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Home » Attualità » Iran, c’è chi chiede il certificato di verginità alla donna. “È una violazione della privacy”

Iran, c’è chi chiede il certificato di verginità alla donna. “È una violazione della privacy”

Nel paese islamico sono sempre di più gli uomini che chiedono alla loro promessa un'attestazione di 'integrità' prima di sposarla. Di recente però è stata lanciata una campagna per porre fine a questa pratica

Edoardo Martini
12 Agosto 2022
Donna iraniana

Donna iraniana

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In Iran, la ‘purezza‘ delle giovani in età da matrimonio è un requisito importante per le loro famiglie. Tanto che a volte gli uomini arrivano addirittura a chiedore un certificato di verginità, una pratica che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene contraria ai diritti umani.

In Iran sono sempre di più le donne che devono arrivare vergini al matrimonio

“Una violazione della privacy ed è umiliante”

“Mi hai ingannato per sposarti, perché non sei vergine. Nessuno ti sposerebbe se sapesse la verità”. Questo è ciò che il marito di Maryam le ha detto dopo la prima volta. La donna ha cercato di rassicurarlo, sostenendo di non avere mai avuto rapporti sessuali prima. Ma lui non le ha creduto e le ha chiesto un certificato di verginità. Questo pratica non è rara in Iran. Dopo essersi fidanzate, infatti, molte donne vanno da un medico e fanno un test per dimostrare di essere ancora ‘come mamma le ha fatte’. La storia di Maryam è, quindi, la realtà vissuta da molte donne nel Paese. Essere vergine prima del matrimonio è ancora cruciale per molte ragazze e le loro famiglie. È un valore profondamente radicato nella loro cultura.

Ma di recente, le cose hanno iniziato a cambiare. Un gruppo di donne e uomini si è unito per creare una campagna che miri a porre fine ai test di verginità, per la prima volta nella storia nazionale. Lo scorso novembre, una petizione online ha ottenuto quasi 25.000 firme in un solo mese. “È una violazione della privacy ed è umiliante“, dice Neda, una studentessa. “Sono andata nel panico – racconta riferendosi alla prima volta che è stata con un uomo -. Ero terrorizzata da cosa sarebbe successo se la mia famiglia lo avesse scoperto”. Così, Neda ha deciso di far riparare il suo imene. Tecnicamente, questa procedura non è illegale, ma ha pericolose implicazioni sociali, quindi nessun ospedale ha accettato di eseguirla. La ragazza quindi, ha trovato una clinica privata che lo avrebbe fatto in segreto, ma ad un prezzo molto caro. “Ho speso tutti i miei risparmi. Ho venduto il mio laptop, il mio telefono cellulare e i miei gioielli d’oro”, ha rivelato. E come se non bastasse, ha dovuto firmare un documento per assumersi la piena responsabilità nel caso in cui qualcosa andasse storto. Un’ostetrica ha poi proceduto con l’operazione durata all’incirca 40 minuti. Neda ha avuto bisogno di molte settimane per riprendersi e naturalmente ha dovuto nascondere tutto ai suoi genitori. “Mi sentivo molto sola. Ma penso che la paura di essere scoperta mi abbia aiutato a tollerare il dolore”. Un anno dopo, ha incontrato qualcuno che voleva sposarla. Ma quando hanno fatto sesso, lei non ha sanguinato a testimonianza che la procedura era fallita. “Il mio ragazzo mi ha accusato di aver cercato di ingannarlo sul matrimonio. Ha detto che ero una bugiarda e mi ha lasciata“.

Il terribile certificato che attesta la verginità della donna sta spopolando in Iran

Il certificato “Questa ragazza sembra essere vergine”

Nonostante l’OMS denunci i test di verginità come non etici e privi di meriti scientifici, la pratica è ancora condotta in diversi paesi, tra cui Indonesia, Iraq e Turchia. L’Organizzazione medica iraniana sostiene di effettuare test di verginità solo in circostanze specifiche, come casi giudiziari e accuse di stupro. Tuttavia, la maggior parte delle richieste di certificazione di verginità proviene ancora da coppie che stanno pianificando di sposarsi. Quindi si rivolgono a cliniche private, spesso accompagnate dalle loro madri. La pratica è questa: un ginecologo o un’ostetrica effettuerà un test e rilascerà un certificato. Questo includerà il nome completo della donna, il nome di suo padre, il suo documento d’identità nazionale e talvolta la sua foto. Descriverà lo stato del suo imene e includerà l’affermazione: “Questa ragazza sembra essere vergine”.

 

 

 

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Instagram

  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
In Iran, la 'purezza' delle giovani in età da matrimonio è un requisito importante per le loro famiglie. Tanto che a volte gli uomini arrivano addirittura a chiedore un certificato di verginità, una pratica che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene contraria ai diritti umani.
In Iran sono sempre di più le donne che devono arrivare vergini al matrimonio

"Una violazione della privacy ed è umiliante"

"Mi hai ingannato per sposarti, perché non sei vergine. Nessuno ti sposerebbe se sapesse la verità". Questo è ciò che il marito di Maryam le ha detto dopo la prima volta. La donna ha cercato di rassicurarlo, sostenendo di non avere mai avuto rapporti sessuali prima. Ma lui non le ha creduto e le ha chiesto un certificato di verginità. Questo pratica non è rara in Iran. Dopo essersi fidanzate, infatti, molte donne vanno da un medico e fanno un test per dimostrare di essere ancora 'come mamma le ha fatte'. La storia di Maryam è, quindi, la realtà vissuta da molte donne nel Paese. Essere vergine prima del matrimonio è ancora cruciale per molte ragazze e le loro famiglie. È un valore profondamente radicato nella loro cultura.

Ma di recente, le cose hanno iniziato a cambiare. Un gruppo di donne e uomini si è unito per creare una campagna che miri a porre fine ai test di verginità, per la prima volta nella storia nazionale. Lo scorso novembre, una petizione online ha ottenuto quasi 25.000 firme in un solo mese. "È una violazione della privacy ed è umiliante", dice Neda, una studentessa. "Sono andata nel panico - racconta riferendosi alla prima volta che è stata con un uomo -. Ero terrorizzata da cosa sarebbe successo se la mia famiglia lo avesse scoperto". Così, Neda ha deciso di far riparare il suo imene. Tecnicamente, questa procedura non è illegale, ma ha pericolose implicazioni sociali, quindi nessun ospedale ha accettato di eseguirla. La ragazza quindi, ha trovato una clinica privata che lo avrebbe fatto in segreto, ma ad un prezzo molto caro. "Ho speso tutti i miei risparmi. Ho venduto il mio laptop, il mio telefono cellulare e i miei gioielli d'oro", ha rivelato. E come se non bastasse, ha dovuto firmare un documento per assumersi la piena responsabilità nel caso in cui qualcosa andasse storto. Un'ostetrica ha poi proceduto con l'operazione durata all'incirca 40 minuti. Neda ha avuto bisogno di molte settimane per riprendersi e naturalmente ha dovuto nascondere tutto ai suoi genitori. "Mi sentivo molto sola. Ma penso che la paura di essere scoperta mi abbia aiutato a tollerare il dolore". Un anno dopo, ha incontrato qualcuno che voleva sposarla. Ma quando hanno fatto sesso, lei non ha sanguinato a testimonianza che la procedura era fallita. "Il mio ragazzo mi ha accusato di aver cercato di ingannarlo sul matrimonio. Ha detto che ero una bugiarda e mi ha lasciata".

Il terribile certificato che attesta la verginità della donna sta spopolando in Iran

Il certificato "Questa ragazza sembra essere vergine"

Nonostante l'OMS denunci i test di verginità come non etici e privi di meriti scientifici, la pratica è ancora condotta in diversi paesi, tra cui Indonesia, Iraq e Turchia. L'Organizzazione medica iraniana sostiene di effettuare test di verginità solo in circostanze specifiche, come casi giudiziari e accuse di stupro. Tuttavia, la maggior parte delle richieste di certificazione di verginità proviene ancora da coppie che stanno pianificando di sposarsi. Quindi si rivolgono a cliniche private, spesso accompagnate dalle loro madri. La pratica è questa: un ginecologo o un'ostetrica effettuerà un test e rilascerà un certificato. Questo includerà il nome completo della donna, il nome di suo padre, il suo documento d'identità nazionale e talvolta la sua foto. Descriverà lo stato del suo imene e includerà l'affermazione: "Questa ragazza sembra essere vergine".

     
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