Elon Musk sposta X e SpaceX dalla California al Texas: questione ‘di genere’ o di tasse?

Dopo che il Golden State ha approvato una legge che impedisce alle scuole di obbligare il personale a riferire ai genitori orientamento sessuale e identità di genere dei loro figli, l’imprenditorse ha ‘traslocato’ nello stato repubblicano dove ha la residenza

17 luglio 2024
Elon Musk

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Elon Musk trasferirà le sedi centrali di SpaceX (impresa di razzi spaziali) e di X (il social che abbiamo per anni conosciuto come Twitter), due delle sue aziende più importanti – insieme a quella di auto elettriche Tesla – dalla California al Texas. L’ha annunciato lo stesso miliardario. Ma perché?

Elon Musk ‘trasloca’ in Texas

Se c’è chi pensa ad una ragione economica, con uno ‘sconto’ di tasse (non ci va proprio lontano lontano, sicuramente questo influisce sulla scelta) il motivo ufficiale è legato ad alcune recenti leggi approvate dal governo del Golden State, notoriamente a guida democratica (mentre il suddetto ha annunciato recentemente di finanziare con decine di milioni di dollari la campagna di Donald Trump per le presidenziali di novembre). Al di là della partigianeria politica nello specifico a non andare giù a Musk è la nuova direttiva che vieta alle scuole statali di emanare regole che obblighino il personale a rivelare a chiunque, compresi gli altri genitori, informazioni sull’identità di genere di un bambino o di una bambina

Questa norma, secondo quanto affermato da un portavoce del governatore dello Stato, serve a garantire “la sicurezza dei bambini, tutelando al contempo il ruolo fondamentale dei genitori”.

Ma Musk l’ha definita “la goccia che ha fatto traboccare il vaso” proprio in un post su X. Il vaso è colmo, e lui trasloca altrove, in uno stato più vicino al suo ideale, visto che nel 2021 aveva già trasferito in Texas la sede centrale di Tesla e lì ha anche registrata la sua residenza.  Ah, giusto per ricordare, bello – si fa per dire –  tutto lo spirito ideologico, l’affinità elettiva con le politiche repubblicane estremiste – vedasi la legge sull’aborto, che risale al 1926 –, ma non serve nemmeno scavare più di tanto per scoprire che il Texas che non ha imposte sul reddito. E per un multimiliardario non è cosa di poco conto. 

La legge per tutelare l’identità di genere dei minori in California

Ma vediamo meglio di cosa si occupa la direttiva tanto osteggiata da Elon Musk da farlo ‘traslocare’. Come spiega il Washington Post questa settimana la California è diventata il primo Stato a vietare le politiche scolastiche che richiedono ai dipendenti di riferire l'orientamento sessuale, l'identità di genere o l'espressione di genere degli studenti senza il loro consenso. La legge, firmata lunedì dal governatore Gavin Newsom, garantisce infatti che gli istituti pubblici non richiedano agli insegnanti e al personale di comunicare ai genitori l’identità LGBTQ dei loro figli. La legge prende di mira i crescenti sforzi dei conservatori per imporre ai distretti scolastici di comunicare alle famiglie, ad esempio, i cambi di nome o di espressione di genere di alunni e alunne.

In questo modo si farebbe “fare coming out forzatamente agli alunni senza il loro consenso”, il che può essere dannoso per i giovani e togliere loro la possibilità di prendere “decisioni profondamente personali” sulla loro identità. Alcuni politici conservatori, invece, nel contesto di una più ampia spinta repubblicana a limitare i diritti e l'educazione LGBTQ+ a livello statale, sostengono che i genitori hanno il diritto di ricevere informazioni sull'identità di genere dei propri figli a scuola. La nuova legge arriva dopo che diversi distretti californiani hanno adottato politiche che obbligano il personale scolastico a informare le famiglie. “Questa legge aiuta a mantenere i bambini al sicuro, proteggendo al contempo il ruolo critico dei genitori”, ha dichiarato Brandon Richards, portavoce di Newsom. “Protegge il rapporto figlio-genitore impedendo ai politici e al personale scolastico di intervenire in modo inappropriato nelle questioni familiari e di cercare di controllare se, quando e come le famiglie hanno conversazioni profondamente personali”.