Amati quasi come secondi genitori, apprezzati per la loro professionalità e la loro empatia, spesso però anche odiati, osteggiati nel loro compito formativo ma anche per i loro atteggiamenti. Essere insegnanti, oltre che mestiere, è una vocazione. O almeno dovrebbe esserlo, come tutti quei lavori che vanno oltre il semplice passaggio di informazioni e contenuti, che coinvolgono inevitabilmente la sfera emotiva.
Ma che significa oggi insegnare, formare le giovani menti del futuro? In Italia il presente di questa professione, tra precariato e stipendi bassi, una trafila infinita per raggiungere il titolo che poi non è seguita dal posto sicuro ma spesso da anni e anni di passaggio in graduatorie che non si esauriscono mai, è difficile.
E nella Giornata mondiale degli insegnanti, istituita nel 1996, che ricorre oggi, guardare allo stato dell’arte è fondamentale per trovare soluzioni concrete ai troppi problemi ancora esistenti. Quest'anno l'Unesco dedica l'iniziativa al tema: ‘Valorizzare la voce degli insegnanti: verso un nuovo contratto sociale per l'istruzione’.
“Oggi celebriamo in Italia e nel mondo la figura dell'insegnante, autentico professionista della conoscenza, protagonista di una didattica che sa trasmettere a ogni giovane saperi e valori, entusiasmo e fiducia. In una scuola che deve essere sempre più il pilastro della crescita civile e sociale", commenta il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.
La scuola dei talenti e del merito e l’uso dell’IA
“La scuola dei talenti e del merito sono due sintagmi strettamente connessi. La scuola del merito non deve valorizzare solo chi raggiunge obiettivi di eccellenza, altrimenti è una scuola elitaria, per pochi – aggiunge Valditara –. La scuola del merito deve valorizzare i talenti di ciascuno. Da questa riforma nasce quella della formazione tecnica professionale”. Il ministro dell'Istruzione è intervenuto per l’occasione al convegno ‘L'Italia dei conservatori: Europa, futuro, libertà’ in corso a Roma. “Siamo tra i primi Paesi ad aver avviato percorso sperimentale sull'Intelligenza artificiale nelle scuole: aiuta la didattica e a individuare quei percorsi che possono potenziare al meglio lo studio e al tempo stesso recuperare le carenze. È una didattica di scuola costituzionale, che vede la persona al centro, lo Stato è al servizio della persona, la scuola è al servizio dello studente per dare luce ai suoi talenti”, ha affermato.
La riforma del voto: “Antibiotico contro la febbre del bullismo”
Tornando poi sulla riforma dell’educazione civica e del voto in condotta recentemente entrata in vigore, Valditara respinge le accuse delle opposizioni e difende la misura, spiegando che “Molto disagio deriva dal fatto che spesso lo studente ha perso entusiasmo: dobbiamo riaccendere l'interesse nei ragazzi ma il rispetto è fondamentale”. Infine ha ricordato come secondo alcuni studi il bullismo diminuisce l'aspettativa di vita, porta depressione, insuccesso scolastico, persino suicidi: dobbiamo intervenire sulle motivazioni ma anche, quando è necessario, con l'antibiotico se la febbre è alta”, ha concluso Valditara.
FLC Cgil: “Il governo italiano nega l'evidenza”
L’occasione della Giornata mondiale, come detto, è anche utile a fare il punto della situazione e per fare quelle rivendicazioni urgenti perché i problemi vengano affrontati: “Ci uniamo alla mobilitazione globale che chiede ai governi di impegnarsi per il miglioramento delle condizioni della professione docente. Per di più, i recenti dati Ocse - Education at glance 2024 hanno confermato la grande distanza delle retribuzioni dei docenti italiani rispetto a quelle dei colleghi della media UE”.
È quanto afferma la Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil. Che poi aggiunge: “Il governo italiano, ben lungi dall'ammettere la effettiva necessità di indicare nella legge di bilancio risorse adeguate a colmare anche il divario con gli altri Paesi, trova argomenti per negare l'evidenza e risolve il tema dell'autorevolezza dei docenti con il voto in condotta o le multe per gli studenti. Mentre il contratto Istruzione e Ricerca è scaduto da due anni e le risorse a disposizione sono di gran lunga al di sotto rispetto all'inflazione maturata nel triennio di riferimento del contratto. Se si vuole davvero celebrare la giornata degli insegnanti – sottolinea la Flc Cgil – è necessario trovare risorse aggiuntive nella legge di bilancio 2025 per dare risposta sia all'inflazione che ha eroso il potere d'acquisto del personale, che alla valorizzazione di tutti settori della conoscenza”.
"La precarietà lavorativa e i salari sempre più bassi sono autentici attacchi alla funzione sociale degli insegnanti - continua il sindacato di categoria - e la Flc Cgil, da sempre si batte per il riconoscimento della dignità della docenza e di tutte le professionalità dei comparti della conoscenza”.
“Inoltre, mancano le risorse per garantire il diritto allo studio agli alunni che vivono situazioni di povertà educativa. Per garantire un'istruzione di qualità, inclusiva ed equa, e promuovere opportunità di apprendimento permanente è necessario dare una risposta nel rinnovo contrattuale 2022-24, senza pacchi natalizi o fughe dai tavoli negoziali. Se ciò non dovesse accadere – conclude la nota – è nostra intenzione lanciare una fase di iniziative di mobilitazione generale".