Per Imane Khelif inizia una nuova battaglia: ha sporto denuncia per cyberbullismo

A dare l'annuncio è stato l'avvocato della neocampionessa olimpica dei pesi superleggeri: “L'indagine penale determinerà chi ha avviato questa campagna misogina, razzista e sessista, e dovrà concentrarsi anche su coloro che hanno alimentato questo linciaggio digitale”

di CHIARA CARAVELLI
11 agosto 2024
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Gold medallist Algeria's Imane Khelif poses on the podium during the medal ceremony for the women's 66kg final boxing category during the Paris 2024 Olympic Games at the Roland-Garros Stadium, in Paris on August 9, 2024. (Photo by MOHD RASFAN / AFP)

Dopo aver conquistato l’oro olimpico nella categoria -66 kg, la pugile algerina Imane Khelif ha deciso di rispondere per vie legali alle tantissime accuse che l’hanno travolta dopo l’incontro con l’atleta italiana Angela Carini. Khelif ha infatti sporto denuncia alla polizia di Parigi per cyberbullismo. Ad annunciarlo è stato il legale della neocampionessa olimpica: “Dopo aver vinto una medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, la pugile Imane Khelif ha deciso di condurre una nuova battaglia: quella della giustizia, della dignità e dell'onore. Madame Khelif ha presentato una denuncia per atti di cyberbullismo aggravato di cui è stata vittima allo scopo di combattere contro l'odio online” si legge nella nota diffusa dall'avvocato Nabil Boudi.

Per il legale "le ingiuste molestie subite dalla campionessa di boxe rimarranno la macchia più grande di questi Giochi Olimpici. L'indagine penale determinerà chi ha avviato questa campagna misogina, razzista e sessista, e dovrà concentrarsi anche su coloro che hanno alimentato questo linciaggio digitale”.

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Le immagini di Khelif che piange e si emoziona dopo aver vinto l’oro olimpico hanno fatto il giro del web. Così come lo spirito che si è respirato durante la premiazione, dove è stata acclamata e festeggiata dalle altre due atlete sul podio. "Sono pienamente qualificata – aveva detto nella conferenza post match che le è valso il titolo olimpico – per partecipare a questa competizione. Sono una donna come tutte le altre donne. Sono nata donna, ho vissuto come donna, ho gareggiato come donna, non c'è dubbio. Loro sono nemici del successo, è così che li chiamo. E questo dà anche al mio successo un sapore speciale a causa di questi attacchi”.

Un’ondata di odio totalmente ingiustificata di cui Khelif è stata vittima rispetto alla sua identità di genere, accusata di essere un uomo, di non poter partecipare alla competizione. "Il mio onore ora è intatto – ha detto la pugile – ma gli attacchi che ho subito sui social sono stati estremamente gravi e hanno un impatto sulla dignità delle persone. Per quanto riguarda l'Iba, dal 2018 faccio boxe sotto la loro egida. Mi conoscono molto bene, sanno di cosa sono capace, sanno come mi sono evoluta negli anni, ma ora non sono più riconosciuti. Mi odiano e non so perché. Mando loro un unico messaggio: con questa medaglia d'oro, la mia dignità, il mio onore vengono prima di tutto”.