Un anno fa Matera, poi Firenze, ora Palermo: un altro
cavallo da traino è stramazzato al suolo a causa del gran caldo e della fatica. Il suo lavoro? Quello di arrecare divertimento ai turisti e guadagno al proprietario. Anche a costo della (sua) vita.
La protesta delle associazioni animaliste
L’ultimo episodio si è verificato venerdì nel capoluogo siciliano. A sollevare il caso sono state alcune
associazioni animaliste tra cui Ada, Lida, Oipa ed Enpa, con una nota: "In questi giorni, abbiamo segnalato costantemente alla polizia municipale la presenza di
carrozze abusive in tutto il centro storico.
Il grande caldo e lo sforzo estremo a cui è sottoposto l'animale spesso ne mettono a rischio la vita
Tali segnalazioni sono state effettuate sia telefonicamente, alla centrale operativa dei vigili urbani, che in forma scritta allo stesso comando. Proprio ieri abbiamo appreso la convalida degli arresti domiciliari di uno 'gnuri' (si tratta del cocchiere/conducente delle carrozze) piuttosto conosciuto".
Cavallo si accascia a Palermo: i precedenti
A luglio dello scorso anno era toccato ad un cavallo che si era
accasciato al suolo mentre trainava una carrozza sulla strada statale 7, a poche decine di metri da uno degli accessi al centro urbano di
Matera (via San Vito). L’animale stava facendo una passeggiata privata con il suo cocchiere, quando è caduto al suolo forse a causa del grande caldo. A poche ore di distanza, a
Firenze, un altro esemplare
adibito al trasporto di turisti è caduto in ginocchio, scatenando una vera e propria bufera sui social. In questo caso l’animale sembrava essere semplicemente scivolato per via della poca aderenza degli zoccoli sulla pavimentazione e non a causa di un malore dovuto dal caldo eccessivo.
Cavalli crollati sotto il sole a Matera e a Firenze
Caldo estremo e sforzo eccessivo
Quelli che abbiamo elencato sono, per altro, solo gli ultimi casi. Negli anni sono stati decine infatti i cavalli da traino caduti sull’asfalto a causa delle
alte temperature e dello
sforzo cui sono sottoposti, spesso senza alcun rispetto né ritengo da parte di chi ha a cuore solo il proprio interesse. Parliamo sia dei vetturini, ovviamente, ma anche dei turisti, che per soddisfare il loro divertimento, non si fanno scrupoli di montare a bordo di veicoli obsoleti, incuranti della fatica cui vengono sottoposti i poveri cavalli. Anche ammettendo, e non concedendo, che oggi farsi scorrazzare per le strade cittadine da un cavallo abbia un senso, e non sia solo una sciagurata pratica che, scimmiottando fasti del passato, ridicolizza utilità non più attuali a
danno di creature viventi, che spesso ne pagano le conseguenze, anche estreme.
Vetturini di carrozze trainate da cavallo giro turistico a Pisa
“È tempo di superare questa tradizione antiquata e invisa ai più, che ancora va avanti sulla pelle dei cavalli per gli interessi di una manciata di conduttori. La riconversione di tali licenze in quelle per taxi non solo sarebbe opportuna dal punto di vista etico, ma rappresenterebbe un segnale di
sensibilità ecologica laddove si passasse alla trazione elettrica” commenta Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa.
Le singole ordinanze non bastano
Malgrado sul territorio nazionale siano state emanate
singole ordinanze che
vietino l’uscita delle carrozze nelle ore più calde della giornata, i provvedimenti infatti non bastano anche perché le regole non sempre vengono rispettate. Le associazioni animaliste che hanno denunciato l'ultimo episodio occorso a Palermo "pretendono che venga rispettato il concetto di legalità e soprattutto che vengano
puniti gli abusivi con il relativo sequestro delle carrozze ed eventualmente dei cavalli, qualora fossero sprovvisti di codice stalla.
Carrozze trainate da cavalli in Piazza del Popolo a Roma
Capita infatti che le carrozze abusive e i loro cocchieri inciampino spesso nel mondo delle
corse clandestine, e per tale reato è prevista la sospensione della licenza”. Le associazioni chiedono, quindi, maggiori controlli alla polizia municipale, al Questore ed al Prefetto: “Siamo stanchi di vedere cavalli stramazzati al suolo, è anacronistico l’uso del cavallo in città in mezzo a clacson, bus ed auto, sovente sull’asfalto cocente e con orari di lavoro proibitivi e stressanti”.
L'appello di Oipa: "Abolire le carrozze"
L’Oipa da parte sua, si è invece recentemente rivolta direttamente al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, affinché includa l’abolizione le carrozze a trazione animale nella
riforma del Codice della strada o nel disegno di legge sulla sicurezza stradale. Recentemente il ministro ha proposto la sospensione o la revoca della patente per chi
abbandona animali, una misura d’emergenza per contrastare il fenomeno ancora troppo diffuso. Secondo le associazioni, il modello da seguire è quello della Reggia di Caserta dove, a seguito di un incidente in cui un cavallo era collassato agonizzante, si è deciso di
passare a golfcar. Lo stesso avviene anche nello storico sito di Petra, in Giordania, dove i cavalli sono stati sostituiti da auto elettriche.
Gli ambientalisti propongono di sostituire le licenze dei vetturini con quelle per i taxi o per altre vetture che non provochino danni ai cavalli
In Italia non sembra però essere così facile. Attualmente, come l’associazione ricorda, i vetturini che posseggono la licenza sono
poche decine a Pisa, Firenze, Roma, Palermo come a Messina. Queste non possono essere abolite dall’amministrazione locale senza una riforma nazionale che tuteli anche gli animali. “La vita dei cavalli, al pari di quella dei cani e dei gatti, chiede di essere tutelata e lo Stato deve fare la sua parte per difendere ogni animale in quanto essere senziente. Da ultimo, anche il nuovo articolo 9 della Costituzione sancisce la difesa degli animali e della biodiversità” continua l’Oipa. Vedremo se la battaglia avrà successo o dovremo tristemente continuare a contare i
cavalli morti per il nostro divertimento.