Fermati in Argentina con bimba nata da maternità surrogata, cosa sappiamo

Il caso, destinato ad accendere ulteriormente il dibattito sulla gestazione per altri, è sotto la lente delle autorità argentine. I due uomini hanno affittato un appartamento a Buenos Aires e la bimba è con loro

di Redazione Luce!
31 ottobre 2024
maternità surrogata

Maternità (foto di repertorio)

Avrebbero tentato più volte di lasciare l’Argentina e tornare in Italia con la bimba nata da Gpa, prima di essere fermati in aeroporto di Ezeiza. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano argentino La Nacion, già mercoledì scorso la madre della piccola si era presentata allo scalo di Buenos Aires, Aeroparque, con uno dei due italiani dicendo di volerlo autorizzare a viaggiare da solo con la loro bimba. Tuttavia le autorità di Migrazione sarebbero state insospettite dall’atteggiamento distaccato della donna e dalla disparità socio-economica rispetto all'uomo. Hanno tentato nuovamente il giorno dopo presso l'hub internazionale di Ezeiza. A dare nell’occhio, questa volta, sarebbe stata la città di residenza della donna, ovvero Rosario, e il fatto che l’uomo fosse andato solo una volta in Argentina, nel 2023. 

A quel punto la polizia federale che si occupa della Migrazione aveva contattato il Tribunale federale numero uno di Lomas de Zamora, competente per l'aeroporto, sporgendo denuncia, e il giudice Federico Villena aveva assegnato il caso al procuratore Sergio Mola, che ha chiesto l'apertura di un'indagine penale per tre possibili reati: traffico di persone, vendita di bambini o appropriazione di minori. Il venerdì la coppia di italiani aveva usato un'altra strategia: volare tutti e quattro, inclusa la madre surrogata. Ma l'ufficio Migrazione aveva già lanciato un’allerta e il giudice ha firmato il divieto di lasciare il Paese, il gruppo è stato fermato nell'area di pre-imbarco poco prima del decollo. 

I due italiani si trovano adesso in un appartamento a Buenos Aires, insieme alla piccola. Si sono impegnati a non portarla fuori dal Paese, ha detto a La Nacion l'avvocato che li rappresenta, Arnaldo Germán Pereira Dos Santos.

La gestazione per altri non è stata ancora legiferata in Argentina, tant’è che negli ultimi mesi sono state aperte inchieste simili anche in altre zone del Paese, dove si indaga su un’organizzazione che, secondo gli inquirenti, avrebbe il compito di reclutare donne disposte a portare avanti la gravidanza. 

Nel caso specifico della coppia italiana, pare che la madre della bambina fosse stata contattata tramite Facebook. Questa, a quanto si è appreso, l'indicazione fornita dalla stessa donna alla quale, sei mesi dopo l'inizio della gravidanza, sono stati pagati circa 5.500 euro (sei milioni di pesos). Secondo le informazioni trapelate finora, l'organizzazione che ha assunto la giovane operava con un collegamento negli Stati Uniti e comunicava con la ragazza attraverso messaggi a tempo. Gli intermediari si sono occupati dei test clinici e delle cure e hanno stipulato un'assicurazione medica per circa un anno, affittando per la donna un appartamento nel ricco quartiere di Recoleta, nella capitale argentina, fino alla data del parto. La piccola è nata il 10 ottobre scorso.