Luca Trapanese: "Figli solo in modo classico? Sto pensando di lasciare l'Italia"

L'assessore del Comune di Napoli, padre single di Alba, risponde con rabbia e rassegnazione alla "lezioncina" della ministra Eugenia Roccella sul senso di famiglia

di GIORGIA BORGIOLI
15 settembre 2023
Luca Trapanese insieme alla figlia Alba

Luca Trapanese insieme alla figlia Alba

“Ogni famiglia a prescindere dal tipo di nucleo è a suo modo felice. Posso affermarlo con certezza guardando il sorriso, la serenità e la dolcezza di Alba che è una bambina felice perché amata”. Luca Trapanese, oltre ad essere l’assessore al Welfare del comune di Napoli, è anche il padre di Alba, una bambina con sindrome di down che ha preso in adozione nel 2018.
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Luca Trapanese con la piccola Alba

Da anni si impegna in numerose attività di volontariato, fondando anche “A ruota libera Onlus”, un’associazione benefica con lo scopo di creare progetti e opportunità per le persone con disabilità. Tempo fa, aveva lamentato la mancanza nel nostro Paese di un vero progetto di Stato rispetto al tema della disabilità, affermando che fosse necessario partire proprio dal vocabolo dell’inclusione, troppo spesso utilizzato come unico strumento di possibilità di interazione con l’altro; senza però tenere conto che ognuno di noi, in quanto persona, ha bisogno di sentirsi accolto in tutti gli aspetti della sua vita.

La ministra Roccella aveva detto: "I figli si fanno nel modo classico"

Oggi torna a farsi sentire attraverso i social, rispondendo alla ministra Eugenia Roccella e alle sue recenti dichiarazioni riguardo il suo concetto di “famiglia”. Secondo la ministra infatti, si parla di famiglia in termini di incisività, cioè chi ne debba far parte, ed esclusione, riferendosi invece a chi non è secondo lei degno di essere riconosciuto in questo istituto.
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Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità

Nella sua ultima intervista Roccella afferma e conferma che i figli si concepiscono solo ed esclusivamente nel “modo classico” e, per questo motivo, è necessario sostenere la famiglia tradizionale, quella costituita cioè da “un uomo e una donna che vivono insieme”. Nella sua definizione di famiglia perciò, la ministra avrebbe escluso tutta la categoria dei genitori adottivi, la grande categoria di madri e padri che hanno cresciuto da soli i propri figli per svariate motivazioni, ma anche tutte le famiglie di divorziati: tutte tipologie di famiglia che rappresentano gran parte della popolazione italiana.

Il commento di Luca Trapanese: "Sto pensando di lasciare l'Italia"

“Sono seriamente preoccupato,- scrive Trapanese- al punto da considerare l'idea di lasciare questo bellissimo paese dove alcuni valori come l'inclusione e l'integrazione vengano fortemente messi in discussione”. E continua: “Ogni famiglia a prescindere dal tipo di nucleo è a suo modo felice. Posso affermarlo con certezza guardando il sorriso, la serenità e la dolcezza di Alba che è una bambina felice perché amata. Per lei, la sua famiglia è perfetta così com'è, nonostante le imperfezioni che una certa cultura stigmatizza”.

Le reazioni sui social

Le parole di turbamento condivise su Facebook dall’assessore al Welfare trovano l’assenso più di 1000 utenti e circa 400 condivisioni. Teresa scrive: “Sono una donna di 68 anni, sono stata infermiera per 42 anni e posso dirti quanti figli di "buona famiglia" sono stati abbandonati in ospedale. Perciò dico alla cara ministra di farsi un giro per gli istituti dove ci sono bambini che non hanno più una famiglia o parlare con persone che hanno cresciuto i figli da soli e rendersi conto che la famiglia non è solo quella "tradizionale" che dice lei”. E sono altrettanti i commenti nei quali gli utenti portano la loro esperienza di vita e di famiglia, dimostrando che le parole della ministra Roccella sono prive di senso e fondamento, basta solo osservare la realtà.

"Abbiamo perso il senso di comunità"

“Più che cercare di valorizzare in modo esclusivo la famiglia cosiddetta “tradizionale” che è l'espressione di una certa cultura, - continua Luca Trapanese nel suo post- dovremmo piuttosto recuperare il senso di comunità che abbiamo completamente perso. Dovremmo ritornare a un sistema in cui i figli appartengono a tutta la comunità, dove i problemi sono condivisi, le gioie amplificate e ci prendiamo cura gli uni degli altri. Questo dovrebbe essere il messaggio di un vero Ministro delle Famiglie”.