Belgrado, attivista Lgbtqi+ aggredito: la polizia vede ma non interviene

A due giorni dal Pride, in programma sabato 7 settembre nella capitale serba, l’episodio di violenza contro un esponente del movimento accende la preoccupazione per la manifestazione

di Redazione Luce!
6 settembre 2024
Belgrado Pride

Belgrado Pride

Un’aggressione omofoba dettata dall'odio contro la comunità Lgbti+. È quanto denuncia l'organizzazione del Pride di Belgrado che ha dato notizia, tramite un comunicato, della violenza ai danni di un attivista nel centro della capitale serba. L’episodio – è stato sottolineato nella nota –è avvenuto sotto gli occhi della polizia che non è intervenuta a difesa della vittima.

L’ennesimo caso di intolleranza risale a giovedì 5 settembre, quindi due giorni prima del corteo dell’orgoglio, in programma sabato. “È inammissibile che i violenti si sentano liberi di agire nella società, anche contro coloro che hanno un diverso orientamento sessuale”, si legge nel comunicato di protesta. “Questo incidente e la mancata reazione della polizia dimostrano ancora una volta quanto sia importante continuare la lotta per l'attuazione delle richieste del Pride. Il primo passo è che tutt* insieme sabato pomeriggio esprimiamo a gran voce la nostra condanna delle violenza e dei violenti”.

In vista della manifestazione dell’orgoglio Lgbti+, in programma il 7 settembre nella capitale della Serbia, gli organizzatori avevano annunciato lunedì l'apertura della tradizionale settimana di sensibilizzazione della società e dell'opinione pubblica sui temi di stretto interesse della comunità Lgbt, e sulla richiesta di diritti per l'uguaglianza, a cominciare dalle unioni omosessiali.

Il programma di conferenze, dibattiti, mostre, film, concerti, con il coinvolgimento di politici, studiosi, giornalisti, esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, aveva l’obiettivo di ampliare il più possibile al platea di ascolto delle istanze del movimento. Purtroppo però, abbiamo visto com’è andata: l’odio, l’intolleranza, l’ignoranza sono ancora preponderanti, oltre che giustificati o perlomeno avvallati dalle forze dell’ordine. E non bastano le parole, le promesse, come quella dell'ambasciatore Emanuele Giaufret, capo della rappresentanza Ue in Serbia, che all’evento inaugurale della settimana aveva sottolineato come l'Unione europea sostenga l'uguaglianza e la parità di diritti, e sia apertamente contro intolleranza e ogni tipo di discriminazione.

I fatti ci dicono ancora oggi tutt’altro.