Coppia di padri, il Comune nega il riconoscimento delle figlie: “Noi discriminati, faremo ricorso”

Palazzo Vecchio: “Non possiamo trascrivere l’atto per legge”. I genitori, che hanno fatto ricorso alla gestazione per altri: “Fatti avvenuti prima del divieto”

di TERESA SCARCELLA
27 gennaio 2025
Sit-in di protesta organizzato da Famiglie arcobaleno e altre associazioni Lgbtqia+

Sit-in di protesta organizzato da Famiglie arcobaleno e altre associazioni Lgbtqia+

Firenze, 27 gennaio 2025 – Tecnicamente in Italia due persone dello stesso sesso non possono mettere su famiglia. Perché l’adozione non è consentita se non in casi particolari; la procreazione medicalmente assistita eterologa non contempla l’omogenitorialità e la maternità surrogata è diventata da poco un reato universale. Accade, quindi, che per raggirare questo sistema le coppie vadano all’estero per creare in qualche modo una famiglia, per poi tornare a casa e chiederne il riconoscimento. Che, però, non sempre arriva.

E’ la storia, come tante altre, di una coppia di Firenze. Francesco e Pietro (nomi di fantasia), si sono uniti civilmente nel 2022 e prima ancora hanno avuto due bambine tramite Gpa (gestazione per altri) effettuata entrambe le volte, una nel 2017 e l’altra nel 2020, in Canada, a Ottawa. Prima uno, poi l’altro, hanno contribuito biologicamente alla creazione del feto, il che vuol dire che uno è il padre biologico della primogenita e l’altro lo è della seconda, ma non sono genitori riconosciuti di entrambe e quindi le bambine, sulla carta, non sarebbero sorelle. Legalmente non hanno nessun tipo di parentela, nonostante facciano parte della stessa famiglia.

Approfondisci:

Oltre 50 coppie pronte al ricorso contro la legge sul reato universale di Gpa

Oltre 50 coppie pronte al ricorso contro la legge sul reato universale di Gpa

Per sopperire a questo, i due padri, che si sono affidati all’avvocato Gianni Baldini, hanno fatto richiesta al Comune di Firenze per ottenere la trascrizione integrale dei certificati di nascita formati all’estero, nonché il riconoscimento di filiazione naturale incrociato delle due figlie: ognuno vorrebbe essere riconosciuto genitore della bimba di cui non è padre biologico. Richiesta però negata, perché “contraria all’ordine pubblico”.

Il motivo del diniego dell’Ufficio di Stato civile del Comune di Firenze è perché il riconoscimento del rapporto di filiazione naturale con il ‘genitore d’intenzione’ di un bambino nato da maternità surrogata, vorrebbe dire introdurre nel nostro ordinamento una pratica (la gpa appunto) illegale e punita penalmente. Il Comune si rifà a una sentenza della Cassazione a Sezioni Unite del 30 dicembre 2022, che esclude la trascrivibilità di un atto di nascita nel quale è indicato come genitore, quello d’intenzione; sia a una circolare del 19 gennaio 2023 con cui il ministero chiede a tutti i sindaci di rispettare questa sentenza, alla lettera e in modo uniforme.

L’unica strada percorribile per la coppia, sarebbe quella dell’adozione in casi particolari. “Un’alternativa che però non basta a tutelare i bambini” commenta l’avvocato Baldini che, nel contraddire l’ufficio ha depositato quattro pagine di memoria dove fa leva sul fatto che la Corte Costituzionale ha più volte evidenziato la necessità di “adeguare la normativa alle esigenze di tutela dei bimbi nati da maternità surrogata”. Ma non solo. Baldini fa notare anche un’altra cosa: “Lo stesso ufficio, a settembre scorso, ha effettuato la trascrizione del certificato di nascita formato all’estero con due madri che hanno fatto ricorso alla Pma eterologa – spiega – perché in quel caso sì e in questo no? A maggior ragione che la coppia fiorentina ha effettuato la gpa prima che essa diventasse reato universale e una legge non può essere retroattiva”.

WHATSAPP IMAGE 2025-01-26 AT 18.00.28
L’avvocato Gianni Baldini assiste la coppia di padri fiorenitini

Nel rispondere alla memoria, l’Ufficio comunale ha ribadito che l’adozione in casi particolari sia lo strumento atto a garantire la miglior tutela dei minori, laddove il piano della tutela delle minori vada distinto dalla tutela delle libertà personali dei padri. Della serie: anche volendo l’ufficiale di Stato Civile non avrebbe discrezionalità e sarebbe obbligato a rispettare la legge. Ribadendo che una sentenza della Corte Costituzionale equiparerebbe all’adozione piena, per effetti civili e quindi tutele. Finisce qui? No, anzi è probabile che la vicenda finisca in tribunale. “Saranno ancora i giudici a decidere su questi figli - fa sapere Baldini - che loro malgrado rimangono privati del diritto di avere una famiglia”.