Ancora una volta il presidente Mattarella dà lezioni di saggezza

Il capo dello Stato invita al Quirinale non solo gli atleti italiani medagliati alle Olimpiadi, ma anche quelli arrivati quarti. E lo fa alla fine di un’edizione che in più occasioni ci ha insegnato che vincere non è l’unica cosa che conta e non deve essere certo un’ossessione

di CHIARA CARAVELLI
13 agosto 2024
Progetto senza titolo - 1

Il presidente Sergio Mattarella invita al Quirinale atleti italiani medagliati alle Olimpiadi e quelli arrivati quarti, tra cui Benedetta Pilato (sulla destra)

Non solo gli ori, gli argenti e i bronzi. Per la prima volta alla cerimonia per la riconsegna del tricolore al Quirinale ci saranno anche tutti gli atleti che alle Olimpiadi sono arrivati al quarto posto. A richiederlo espressamente al presidente del Coni, Giovanni Malagò, è stato proprio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dopo un’edizione dei Giochi dove gli azzurri hanno eguagliato il numero di medaglie di Tokyo (40), ma con due ori in più, il capo dello Stato ha deciso di estendere la platea di inviti anche ai quarti classificati. Che sono stati tanti, anzi tantissimi.

L’Italia si è infatti classificata prima per quarti posti, 20 in tutto, l’ultimo in ordine cronologico quello di un super Stefano Sottile nella gara di salto in alto. Un invito che dimostra ancora una volta la grande umanità del presidente della Repubblica e che lancia un segnale potente. La scelta di ricevere al Quirinale anche i quarti classificati assume ancora più importanza se inserita all’interno di un dibattito che ha accompagnato le due settimane di Giochi. Non conta soltanto vincere una medaglia, conta partecipare, conta superare i propri limiti, conta gareggiare per un obiettivo che ci si è dati. E queste Olimpiadi, per fortuna, ce lo hanno ribadito ancora una volta.

Sono stati gli stessi atleti a lanciare un messaggio estremamente positivo in questo senso, come la diciannovenne Benedetta Pilato che, intervistata dopo il podio sfiorato per un soffio ai 100 metri rana, ha pianto lacrime di gioia per il netto miglioramento rispetto ai Giochi di Tokyo 2020: "È il giorno più bello della mia vita – aveva detto emozionata ai microfoni della Rai – un anno fa non ero neanche in grado di farla questa gara”.

È arrivato il momento di abbandonare una volta per tutte la concezione che il quarto posto sia il piazzamento degli sfigati. La concezione che o vai a medaglia o sei un perdente, che altro non fa che alimentare inutili pressioni negli atleti, soprattutto i giovanissimi, che lavorano e si preparano duramente per anche solo partecipare alle Olimpiadi. È arrivato il momento, quindi, di lasciarsi alle spalle questa idea tossica dello sport. Moltissimi di questi ragazzi hanno superato i propri limiti, hanno stabilito nuovi record personali, primati italiani, pur non arrivando a medaglia. In alcuni casi per pochissimi centesimi. E allora oltre a dire grazie a tutti i nostri atleti, medagliati e non, per le emozioni che ci hanno regalato durante questi Giochi, diciamo grazie anche al presidente Mattarella. Ancora una volta.