“La violenza di genere è frutto di un fallimento collettivo: non è solo una questione privata. Dobbiamo educare le nuove generazioni”. A parlare è Gino Cecchettin, padre di Giulia, la ragazza ventiduenne uccisa più di un anno fa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Oggi è stata presentata nella Sala Regina della Camera la Fondazione Giulia Cecchettin, un’iniziata nata dall’idea del papà Gino e del fratello e la sorella di Giulia, Davide ed Elena, per onorare la memoria della studentessa di Vigonovo e trasformare il dolore in un’opportunità per la società.
La Fondazione "si basa su valori fondamentali come integrità, onestà e rispetto dei diritti umani. Attraverso campagne di sensibilizzazione e progetti innovativi, mira a promuovere un cambiamento sociale e culturale, creando un ambiente in cui ogni individuo possa sentirsi al sicuro e valorizzato. Il loro lavoro è essenziale per costruire una comunità più giusta e solidale”. Come ha detto papà Gino, la Fondazione “nasce per dare voce e sostegno a chi non può più urlare e vive nella paura”.
Dal femminicidio di Giulia, avvenuto l’11 novembre del 2023, in Italia sono stata uccise più di 100 donne, sintomo di un fenomeno, quello della violenza di genere, estremamente radicato nel nostro Paese. Sintomo di una cultura patriarcale che – a differenza di quello che pensa il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, secondo cui è il patriarcato è una “visione ideologica” – è estremamente presente in Italia e per quale c’è una grande necessità di cambiamento.
La Fondazione Giulia “sarà un percorso partecipato che coinvolgerà al massimo possibile gli attori istituzionali, le organizzazioni e le persone che in questo periodo hanno dimostrato interesse a sostenere la nostra missione per garantire partecipazione, pluralità e trasversalità”. Avrà finalità sociali in ambiti come l’educazione, i servizi sociali, la ricerca scientifica e la beneficenza. Si collaborerà con università e organizzazioni per promuovere iniziative di sensibilizzazione, formazione e supporto alle vittime di violenza. Dal punto di vista dell’educazione e della consapevolezza, la Fondazione Giulia si impegnerà a promuovere una sensibilizzazione sul tema del linguaggio di genere e più in generale della violenza contro le donne. “La prevenzione – spiegano i fondatori – passa anche attraverso percorsi formativi dedicati alle persone che entrano in contatto con le donne che vivono situazioni di violenza per far nascere una società preparata a riconoscere ed affrontare la violenza di genere”. Il lavoro della Fondazione in memoria della ventiduenne di Vigonovo si baserà quindi su tre pilastri fondamentali: la dignità di ogni persona, l’unità della comunità contro la violenza e la parità per promuovere una cultura che valorizzi ogni individuo e combatta le barriere di genere e le discriminazioni.