Linee guida più stringenti sull’educazione sessuale nelle scuole primarie dell’Inghilterra. Sarebbe la manovra del governo conservatore di Rishi Sunak. Le nuove regole saranno diffuse domani, ma i media locali hanno già dato notizia di alcune indiscrezioni destinate a far discutere.
Niente educazione sessuale prima dei 9 anni e per i temi più espliciti, come può essere la contraccezione, bisogna aspettare i 13 anni. E poi, fra i punti centrali e senza dubbio più caldi, ci sono le restrizioni riguardanti l'identità di genere, tema al centro di accese discussioni nel Paese e altrove (basta vedere l’Italia). I docenti dovranno evitare di approfondire con gli alunni gli argomenti relativi al cambio di sesso, limitandosi a insegnare aspetti puramente “biologici”.
A presentare le nuove linee guida del governo sarà la ministra dell'Istruzione Gillian Keegan, che avvierà un periodo di consultazione. Si prevede un dibattito piuttosto acceso a vedere le reazioni che già le indiscrezioni hanno suscitato. In particolare gli insegnanti hanno criticato la stretta sottolineandone il carattere prettamente “politico”, quindi non legata ad una reale e concreta necessità a loro avviso.
Per gli insegnanti non c’è necessità
"Se ciò che è trapelato è accurato, il governo deve fornire le prove che dimostrano inequivocabilmente che tali limiti di età miglioreranno il sostegno, la protezione e la tutela dei bambini e dei giovani – è stato il commento di Paul Whiteman, segretario generale del sindacato dei dirigenti scolastici – È difficile capire come limiti rigidi su ciò che può essere discusso e quando, siano nell'interesse dei giovani, con il rischio che essi cerchino informazioni da fonti meno affidabili". Cosa che probabilmente già accade visto che i bambini hanno accesso alle nuove tecnologie (quindi ai social e al mare magnum del web) fin da piccolissimi.
Cosa prevedono le linee guida attuali
A differenza dell’Italia, il sistema scolastico del Regno Unito già da tempo prevede l’educazione alle relazioni, al sesso e alla salute. L'educazione alle relazioni, per esempio, è obbligatoria per le scuole primarie dal settembre 2020. I bambini vengono istruiti sul concetto di relazione sana e sul rispetto, in famiglia e nelle amicizie, ma anche online e sui social. Imparano anche a conoscere la salute fisica, le parti del corpo, i limiti e la pubertà.
Alla scuola secondaria, poi, si passa all'educazione alle relazioni, al sesso e alla salute. I ragazzi parlano di consenso, abuso e mutilazioni genitali femminili, giusto per fare qualche esempio. Attualmente le scuole hanno più margine di manovra e autonomia nel stabilire quale tema affrontare. Flessibilità che il sistema di istruzione vorrebbe mantenere, per poter soddisfare le esigenze quotidiane dei propri alunni, in continua evoluzione (l'età in cui ci si approccia a certi temi si è decisamente abbassata e con l’intromissione delle tecnologie, molte cose sfuggono al controllo parentale).
Allo stesso modo i genitori possono decidere di non far partecipare i propri figli alle lezioni di educazione sessuale (non quelle sulle relazioni). Un po’ come accade nel nostro Paese per l’ora di religione per intendersi.
Eppure anche in Inghilterra – come accade anche qui – c’è un’ala più conservatrice del Parlamento che conduce una vera e propria caccia ai “contenuti inappropriati”. E il riferimento è ovviamente alla tanto chiacchierata “teoria gender”, temuta e combattuta. Da qui la risposta del primo ministro Sunak, con la revisione delle linee guida che mira proprio a scongiurare questo rischio (se così si può definire) e quindi a placare certi timori, tenendo l'identità di genere a distanza di sicurezza dalle scuole.