Giornata sulla sindrome di Down, il video “Assume that I can” contro i pregiudizi

Il filmato realizzato da CoorDown ha superato i 100 milioni di visualizzazioni. La campagna per la ricorrenza mondiale punta a sensibilizzare contro chi non crede nelle potenzialità e possibilità di queste persone

di MARIANNA GRAZI
21 marzo 2024
Assume That I Can

Assume That I Can

“Supponi che io possa...” bere un margarita, fare box, essere indipendente… Supponiamo che a lanciare questi spunti, una sorta di provocazione, siano persone con sindrome di Down. Come reagireste?

Da quando è stato lanciato sulle pagine social dell’associazione CoorDown ha abbondantemente superato le 100 milioni visualizzazioni. Ma il video con l’evocativo titolo “Assume that I can”, realizzato per la Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, 21 marzo 2024, non si ferma e prosegue nella missione di sensibilizzazione, invitando a partecipare e mettere fine ai pregiudizi, sostenendo le concrete potenzialità di ogni persona, comprese anche quelle con Trisomia 21.

E perché, in effetti, dovrebbero essere escluse?

Il video della campagna “Assume That I Can”

Il filmato prende spunto dal racconto della propria esperienza di vita di una 30enne con sindrome di Down, Marta Sodano: una ragazza  circondata da persone che, in buona fede ma condizionate fortemente da pregiudizi e stereotipi, credono che non possa bere un cocktail, praticare boxe, studiare Shakespeare, andare a vivere da sola e così via, che limitano di fatto le sue possibilità di avere un’esistenza completa e autonoma.

Poi, a metà film, la svolta: la giovane donna invita con determinazione a usare in senso positivo la profezia autoavverante “se credi in me, se mi dai fiducia, potrai avere un impatto positivo e allora, forse, potrò raggiungere obiettivi, anche inaspettati”. Un cambiamento profondo di immaginario, che va oltre la denuncia dei diritti negati, che chiama all’azione ogni persona intenzionata a combattere attivamente per realizzare una vera inclusione per tutti e tutte, indipendentemente dalle loro condizioni e problematicità. 

Assume That I Can
Assume That I Can

"Ho scoperto che in psicologia esiste un concetto, che in inglese si dice ‘self-fulfilling prophecy’ cioè una profezia che si auto-avvera, perciò l’insegnante che pensa che lo studente non possa capire, si comporta di conseguenza, non spiega e fa avverare la profezia. Ma per me non esistono concetti facili e difficili. Se penso alle cose che non mi sono state spiegate e insegnate, questo mi fa arrabbiare”, ha detto la stessa Sodano in occasione di un suo discorso alle Nazioni Unite.

Un fenomeno mondiale

Forse il principio vale anche se applicato al prodotto realizzato dall’associazione, perché è evidente che la campagna su cui si basa il filmato è stata supportata e sostenuta da tantissime persone che hanno creduto nella possibilità di cambiare le cose anche solo attraverso il potere delle immagini. Immagini che, nella loro semplicità, possono spingere a cambiare atteggiamento anche nella vita reale, possono ispirare a una trasformazione concreta del modo di rapportarsi e di comportarsi con gli altri.

Il video, in effetti, è diventato un fenomeno mondiale raggiungendo oltre 100 milioni di visualizzazioni su TikTok, Instagram, X, Linkedin, Youtube e Facebook. Un racconto cinematografico che in appena 90 secondi ha varcato i confini della comunità delle persone con disabilità riuscendo a diventare universale, toccando ogni diversità e coinvolgendo chiunque si senta sottovalutato e limitato dalle basse aspettative che gli vengono imposte dalla società.

Assume That I Can
Assume That I Can

Attivisti, attrici, modelle, advocates e persone comuni fanno eco alla campagna: a rilanciarlo su Instagram, ad esempio, sono stati creator di fama mondiale, come la top model e attivista Winnie Harlow (10 milioni di followers) che porta avanti la sua battaglia contro lo stigma della vitiligine, l’attore Woody Harrelson a supporto di Madison Tevlin, protagonista della campagna e sua collega nel film “Champion”, o ancora Sofia Sanchez, attrice con sindrome di Down e interprete di “Hunger Games” e Caterina Scorsone, attrice della serie Grey's Anatomy.

Allo stesso modo milioni di persone comuni hanno sposato il messaggio “Assume That I Can” e condiviso la clip sui loro profili, mentre i profili social di CoorDown si stanno popolando delle testimonianze reali di persone con sindrome di Down di tutto mondo, che raccontano esempi di stereotipi che hanno dovuto affrontare e dei pregiudizi che hanno sovvertito.

Un format breve e sorprendente che mostra come bambini, giovani e adulti con sindrome di Down possono suonare perfettamente il pianoforte, sciare, farsi un tatuaggio, tenere un Ted Talk di fronte a un grande pubblico, vincere un Emmy, ballare la breakdance, pattinare, avere un lavoro, andare all’università, vivere da soli, avere una relazione e sposarsi.

Assume That I Can
Assume That I Can

“Cambiare lo sguardo con cui ci si approccia alla disabilità è la sfida lanciata da CoorDown per il 2024 – dice la presidente Antonella Falugiani –.  Abbiamo deciso di lanciare un messaggio di attivazione che sta coinvolgendo l’intera società, non solo la nostra comunità, perché la disabilità riguarda davvero tutti e tutti devono poter agire per cambiare la cultura che determina la discriminazione. Con ‘Assume That I Can’ mostriamo come ciascuno di noi può contribuire all’inclusione ascoltando e guardando senza filtri distorti le persone con sindrome di Down, le loro esigenze e desideri. Solo così – conclude – possiamo abbattere i muri che ancora limitano le vite delle persone con disabilità intellettiva”.