Soldi per uscire di casa. È questa l'idea del Ministero dell'uguaglianza di genere e della famiglia della
Corea del Sud,
che offre ai giovani
volontariamente reclusi un
assegno di sussistenza mensile di 650.000 won (circa 500 dollari) per incoraggiarli a lasciare la propria abitazione.
Alcuni studenti in un campus di Seul (Instagram)
Il fenomeno degli hikikomori
La condizione dei giovani che si isolano in casa, rifiutando spesso ogni contatto con l'esterno, è nota come "
hikikomori", un termine giapponese che tradotto letteralmente significa "tirarsi indietro" e va quindi a identificare persone che si sono "ritirate dalla società". Il governo vuole provare a rendere più facile, per chi vive questa condizione, uscire di casa per andare a scuola, all'università o al lavoro. Ma anche semplicemente uscire per il semplice fatto di non rimanere reclusi tra le quattro mura della stanza, per incontrare altre persone (reali e non virtuali). Secondo un’analisi del governo circa il
3,1% dei coreani di età compresa tra i 19 e i 39 anni sono "
giovani solitari", definiti come coloro che vivono in uno "spazio limitato, in uno stato di disconnessione dall'esterno per più di un certo periodo di tempo e hanno notevoli difficoltà a vivere una vita normale", secondo il rapporto del ministero, che cita il Korea Institute for Health and Social Affairs. Si tratta di circa
338.000 persone in tutto il Paese, il 40% delle quali ha iniziato a isolarsi nell'adolescenza, secondo il ministero. Si ritiene che siano in gioco diversi fattori, tra cui difficoltà economiche, malattie mentali, problemi familiari o di salute. In particolare i più colpiti sarebbero i giovanissimi, ragazzi e ragazze che non hanno ancora raggiunto i 25 anni. "A 15 anni, la
violenza domestica mi ha portato alla
depressione", ha dichiarato un giovane. "Sono oggi un letargico che non dorme solo quando deve mangiare", confessa un altro.
Il governo sudcoreano vuole incentivare l'uscita dei giovani dal loro isolamento volontario
La mossa della Corea del Sud
Altri ragazzi hanno collegato il loro isolamento alle forti
difficoltà economiche dei genitori o ancora al forte tasso di
disoccupazione giovanile nel Paese, oggi stabile attorno al 7%. Le nuove misure si inseriscono nell'ambito di una più ampia legge a sostegno del benessere dei giovani, che mira ad aiutare le persone estremamente ritirate dalla società, nonché coloro che vivono senza tutore o protezione scolastica e sono a rischio di delinquenza. L’indennità mensile intende supportare i giovani nelle spese di tutti i giorni, fra cui vitto e alloggio. E ancora, previste sovvenzioni per le esperienze culturali, per la sanità e l’ingresso nel mondo del lavoro. Sulla vicenda è intervenuto anche Shin Yul, docente di scienze politiche alla Myongji University di Seul, confessando di essere molto perplesso sulla durata di questa decisione: "Questa politica è fondamentalmente una
misura di benessere ma non può essere una soluzione a lungo termine".
La situazione negli altri Paesi
Secondo un'analisi del governo sudcoreano, circa il 40% ha iniziato a vivere in modo solitario da adolescente (Ansa)
Se prendiamo in considerazione il
Giappone invece, possiamo constatare che il fenomeno hikikomori ha dimensioni molto più ampie. Secondo alcune rilevazioni nel Paese, infatti, un milione e mezzo di persone vivono come reclusi dopo Covid. Stando ad un documento del governo nipponico, i giovani che scelgono di vivere isolati nelle case di famiglia provengono spesso da contesti svantaggiati e il 40% ha iniziato a vivere in modo solitario da adolescente. E in
Italia? Anche da noi il fenomeno è purtroppo ben presente, tanto che se finora esistevano solo stime e ipotesi sul numero di questi 'ritirati sociali', recentemente l
'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa (Cnr-Ifc) ha realizzato il primo studio nazionale sugli hikikomori nel Belpaese. Che, secondo i dati, sarebbero circa
54mila, considerando per il momento un target contenuto, ovvero gli studenti tra i 15 e i 19 anni. Tornando in Corea, infine, l'iniziativa per far uscire gli hikikomori può essere vista anche come un'idea volta ad invertire la tendenza all’
invecchiamento della popolazione. Lo stato infatti vanta il tasso di nascite più basso al mondo, l’unico al di sotto di un figlio per
donna (0.78). Nel documento del
governo di Seul vengono anche illustrate le motivazioni che spingono i giovani all'isolamento, tra le quali ci sono la violenza domestica. Il Paese ha anche un tasso relativamente alto di disoccupazione giovanile, al 7,2%, e sta cercando di affrontare un tasso di natalità in rapido calo che minaccia ulteriormente la produttività.