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"Animali in città", il premio di Legambiente per i servizi offerti agli amici a quattro zampe

Tra le 986 città che hanno fornito i dati, le migliori sono Prato, Modena e Verona. Un riconoscimento anche per le aziende sanitarie

di DOMENICO GUARINO -
28 dicembre 2022
cat and dog

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Prato, Modena e Verona: sono queste le tre città italiane dove gli animali hanno vita migliore. Le tre fanno segnare infatti il primo, secondo e terzo miglior risultato tra tutte le 986 che hanno fornito dati. Per le Aziende sanitarie, tra le 42 che hanno fornito dati, il riconoscimento va invece all'ATS della Montagna, all'AUSL Toscana Centro e all'ATS Brescia.

Ritardo nella sterilizzazione: una delle criticità emerse da Legambiente

Problemi da risolvere: disparità territoriale e milioni di animali fantasma

A stilare la classifica delle città virtuose è stata Legambiente che ha assegnato il Premio nazionale "Animali in Città" sulla base dei servizi che le amministrazioni comunali e le aziende sanitarie locali dichiarano di offrire ai cittadini che possiedono animali d’affezione e, in generale, per la migliore convivenza in città con animali padronali e selvatici: dalle politiche contro il randagismo ai servizi offerti per una migliore convivenza con i nostri amici a quattro zampe. Si tratta di un lavoro complesso che incrocia numerosi parametri e indicatori, e ha come obiettivo quello di mettere in luce se, e come, gli enti preposti a regolamentare, a gestire e a controllare si siano adeguati al cambiamento culturale che negli ultimi 20 anni ha visto quadruplicare i cani e i gatti nelle case degli italiani. In generale il quadro che emerge dalla ricerca presenta una serie di aspetti positivi (spesa pubblica in aumento, ad esempio) ma anche tante criticità: disparità territoriali, ritardo sulle sterilizzazioni, milioni di "animali fantasma" e scarsa attuazione di regolamenti nella prevenzione. In generale il nostro Paese appare fortemente indietro nella sfida di garantire il benessere animale in città, con conseguenze di tipo economico, sociale e ambientale. Secondo Legambiente serve mettere in campo sin da subito un’azione su più fronti, "a partire dall'urgenza di un'anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutte le specie animali d'affezione o compagnia (ad oggi obbligatoria solo per i cani)". L’obiettivo è quello di fornire i servizi necessari ai cittadini e realizzare i controlli, anche in ambito sanitario, per prevenire criticità, migliorare e rendere sicura la convivenza con gli amati "pet", superando la frammentarietà delle informazioni regionali, "soprattutto alla luce dell'annuncio della Direzione generale della Sanità animale del Ministero della Salute di una sua approvazione entro il 2023".

Il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti

Legambiente denuncia: "In Italia c'è ancora molto da fare"

"Con la modifica dell’articolo 9 della Costituzione, la tutela degli animali è entrata a far parte dei principi costituzionali dello Stato: un passo importante per la difesa del loro benessere ma anche per la salute umana - ha spiegato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -. In Italia però c’è ancora molto da fare, a partire dall’attivazione dell’anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutte le specie animali in cui convoglieranno le informazioni delle banche dati regionali. Siamo in attesa di conoscere il testo del decreto del Ministro della salute che dovrebbe essere adottato, entro marzo 2023, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, per stabilire le modalità tecniche e operative per l’implementazione del Sinac (Sistema Informativo Nazionale degli Animali da Compagnia) all’interno del sistema I&R (Identificazione & Registrazione) degli animali. Spero che il tutto si acceleri al più presto."