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Home » Attualità » Iran, uccisa una ragazza di 14 anni che si era tolta il velo: sul corpo segni di violenza

Iran, uccisa una ragazza di 14 anni che si era tolta il velo: sul corpo segni di violenza

L'adolescente di nome Masooumeh era stata arrestata a scuola. La madre della ragazza, che voleva denunciare l'accaduto, sarebbe scomparsa

Marianna Grazi
21 Dicembre 2022
Studentessa iraniana di 14 anni violentata e uccisa per essersi tolta l'hijab a scuola

Studentessa iraniana di 14 anni violentata e uccisa per essersi tolta l'hijab a scuola

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Un’adolescente iraniana è morta a Teheran: la 14enne sarebbe stata violentata e uccisa dopo l’arresto, perché la ragazza si era tolta l’hijab in classe, in segno di protesta contro il regime. A denunciarlo il direttore della ong Center for Human Rights in Iran, che ha però sede a New York. La giovane è stata identificata tramite l’esame delle registrazioni di telecamere di sorveglianza a scuola. Il New York Times riferisce che l’adolescente, identificata come Masoomeh, proveniva da un quartiere povero di Teheran e si era tolta il velo in aula in solidarietà con le rivolte che stanno scuotendo la Repubblica Islamica da ormai quattro mesi, dopo la morte della giovane di origine curda Mahsa Amini.

Studentesse senza velo come protesta contro il regime iraniano

Dopo essere stata presa in custodia dalla polizia è stata trasferita in ospedale, dove è stata curata per “gravi lacerazioni vaginali“, come riporta il Times, citando il Centro per i diritti umani in Iran. La ragazza è poi morta e sua madre, che voleva denunciare lo stupro e la morte della figlia, è scomparsa. La sua morte si colloca nel contesto delle proteste diffuse da mesi in tutto il Paese, scatenate dalla morte della 22enne il 16 settembre, avvenuta mentre questa si trovava sotto la custodia della polizia morale. Amini era stata sottoposta alla custodia della Gasht-e-Ershad, il nome persiano della famigerata polizia della moralità per “uso improprio dell’hijab”. Le rivolte si sono diffuse in oltre 140 città e regioni. I rapporti indicano che almeno 700 persone sono morte a causa della repressione del governo, tra cui decine di bambini.

“In un movimento in cui la donna è posta al centro, il regime barbaro e violento ha usato lo stupro come arma per demolire ulteriormente il morale del suo popolo. Hanno preso di mira le donne in tribunale, per aver ballato, cantato, mostrato i capelli, e ora le stanno umiliando nel modo peggiore possibile, prima di privarle della loro vita”, ha dichiarato Lisa Daftari, caporedattore del Foreign Desk. “Ci si chiede dove siano i cosiddetti paladini dei diritti delle donne nel mondo e perché non facciano di più per le iraniane. È incredibile che fino alla settimana scorsa questi brutali dittatori fossero seduti nel più importante comitato mondiale per i diritti delle donne. Per quanto tempo ancora le donne iraniane dovranno sopportare questa brutalità prima che i leader si facciano avanti per condannare questo regime?”.

Le proteste in Iran vedono al centro le donne, che sono anche le più colpite

“L’espulsione dell’Iran dalla commissione Onu sullo status delle donne è un evento senza precedenti” ed è stato “un segnale importante anche per altri Paesi, dove simili violazioni dei diritti delle donne possono avvenire”. Lo ha detto all’Ansa il Rappresentante dell’Italia all’Onu Maurizio Massari, a margine della Conferenza degli Ambasciatori. Sull’Iran “era molto forte la pressione dell’opinione pubblica internazionale per la violazione dei diritti delle donne, quindi la risoluzione presentata dagli Stati Uniti, e che abbiamo sostenuto come Ue, è passata con una buona maggioranza”, ha ricordato Massari. La Commissione Affari esteri e comunitari della Camera, al termine della discussione congiunta delle risoluzioni, ha approvato  all’unanimità la risoluzione oggi, 21 dicembre.

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  • “The Last of Us”, il videogioco, è diventato serie tv, l’attesa è finita ma non le polemiche che riguardano Bella Ramsey. 

Già apprezzatissima dalla critica internazionale e italiana, la serie racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere. Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e l’astro nascente britannico Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. E proprio sull’attrice 19enne che si sono concentrate diverse polemiche da parte dei fan più accaniti del videogame.

In particolare, le accuse rivolte alla giovane attrice riguardavano l’aspetto estetico visto che non è l’esatta copia della Ellie che i fan sono abituati a vedere nel videogioco dove la protagonista ha il volto dell’attrice Ashley Johnson. I commenti cattivi hanno influenzato non poco l’autostima di Ramsey. 

“È la prima volta che reagisco così male a una cosa del genere. Ci sono state volte in cui l’ho trovato divertente. Ma stavolta, alla fine di 10 minuti in cui non avevo fatto altro che leggere queste cose sui social, mi sono ritrovata a mettere giù il telefono, dopo aver capito che forse non era stata una buona idea. Solo recentemente ho accettato di essere Ellie, di poter interpretare questo personaggio e di essere una brava attrice, ma so già che tutto questo durerà qualche settimana e poi penserò di nuovo di essere terribile”.

Inoltre, proprio come nel videogioco, Ellie è dichiaratamente lesbica. Nella realtà, l’attrice britannica ha recentemente parlato di identità di genere, asserendo di essere “non binaria”. 

“Immagino che il mio genere sia sempre stato molto fluido. Qualcuno potrebbe chiamarmi utilizzando ‘lei’ o ‘lui’ e io non ci penserei. Sono solo una persona, essere di un genere precisonon è qualcosa che mi piace particolarmente."

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #thelastofus #bellaramsey
  • “Mi tremano le mani: per la prima volta in tribunale è stato riconosciuto il peso specifico della discriminazione di genere all’interno di un rapporto di lavoro”. Parola di Giovanna Cristina Vivinetto, docente e poeta transessuale che nel 2019 era stata licenziata dall’istituto paritario Kennedy di Roma. 

Quella scuola l’aveva assunta e licenziata dopo tre settimane nel 2019, ma oggi il giudice ha “riconosciuto a tutti gli effetti la discriminazione di genere come causa scatenante il recesso del rapporto lavorativo stipulato”. Già nel 2019, sempre sui social, la professoressa sfogava il suo rammarico. 

“Mi hanno detto che spiego male e sono indietro col programma. Ma probabilmente c’entra il fatto che io sia una donna transessuale, e questo sarebbe già molto più triste e ingiusto” denunciava la professoressa riportando le motivazioni del licenziamento seguito “a tre giorni di malattia la scorsa settimana per una forte tonsillite batterica con febbre a 39”.

Adesso il Tribunale è dalla parte di Giovanna Cristina Vivinetto. “Ho vinto. Abbiamo vinto. Un varco è stato aperto ed è da qui che possiamo fare entrare la luce. Sono una docente degna di rispetto. Sono una donna transgenderdegna di rispetto. Come dovrebbe essere in ogni caso. Sta a noi decidere in quale direzione cambiare la nostra società. Starò sempre dalla parte di chi lotta ogni giorno per i propri diritti, per non vederseli più calpestare”. 

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #discriminazione #genderrights
  • 🕸Si chiama Mattia Villardita, ha ventinove anni e lavora come impiegato logistico portuale a Vado Ligure, in provincia di Savona. Ma è quando si infila il costume e copre il suo volto con quella maschera che, da generazioni, incanta e fa sognare migliaia di bambini in tutto il mondo, lui diventa Spiderman. E, come il vero supereroe della Marvel, anche Mattia dedica tutto il proprio tempo libero a servizio del prossimo, specialmente dei bambini che riempiono i reparti ospedalieri della sua città, ma anche di tutti gli altri ospedali d’Italia. 

“Quando la situazione lo consente entro dalla finestra, piuttosto che dalla porta. Nel corso degli anni passati nelle corsie ospedaliere a fianco dei bambini affetti dalle peggiori patologie, ho aumentato e migliorato le mie attività facendo esperienza. Cerco di portare stupore e distrazione all’interno di realtà grigie, tristi e noiose come le stanze degli ospedali.”

"Fino all’età di ventidue anni ho subito diversi interventi chirurgici. Da bambino volevo fare il calciatore, lo stuntman oppure il militare, come papà. Ma purtroppo, per ovvi motivi, non ci sono riuscito. Il calcio ho dovuto abbandonarlo perché, pur giocando con con un grosso rialzo nella scarpa, non reggevo i ritmi degli allenamenti. Diventare stuntman neanche a pensarci, secondo i miei dottori, e la carriera militare è stata stroncata sul nascere dal fatto che non superavo le visite mediche militari. Alla fine il destino ha scelto per me, e non poteva scegliere niente di meglio. Da quando ho iniziato a fare il volontario ci metto tutto me stesso, e posso dire di essere nato per diventare quello che sono”.

La gioia di chi riesce a far sorridere nella sofferenza. ✨

Intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

#lucenews #lucelanazione #spiderman #mattiavillardita
  • Addio a Gina Lollobrigida, grande protagonista del cinema italiano. Era nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva quindi 95 anni compiuti. 

Lo scorso settembre Gina Lollobrigida era stata dimessa dalla clinica dove era stata ricoverata per una caduta che le aveva causato la frattura del femore per cui aveva anche subito un
Un'adolescente iraniana è morta a Teheran: la 14enne sarebbe stata violentata e uccisa dopo l'arresto, perché la ragazza si era tolta l'hijab in classe, in segno di protesta contro il regime. A denunciarlo il direttore della ong Center for Human Rights in Iran, che ha però sede a New York. La giovane è stata identificata tramite l'esame delle registrazioni di telecamere di sorveglianza a scuola. Il New York Times riferisce che l'adolescente, identificata come Masoomeh, proveniva da un quartiere povero di Teheran e si era tolta il velo in aula in solidarietà con le rivolte che stanno scuotendo la Repubblica Islamica da ormai quattro mesi, dopo la morte della giovane di origine curda Mahsa Amini.
Studentesse senza velo come protesta contro il regime iraniano
Dopo essere stata presa in custodia dalla polizia è stata trasferita in ospedale, dove è stata curata per "gravi lacerazioni vaginali", come riporta il Times, citando il Centro per i diritti umani in Iran. La ragazza è poi morta e sua madre, che voleva denunciare lo stupro e la morte della figlia, è scomparsa. La sua morte si colloca nel contesto delle proteste diffuse da mesi in tutto il Paese, scatenate dalla morte della 22enne il 16 settembre, avvenuta mentre questa si trovava sotto la custodia della polizia morale. Amini era stata sottoposta alla custodia della Gasht-e-Ershad, il nome persiano della famigerata polizia della moralità per "uso improprio dell'hijab". Le rivolte si sono diffuse in oltre 140 città e regioni. I rapporti indicano che almeno 700 persone sono morte a causa della repressione del governo, tra cui decine di bambini. "In un movimento in cui la donna è posta al centro, il regime barbaro e violento ha usato lo stupro come arma per demolire ulteriormente il morale del suo popolo. Hanno preso di mira le donne in tribunale, per aver ballato, cantato, mostrato i capelli, e ora le stanno umiliando nel modo peggiore possibile, prima di privarle della loro vita", ha dichiarato Lisa Daftari, caporedattore del Foreign Desk. "Ci si chiede dove siano i cosiddetti paladini dei diritti delle donne nel mondo e perché non facciano di più per le iraniane. È incredibile che fino alla settimana scorsa questi brutali dittatori fossero seduti nel più importante comitato mondiale per i diritti delle donne. Per quanto tempo ancora le donne iraniane dovranno sopportare questa brutalità prima che i leader si facciano avanti per condannare questo regime?".
Le proteste in Iran vedono al centro le donne, che sono anche le più colpite
"L'espulsione dell'Iran dalla commissione Onu sullo status delle donne è un evento senza precedenti" ed è stato "un segnale importante anche per altri Paesi, dove simili violazioni dei diritti delle donne possono avvenire". Lo ha detto all'Ansa il Rappresentante dell'Italia all'Onu Maurizio Massari, a margine della Conferenza degli Ambasciatori. Sull'Iran "era molto forte la pressione dell'opinione pubblica internazionale per la violazione dei diritti delle donne, quindi la risoluzione presentata dagli Stati Uniti, e che abbiamo sostenuto come Ue, è passata con una buona maggioranza", ha ricordato Massari. La Commissione Affari esteri e comunitari della Camera, al termine della discussione congiunta delle risoluzioni, ha approvato  all'unanimità la risoluzione oggi, 21 dicembre.
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