Cecilia Sala è libera e torna a casa: il volo atteso nel pomeriggio a Ciampino

La giornalista torna in Italia dopo tre settimane di detenzione in Iran, grazie a un’operazione diplomatica e di intelligence condotta con riserbo e lontano dai media. Una vicenda destinata a diventare simbolo di resilienza e gestione strategica delle crisi

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
8 gennaio 2025
La giornalista italiana Cecilia Sala è libera, era stata arrestata in Iran il 19 dicembre

La giornalista italiana Cecilia Sala è libera, era stata arrestata in Iran il 19 dicembre

La notizia del ritorno in Italia di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran, è finalmente arrivata. L’aereo, decollato dall’aeroporto di Teheran, è atteso nel pomeriggio all’aeroporto di Ciampino, dove Sala riabbraccerà la sua famiglia. Un positivo epilogo frutto di un delicato lavoro diplomatico e di intelligence, che ha richiesto discrezione e collaborazione internazionale. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso gratitudine verso tutte le persone e le istituzioni che si sono impegnate per garantire il ritorno della giornalista. Meloni stessa ha voluto informare la famiglia della buona notizia con una telefonata personale, sottolineando la vicinanza istituzionale ma anche umana in un momento così importante.

Cecilia Sala era detenuta dal 19 dicembre nel carcere di Evin, noto per le condizioni dure e spesso disumane a cui sono sottoposti i prigionieri. Durante le tre settimane di prigionia, ha affrontato un trattamento particolarmente rigido: privazione di un materasso per dormire, esposizione costante al freddo, mancanza di occhiali da vista essenziali per lei, cibo scarso e una luce puntata costantemente in volto. Queste condizioni, pensate per piegare la resistenza psicologica e fisica dei detenuti, non fanno altro che mettere ancora più in evidenza, qualora fosse necessario, il volto oppressivo e repressivo del regime iraniano.

Nonostante tutto, Sala ha dimostrato una straordinaria resilienza, diventando un esempio di forza personale contro l’oppressione. La gestione della questione, sia politicamente che mediaticamente, verrà ricordata come un modello di equilibrio e riserbo. Il silenzio chiesto alla stampa e mantenuto durante le trattative ha evidentemente avuto un ruolo decisivo nel facilitare il buon esito dell’operazione.

Cecilia Sala, con la sua esperienza e il suo coraggio, diventerà inevitabilmente un simbolo. La sua vicenda offre una lente attraverso cui analizzare le dinamiche di repressione dei regimi autoritari, ma anche le possibilità di intervento che la comunità internazionale può mettere in campo. Al netto delle dinamiche precise che hanno portato alla sua liberazione, forse mai del tutto note, questa storia lascia un segno importante e sollecita un dibattito urgente e necessario sulla sicurezza internazionale. Non oggi, però. Oggi, è un giorno di festa.