Disforia di genere, nel Regno Unito stop al farmaco che blocca lo sviluppo puberale

Lo ha deciso il Servizio sanitario inglese: “Non c’erano prove sufficienti” della sicurezza o dell’efficacia. Le terapie saranno disponibili come parte della ricerca, ma i singoli medici potranno richiedere il finanziamento dei farmaci per i pazienti, caso per caso. Garantiti i trattamenti in corso

di Redazione Luce!
13 marzo 2024
Farmaci (foto repertorio Ansa)

Farmaci (foto repertorio Ansa)

Stop alle prescrizioni del farmaco utilizzato nei centri che si occupano di disforia di genere per la sospensione dello sviluppo puberale in casi di pubertà precoce. Lo ha deciso il Servizio sanitario inglese (Nhs). 

Il passo indietro della Gran Bretagna

La decisione del Servizio sanitario inglese arriva dopo che un lavoro di revisione sui principali studi ha rilevato che “non c’erano prove sufficienti” della sicurezza o dell’efficacia sul farmaco. A riportare la notizia è la Bbc. Le terapie bloccanti della pubertà, che interrompono i cambiamenti fisici che si innescano con lo sviluppo dei ragazzi, saranno ora disponibili solo come parte della ricerca. In pratica non sarà più consentita la prescrizione "di routine" al di fuori di uno studio di ricerca, ma i singoli medici potranno comunque richiedere il finanziamento dei farmaci per i pazienti, caso per caso. Ovviamente saranno garantite le terapie in corso: attualmente il Servizio sanitario nazionale prescrive i bloccanti della pubertà a meno di 100 giovani in Inghilterra e tutti loro potranno continuare il trattamento. 

La chiusura del Servizio per lo sviluppo dell'identità di genere (Gids) è prevista per fine mese. All'inizio di aprile, invece, l'apertura di due nuovi servizi del Servizio sanitario nazionale, a Londra e a Liverpool, che per i prossimi due anni saranno seguiti da centri specialistici regionali.

Il dibattito in Italia

In Italia a gennaio l'uso di queste terapie, nel caso particolare all'ospedale Careggi di Firenze, era finito nell'occhio del ciclone dopo l’interrogazione parlamentare di Forza Italia e il conseguente intervento del ministero della Salute, con l'invio degli ispettori per verificare se fosse stato effettuato il percorso preliminare indicato di psicoterapia prima della somministrazione del farmaco triptorelina.

In Italia la triptorelina è utilizzata per la sospensione dello sviluppo puberale in casi di pubertà precoce. È indicata limitatamente alle bambine di età inferiore agli 8 anni e ai bambini inferiori di 10 anni (prescrizione a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), su diagnosi e piano terapeutico di strutture specialistiche, come da nota AIFA 51).

L’impiego negli adolescenti con disforia di genere, per bloccare quindi una “pubertà fisiologica”, è considerato off label, cioè al di fuori delle indicazioni specifiche del farmaco. Con la determina n. 21756/2019, infatti, l’AIFA ha inserito la triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del SSN, ai sensi della legge 648/96, per l’impiego in casi selezionati di disforia di genere, con diagnosi confermata da un’équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva.