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Emma Bonino: “Dove marcia il Pride scoppia la pace”. A Torino si schierano le istituzioni

di NICOLÒ GUELFI -
11 giugno 2022
Emma Bonino

Emma Bonino

“Dove marcia il Pride scoppia la pace”. Lo dice la leader di +Europa, Emma Bonino, sui suoi canali social, postando una foto con la bandiera arcobaleno in occasione del Roma Pride. “I Pride, nati come rivolta contro le discriminazioni subite dalla comunità LGBTI+ - prosegue la senatrice - oggi sono un termometro attendibile per capire il grado di salute di una democrazia: dove sfilano nella loro libertà i cittadini, tutti i cittadini, vivono meglio".
Arcigay Prato-Pistoia che si è fatta portavoce del disagio di alcune studentesse rimaste escluse dalla manifestazione riservata ai licei

Emma Bonino: “I Pride, nati come rivolta contro le discriminazioni subite dalla comunità LGBTI+"

"Dove sono proibiti, censurati o repressi brutalmente, mancano tutte le libertà. Per questo oggi, dopo due anni difficili - continua Bonino rivolgendosi alla comunità LGBT - ballate, cantate, urlate, rivendicate la piena uguaglianza, ne avete tutto il diritto. Teniamoci stretta la libertà, teniamoci stretta l’Europa che la tutela, teniamoci stretti i Pride. Io sono ancora un po’ acciaccata dopo una caduta ma - conclude - col cuore sfilerò con tutte e tutti voi”. Una delegazione di +Europa parteciperà oggi al Pride romano. Torino Pride: le istituzioni al fianco della comunità Lgbt+ Nel mese del Pride, a Torino le istituzioni al fianco della comunità Lgbt+ La comunità Lgbt+ e le università insieme per i diritti. A Torino il 18 giugno si svolgerà il Pride e questa edizione, dal titolo “Queer ed ora”, nelle parole dell’organizzatore Marco Giusta sarà “il più inclusivo, accessibile e politico mai visto”. In questa occasione, per garantire un’esperienza positiva e venire incontro alle esigenze di tutti, il percorso sarà consultabile via smartphone tramite una mappa in cui saranno indicati i punti di utilità, tra cui i bagni pubblici. Inoltre, saranno forniti tappi insonorizzanti per le orecchie per proteggere l’udito di tutte le persone che potrebbero riportare traumi dovuti alla musica o ai rumori della manifestazione.

La presentazione del Torino Pride

L’evento, attesissimo dopo gli anni della pandemia, trova un appoggio istituzionale senza precedenti nella storia piemontese e italiana: alla conferenza di presentazione hanno partecipato l’assessore comunale alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli, i rettori dell’Università e del Politecnico di Torino Stefano Geuna e Guido Saracco e anche il direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti Edoardo di Mauro. Unico assente tra le istituzioni locali è la Regione Piemonte. Lontani sembrano i tempi in cui i pride si svolgevano nelle città con la condiscendenza o perfino con lo sdegno delle istituzioni. Oggi, la celebrazione è una festa di tutti, un po’ come il 25 aprile, che vuole raccogliere più persone possibili: “Sono passati 50 anni dal primo – spiega Rosatelli –. In tutto questo tempo sono stati fatti molti passi avanti, ma ci sono ancora tante battaglie per cui combattere. Torino è una città indissolubilmente legata alla storia del movimento Lgbt, dove è fiorito un grande associazionismo fin dai primi anni. Il Torino Pride è unico in Italia per la sua capacità di unire realtà associative con anime diverse tra di loro. Le famiglie arcobaleno oggi chiedono il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, che attualmente possono essere registrati come figli legittimi solo di uno dei due coniugi. Torino aveva iniziato questa pratica, ma oggi la legge nazionale non ce lo permette. La lotta è iniziata 50 anni fa, ma non è ancora finita”. Un edizione politica Questa edizione sarà fieramente politica: i gruppi organizzatori della manifestazione hanno ribadito quelle che sono le lotte per le quali si battono: la difesa della legge 194 sull’aborto, la creazione di una legge sul fine vita, la tutela dei figli delle coppie omogenitoriali e il matrimonio egualitario per le persone della comunità Lgbtq+. “Soffriamo ancora per la fine indegna che ha fatto il Ddl Zan al Senato – ha dichiarato Angela Mazzoccoli, coordinatrice del Torino Pride –. All’Italia serve una legge contro L’omobitrasfobia. Vogliamo che ai servizi di accoglienza per persone Lgbt+ come ToHousing e PorTo Sicuro sia garantito un sostegno economico sicuro e duraturo per continuare la propria opera. Chiediamo inoltre l’introduzione delle carriere alias nelle scuole. Infine, la richiesta più importante che portiamo avanti è la riforma del diritto di famiglia: è fondamentale che le famiglie non monogamiche siano riconosciute con pari diritti rispetto alle famiglie formate da una coppia”. Matrimoni in ripresa, raddoppio su 2020 ma ancora -2,7% su 2019: 2mila le unioni civili tra persone dello stesso sessoL’impegno per il cambiamento passa attraverso molti stadi diversi, tra cui quello legato alla cultura: “Credo che per il mondo della cultura la presenza al pride non significhi solo sostenere dei diritti – ha ricordato il rettore Stefano Geuna – ma serve anche a testimoniare come la cultura e la scienza possano costruire un mondo migliore. Vogliamo creare una cultura dove le discriminazioni non abbiano senso di esistere. A questo scopo l’Università di Torino ha introdotto già da tempo il doppio libretto e la carriera alias per gli studenti e il personale”. L’Università di Torino è stata la prima in Italia a inserire questa possibilità. La posizione del Politecnico di Torino Anche il Politecnico non ha fatto mancare il suo sostegno: “Credo che sia possibile risolvere i problemi di uguaglianza nelle università in tempi brevi. La sfida per la parità è la prima da affrontare. Il Politecnico di Torino richiama molte persone dal sud Italia e dall’estero e molte di queste, con la possibilità di affrancarsi dal contesto familiare, scoprono così la propria identità e libertà sessuale. Per questa ragione, forniamo loro supporto psicologico. Non bisogna avere paura del diverso. La battaglia però è molto più ampia perché è nelle nicchie di povertà che nasce la violenza”. La presenza degli atenei è una scelta di campo chiara e politica: “Quando istituzioni importanti come le università sostengono una causa – continua Saracco – esse portano un cambiamento, che deve essere sostenibile per la società, ma la sostenibilità non si ottiene senza uguaglianza”. Il percorso della manifestazione partirà da corso Principe Eugenio alle 16.30, attraverserà corso San Martino, via Cernaia, via Pietro Micca, piazza Castello, via Po e il gran finale sarà in piazza Vittorio Veneto. Il sito internet Holidu ha stilato una classifica delle città italiane, basato su tre criteri: dimensione degli spazi Lgbt friendly (a cui è stata attribuita la metà del punteggio), raggiungibilità con i mezzi di trasporto pubblico (treni, autobus e voli) (un quarto del punteggio) e infine l’accessibilità dei prezzi degli alloggi nella settimana del Pride (il restante 25%). Secondo questa classifica, Torino è stata valutata la terza migliore città in Italia dopo partecipare al pride, subito dietro Milano e Roma. Il capoluogo piemontese rivendica da tempo la sua apertura verso il mondo arcobaleno, e infatti si è recentemente candidata per ospitare l’Europride nel 2026.