Islanda continuerà a cacciare le balene

Il primo ministro dimissionario Benediktsson ha firmato direttiva che autorizza la pratica per altri 5 anni. Proteste delle associazioni animaliste e delle ong

di DOMENICO GUARINO
16 dicembre 2024

Caccia alle balene prolungata in Islanda fino al 2029

Altri 5 anni (almeno) di mattanza. L’Islanda ha deciso di prolungare la caccia alle balene fino al 2029, autorizzando la cattura (e l’uccisione) di centinaia di esemplari l’anno. In pratica, durante ogni stagione di caccia – quindi da metà giugno a settembre – sarà possibile uccidere 209 balenottere comuni e 217 balenottere minori. Con questa decisione l’Islanda si conferma dunque nel ristretto novero dei paesi che ancora permettono tale carneficina, insieme a Giappone e Norvegia.

Oltre al danno c’è poi la beffa, perché il primo ministro ad interim Bjarni Benediktsson ha rilasciato i nuovi permessi proprio poco prima di lasciare l’incarico, a causa del crollo della coalizione di centrodestra che guidava il Paese e che, alle recenti elezioni anticipate, è stata sconfitta dall’Alleanza Socialdemocratica di Kristrún Mjöll Frostadóttir. A causa di questa tempistica, molti osservatori ritengono che il governo uscente abbia deciso di agire ora per garantire al settore baleniero “una certa prevedibilità” per i prossimi cinque anni, ostacolando, in maniera scorretta, eventuali strette normative da parte del futuro esecutivo.

Sebbene la caccia commerciale alle balene in Islanda risalga al 1948, nel 2023 aveva subito uno stop di due mesi, quando era stata ridotta a sole tre settimane, con l’abbattimento di 24 balenottere comuni su una quota totale prevista di 209 esemplari. La decisione era stata presa dopo che un’indagine governativa aveva rivelato metodi di uccisione crudeli e non conformi alle leggi sul benessere animale, mettendo in luce come, in particolare, gli arpioni esplosivi provocassero agonie prolungate negli esemplari catturati.

Per quanto lo stop fosse presentato come una misura una tantum, le associazioni che da sempre si battono contro tale pratica avevano sperato che potesse trattarsi dell’inizio di una nuova stagione, volta al definitivo abbandono della caccia ai cetacei. Speranza tradita dalla decisione del governo.

Non a caso la Whale and Dolphin Conservation (WDC) e le ong ambientaliste islandesi hanno definito quanto accaduto un “passo indietro” e un “abuso di potere”, se non addirittura “un’offesa alla democrazia”, in quanto una decisione di tale peso e valenza anche simbolica non avrebbe dovuto, a loro parere, essere presa in una fase di transizione politica. Sta di fatto che ancora per 5 anni, salvo imprevisti al momento poco probabili, la compagnia Hvalur potrà continuare a colpire a morte le balenottere comuni, mentre la società Tjaldtangi ehf si occuperà delle balenottere minori.

E questo nonostante il fatto che ormai le balene sono ritenute sempre più cruciali per il ruolo che ricoprono negli ecosistemi oceanici e nonostante il consumo della loro carne stia diminuendo di continuo. Proprio per questo sono sempre più le persone che ritengono tale caccia inutile e insensata. Anche perché le balene sono già a rischio a causa dell’inquinamento, della pesca e dei cambiamenti climatici.