È Donald Trump il primo presidente nella storia degli Stati Uniti d’America ad essere condannato per un crimine, a pochi giorni dall'insediamento alla Casa Bianca che avverrà il prossimo 20 gennaio. Ad annunciare che il tycoon è stato riconosciuto colpevole nel caso dei pagamenti a Stormy Daniels ma che, comunque, non andrà in carcere per questo, è stato il giudice Juan Merchan che proprio ieri ha letto la sentenza: a Trump non sarà comminata neanche una multa, dato il suo imminente ritorno alla Casa Bianca.
“Sono stati i cittadini di questa nazione – ha spiegato il giudice – a decidere che lei debba godere di protezioni come la clausola di supremazia e l'immunità presidenziale. Buona fortuna per il secondo mandato”. La condanna, in ogni caso, macchia la fedina penale del presidente eletto e l’imprenditore non ha tardato a replicare: "Sono innocente, è stata una caccia alle streghe politica per danneggiare la mia reputazione. Questo caso è stata una brutta esperienza ed un fallimento del sistema giudiziario di New York”, sottolineando infine che “l’evento di oggi è stata una farsa spregevole e, ora che è finito, faremo appello contro questa bufala che non merito".
Chi è Stormy Daniels
Al secolo Stephanie A. Gregory Clifford, Stormy Daniels è un’ex attrice pornografica e regista statunitense, nata a Baton Rouge nel 1979. Ha lavorato anche come sceneggiatrice e produttrice, ottenendo nel corso della sua carriera numerosi riconoscimenti. Ma partiamo dall’infanzia trascorsa in Louisiana. Stormy cresce in una casa di campagna, povera e diroccata, come lei stessa racconta nel libro autobiografico Full Disclosure.
A Baton Rouge trascorre un’infanzia di privazioni e abusi fin da quando aveva solo nove anni. Una volta diciassettenne si presta a fare un cameo con un'amica spogliarellista al Gold Club, che le procura un successo tale da portare il proprietario del locale a scritturarla, benché ancora minorenne. Prende così il via la sua attività di spogliarellista, sotto lo pseudonimo Stormy Daniels (dal nome della figlia del bassista dei Mötley Crüe Nikki Sixx, con l’aggiunta del cognome Daniels tratto da una pubblicità del whiskey Jack Daniel's).
La turbolenta vita di Stormy proseguirà però con esperienze di vario tipo, tra cui la candidatura (di parte repubblicana) al Senato americano nell’aprile del 2010, durante la quale svolgerà diversi tour di ascolto in giro per la Louisiana, concentrandosi sulle tematiche legate all'economia, alla figura delle donne negli affari e alla protezione dei minori. Il 15 aprile, però, annuncia definitivamente il ritiro della sua candidatura.
L’incontro con Donald Trump
L’incontro con Trump risale al 2006, quando il presidente eletto statunitense si è recentemente sposato con Melania ed è da poco diventato papà del quintogenito Barron. Si dice che la scintilla fra i due sia scoccata immediatamente e che l'allora sessantenne Trump notò la 27enne durante un torneo di golf per celebrità in Nevada, invitandola prima a cena, poi in camera sua. Il contatto tra i due non si esaurisce però in una sola sera: Trump le telefona da un numero privato chiamandola 'Honeybunch' e promettendole di farla apparire su The Apprentice.
Da parte di Stormy Daniels, un primo tentativo di vendere la storia risale al 2016, dopo la
candidatura di Trump, quando la pornostar contatta media e tabloid per raccontare i dettagli della loro relazione, senza però ottenere riscontro. L’attenzione improvvisa dei media arriva solo successivamente alla pubblicazione dei fuori onda di Access Hollywood, in cui Donald Trump descrive la propria visione delle donne e del sesso. Ecco allora entrare in scena l’altra figura chiave della vicenda: l'ex legale e fixer di Trump, Michael Cohen, il quale propone a Stormy Daniels 130mila dollari in cambio del suo silenzio. La donna accetta firmando l'accordo sul set del suo ultimo film da pornostar. E sarà proprio questo pagamento a condurre il presidente eletto dritto verso l’incriminazione.Le indagini
Sono state lunghe e meticolose le indagini sui fondi illegali di Trump a Stormy Daniels in cambio del silenzio sulla loro relazione; ma alla fine l'ufficio del procuratore di New York ha incriminato il tycoon per tutti i 34 capi di accusa. A puntare il dito contro di lui, imputandogli di essere al corrente del pagamento, è stato proprio Michael Cohen, il suo ex fixer, che avrebbe pagato a Stormy Daniels i famosi 130mila dollari di tasca propria per poi essere rimborsato mensilmente da Trump mentre era alla Casa Bianca – con finti pagamenti per spese legali – in violazione delle norme sul finanziamento della campagne elettorali.
Accusato di uso di fondi illeciti durante la campagna, Cohen è stato condannato a tre anni di prigione, trascorsi in parte in carcere e in parte agli arresti domiciliari. Il 10 gennaio 2025 (a pochi giorni dalla cerimonia di giuramento a Capitol Hill che dovrà svolgersi il prossimo 20 gennaio) il giudice Juan Merchan ha stabilito che il tycoon - pur avendo ora la fedina penale macchiata dalla condanna - non andrà in prigione e non gli verrà comminata alcuna multa. Frattanto però gli occhi del mondo sono puntati sul presidente eletto e in molti si domandano se e come gli sviluppi sul caso del tycoon e della spogliarellista si ripercuoteranno sul mandato presidenziale…