La ragazza dello stupro di gruppo a Palermo da Nunzia De Girolamo: "Inaccettabile pornografia del dolore"

L'Ordine dei giornalisti e l'Agcom inviano una lettera aperta alla presidente Marinella Soldi e ai vertici della Rai dopo la puntata di "Avanti Popolo" con la vittima 19enne del branco

di MARIANNA GRAZI
27 novembre 2023
De Girolamo stupro di Palermo

De Girolamo stupro di Palermo

"Un esempio inaccettabile di pornografia del dolore". Quella fatta da Nunzia De Girolamo, conduttrice di "Avanti Popolo", nei confronti della ragazza vittima dello stupro di Palermo. Un atteggiamento che non può e non deve più essere tollerato, tantomeno se questo tipo di spettacolarizzazione del dramma va in onda sui canali televisivi pubblici, letteralmente sotto gli occhi di tutti. Vittime di molestie, di abusi, di violenze che diventano una sorta di fenomeno da baraccone ad uso e consumo del gusto per l'orrido altrui. Immaginate di essere scampate per non si sa quale colpo di fortuna ad un tentativo di violenza mentre trascorrete una serata estiva in un locale e, appena a un mese dopo, sette ragazzi con cui avete bevuto qualcosa sempre nel corso di una notte d'estate, vi trascinano a forza in un cantiere e vi stuprano a turno, filmando anche la scena e vantandosi delle loro azioni.
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Un'immagine del gruppo di sette ragazzi con la vittima 19enne la sera dello stupro

Pensate allo schifo, alla paura, al male che sentite dentro anche solo immaginandovi di essere vittima di queste atrocità. E se nelle settimane successive ogni vostra uscita, ogni vostra parola fosse utilizzata addirittura contro di voi, per stemperare la colpa o persino giustificare il gesto dei vostri aggressori, cosa fareste? Come vi sentireste? E a mesi di distanza da quello stupro, dopo che l'opinione pubblica per settimane ha parlato della vicenda, dopo che chiunque ha detto la sua - spesso a sproposito - parlando di pornografia, castrazione chimica, mancanza di educazione, giovani deviati e così via, veniste chiamate in una trasmissione in onda sulla Rai, per dire la vostra, rischiando di finire però ancora una volta nella rete di una narrazione tossica, nociva per voi e per tutte le donne, cosa fareste?

L'intervista ad "Avanti popolo" con Nunzia de Girolamo

Purtroppo quelle appena descritte sono situazioni tutt'altro che ipotetiche: è ciò che è accaduto alla 19enne sopravvissuta allo stupro di gruppo a Palermo, compresa l'ultima parte, quella dell'intervista su Rai3 a "Avanti popolo" di martedì 31 ottobre nel corso della quale, in prima serata, la conduttrice Nunzia De Girolamo ha intervistato la ragazza. E lo ha fatto perpetrando un modello di comunicazione che somiglia molto a un'ulteriore violenza.
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Nunzia De Girolamo, ex deputata e oggi conduttrice televisiva

Durante l’intervista, infatti, l'ex politica ha fatto in modo che la giovane rivivesse gli abusi subiti, chiedendole di raccontare i dettagli anche più piccoli della vicenda, che non erano necessari al fine della comprensione dell’accaduto da parte del pubblico. Facendole ascoltare in studio, quasi per provocare una sua reazione emotiva, le sue lacrime magari, le intercettazioni degli stupratori e leggendole i commenti degli utenti sui social che la considerano responsabile. "Avanti Popolo", si legge in una nota congiunta di giovedì 2 novembre 2023 delle Commissioni Pari Opportunità di Rai ed Usigrai,  ignora i doveri del Servizio pubblico: "Nel corso dell'intervista alla vittima dello stupro di Palermo, la conduttrice Nunzia De Girolamo non le risparmia di rivivere nei minimi dettagli il trauma subito. La trasmissione contrasta con le policy di genere approvate dal Cda".

La lettera aperta: "È pornografia del dolore"

Dello stesso tenore, viste anche le polemiche che si sono scatenate sul web dopo la puntata, tra utenti indignati e pubblico furioso contro quella che è apparsa ai più come una spettacolarizzazione del dolore di una giovane che aveva già affrontato l'inferno, l'Ordine dei giornalisti e l'Agcom hanno inviato una lettera aperta alla presidente Marinella Soldi e ai vertici della Rai, denunciando più di una scorrettezza. "Premesso che la ragazza, maggiorenne, ha scelto di accettare l'invito in trasmissione per parlare della sua storia, e che questo va rispettato poiché rientra nell'autodeterminazione, intendiamo evidenziare l'avvenuta violazione dei basilari principi della deontologia professionale nell'esporre, per giunta a così poco tempo dai fatti, una sopravvissuta alla spettacolarizzazione del proprio stupro e alla vittimizzazione secondaria cui si è assistito nel corso del programma".
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"L'indifferenza è complicità" si legge in un cartello di Non una di meno Palermo

Per le firmatarie e i firmatari della lettera, centinaia di intellettuali, giornaliste e giornalisti, scrittrici e scrittori, operatrici e operatori dell'informazione e dello spettacolo, rappresentanti di associazioni, attiviste e attivisti, cittadine e cittadini - si legge sul sito della Fnsi - "la modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentano un esempio inaccettabile di pornografia del dolore". Nel corso della trasmissione, prosegue la missiva, "la conduttrice ha di fatto costretto la vittima a rivivere nel dettaglio gli abusi subiti, con tanto di lettura al suo cospetto delle frasi degli stupratori, in contrasto - come anche Cpo Rai e Usigrai hanno rilevato in una nota congiunta - con le policy di genere approvate dal consiglio di amministrazione della Rai, nonché, nello specifico del lavoro giornalistico, con il Manifesto di Venezia. Come se questo non bastasse, la ragazza è stata sottoposta con superficialità inaudita e lesiva della propria persona a reiterati e costanti episodi di colpevolizzazione e vittimizzazione secondaria". Da qui la richiesta ai vertici Rai affinché, "in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, prendano posizione sull'accaduto e si assumano la responsabilità di una gestione dell'informazione e del servizio pubblico adeguata al ruolo informativo, culturale e sociale della Rai. Esigiamo - concludono - che il tema della violenza di genere sia trattato con competenza e deontologia, garantendo alle vittime il rispetto e la dignità".