E Sala era lì proprio a testimoniare questo attraverso la sua voce. “Non sappiamo se Cecilia è nel settore 209, il peggiore e lo stesso dove sono stata detenuta io, oppure il 2A - conclude Piperno - ma le dico di tenere duro, so cosa si prova”.