Imane Khelif, l’appello contro il bullismo dopo le polemiche: “Può distruggere”

L’atleta algerina, finita nel vortice delle offese e della disinformazione, ha chiesto un maggiore rispetto della diversità. La risposta migliore che possa dare? “Vincere l’oro”

di MARCO PILI
5 agosto 2024
Imane Khelif, la pugile algerina che ha sfidato e sconfitto Angela Carini (ANSA)

Imane Khelif, la pugile algerina che ha sfidato e sconfitto Angela Carini (ANSA)

“Basta col bullismo, ha conseguenze devastanti e può distruggere le persone”. È con queste parole che la pugile Imane Khelif, balzata sulle prime pagine dei giornali e su tutti i profili social dei principali esponenti di governo italiani e non solo, ha denunciato il clima di odio che le è stato creato attorno prima della sfida con Angela Carini.

Come anticipato l’incontro, valido per gli ottavi di finale dei pesi welter femminili alle Olimpiadi di Parigi, è stato corredato da una serie infinita di fake news in grado di destabilizzare la mente e la concentrazione di qualsiasi atleta, nonché di ferire nel profondo dei sentimenti. Ed è stato proprio in virtù del peso di queste parole che la boxeur algerina si è rivolta all’emittente americano Sntv, con la chiara volontà di denunciare tutta la pressione e le offese alle quali è stata sottoposta.

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Ma il suo intento non è stato certo quello di proferire unicamente parole di denuncia, ma anche di rivolgere un appello “a tutte le persone del mondo”, come da lei dichiarato. “Rispettate i principi dei Giochi, quelli contenuti nella carta olimpica: rifiutate il bullismo su ogni atleta, perché ha conseguenze pesanti”, ha affermato l’atleta intersex, aggiungendo un’ulteriore presa di posizione sul linguaggio di odio che le è stato rivolto da migliaia di persone prima della sfida sul ring: “L’odio può distruggere le persone, uccide i pensieri, lo spirito e la mente e può dividere i popoli”.

Una visione chiara e concreta di quanto odio, disinformazione e fake news possano incidere sul percorso olimpionico e di vita di un’atleta che, fin dalla nascita, combatte per l’ammissione alla categoria nella quale viene - da sempre – ammessa di diritto. L’unica esclusione, infatti, è stata comminata dall’IBA (International Boxing Association), organo non più riconosciuto dal CIO a partire dal 2019 e profondamente collegato al regime di Vladimir Putin e a Gazprom, società petrolifera statale russa e main sponsor della federazione.

La preoccupazione di Khelif per la famiglia

Nel corso dell’intervista non è mancato un pensiero alla famiglia, che non ha avuto modo di seguire la Khelif a Parigi per seguire dal vivo i suoi incontri: “La mia famiglia a casa è preoccupata, ad Algeri. La sento due volte a settimana, spero non siano troppo profondamente feriti da tutto questo. Vincere l'oro sarebbe la mia miglior risposta”. Un augurio che, nel caso della boxeur, suona come un riscatto dopo tutte le offese delle quali è diventata bersaglio sui giornali e sui social.