In un'Italia che vive una crisi demografica silenziosa ma palpabile, un intervento della ministra Eugenia Roccella ha riacceso il dibattito pubblico sulla natalità, spostando l’attenzione verso una visione della famiglia dal sapore fortemente tradizionalista.
Il contesto demografico italiano
L'inverno demografico non è un fenomeno nuovo, dalle nostre parti. Il nostro Paese ha infatti assistito a un declino del tasso di natalità per decenni. Questa tendenza non solo segnala un mutamento nelle aspettative e nei desideri delle famiglie, ma influisce profondamente sull'assetto socio-economico nazionale. Con una popolazione dall’età media sempre più alta, l'Italia si vede messa a dura prova nel mantenere i sistemi di previdenza e salute con una base lavorativa costantemente in contrazione. La diminuzione nelle nascite mette in luce alcune realtà ben più ampie, come la precarietà lavorativa e le carenze nei servizi di supporto alle famiglie. Sempre molte più coppie, infatti, scelgono di posticipare o rinunciare alla genitorialità a fronte di un futuro nella maggior parte dei casi incerto.Roccella e la cultura dell’anti-famiglia
Secondo la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, il ritorno a una visione tradizionalista della famiglia è la chiave per invertire la tendenza. Durante il suo collegamento video a Potenza, in occasione degli "Stati generali della Basilicata: summer school" di Fratelli d'Italia, Roccella ha infatti dichiarato: "Per tornare a incoraggiare la natalità bisogna anche fare una politica diversa nei confronti della famiglia, perché i figli si fanno nel modo classico, con un uomo e una donna". "C'è una cultura da molti decenni ormai dell'anti-famiglia, non soltanto una disattenzione sicuramente politica. C'è un attacco, dagli anni '60, alla stessa idea di famiglia - ha proseguito l'esponente di governo - sembra che tutti i mali nascano qui, che sia un luogo di oppressione, di cattiveria, di sofferenza. La famiglia è la custodia della nostra individualità - ribatte - è l'ultimo facilitatore, per esempio, per tutte le persone in difficoltà. C'è stato certamente un attacco alla famiglia e, in particolare, alla natalità. C'è questa idea dagli anni '60 che bisognava smettere di fare figli, a livello internazionale". Il discorso delineato dalla ministra, appare come una manifestazione dell'inquietudine per l'erosione dei valori tradizionali che hanno storicamente definito la società italiana e prende le distanze dalle numerosissime declinazioni e sfumature che caratterizzano le famiglie italiane al giorno d’oggi.Le Misure Pro-Famiglia
Oltre alle parole, Roccella ha manifestato intenzioni concrete. La prossima legge finanziaria, infatti, mirerà a sostenere le famiglie, con incentivi particolari per chi decide di avere un secondo o un terzo figlio. Durante lo stesso intervento, Roccella ha spiegato: "Il punto fondamentale è dare la possibilità alle famiglie italiane di fare il secondo figlio che pare desiderino e poi non riescono a fare. C'è la possibilità, attraverso l'aiuto economico e sociale, di creare davvero delle condizioni di facilitazioni per chi desidera i figli".La reazione di Alessandro Zan e l’idea inclusiva di famiglia
Se da un lato questa nuova direzione politica, se ben attuata, potrebbe effettivamente indirizzare la nazione verso un rinnovamento demografico, dall'altro emergono domande sulla sua capacità di rispecchiare e sostenere l'intero spettro delle famiglie italiane.Proprio nelle ultime ore è apparso un Tweet di Alessandro Zan, politico e attivista italiano noto principalmente per il suo impegno nei diritti delle persone Lgbtq+, a proposito dell’intervento della ministra. Nel duro attacco del deputato Pd emergono una serie di problematiche strettamente connesse ai disagi sulla natalità in Italia e soprattutto una riflessione su quanto le dinamiche parentali odierne siano molto diverse rispetto al passato. La famiglia tradizionalmente composta da genitori e figli non è più l'unico modello esistente. Famiglie monoparentali, coppie omosessuali con o senza figli, famiglie allargate che includono membri non legati dal sangue o nuclei familiari composti esclusivamente da nonni e nipoti sono tutte realtà sempre più comuni. Negli anni, numerosi Stati hanno riconosciuto e legalizzato le unioni civili e i matrimoni tra persone dello stesso sesso, sottolineando un cambiamento nella concezione legale e sociale della famiglia. Questi cambiamenti legislativi hanno offerto nuove protezioni e diritti a configurazioni prima marginalizzate. Anche l'avvento di tecnologie avanzate, come la fecondazione in vitro, le nascite tramite maternità surrogata e altre tecniche di procreazione assistita, ha permesso a molti di formare una famiglia in modi precedentemente impensabili. La speranza, come sostenuto più volte dallo stesso Zan, è dunque quella che il governo si stacchi dalla sua concezione tradizionalista e si impegni ad accogliere, valorizzare e supportare ogni tipologia di famiglia. Solo su una visione di questo tipo, ampia e inclusiva, si possono costruire le basi di un futuro realmente luminoso per il nostro paese.Non con i congedi paritari, non con nuovi nidi, non alleggerendo il carico di cura per le donne. Per #Roccella l’unico modo per incentivare la natalità è ricordare che i figli li fanno un uomo e una donna che vivono insieme. Punto, tanto basta. Problema risolto. Ma dove vive?
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) September 8, 2023