Morgan casca in piedi: cos’è la giustizia riparativa?

Il tribunale di Lecco ha accolto la sua richiesta nel processo per stalking nei confronti dell’ex fidanzata Angelica Schiatti e ora dovrà iniziare un percorso rieducativo. Ma gli avvocati della vittima fanno fatica a credere alla sua buona volontà e vogliono una condanna

di MARIANNA GRAZI -
27 settembre 2024
Morgan-Angelica Schiatti

Marco Castoldi, in arte Morgan, e Angelica Schiatti

Alla fine ce l’ha fatta. Non è l’assoluzione che forse avrebbe desiderato, ma con la decisione del giudica Morgan si pone sotto una luce diversa da quella oscura, di ‘mostro’, con la quale finora si è sentito descritto. Il Tribunale di Lecco ha accolto la sua richiesta (formulata il 13 settembre scorso) di accedere alla giustizia riparativa, nel processo per stalking ai danni di Angelica Schiatti.

Una parziale vittoria, quella di Castoldi, che dopo aver negato le accuse in prima battuta, rilanciando una serie di attacchi e offese verso la sua ex fidanzata, rendendosi – in modo tardivo – conto di essere in errore aveva provato a chiedere scusa pubblicamente (“ho detto cose orribili”) e a dare la colpa delle persecuzioni nei suoi confronti a “un serio problema di tossicodipendenza” da cui avrebbe provato a uscire anche con una terapia “potentissima, quasi un elettroshock”. L’intricata vicenda, andata avanti per anni tra stalking, denunce, minacce, appostamenti, messaggi tra i diretti interessati e chi gravitava loro intorno, compresa la madre di Schiatti e il nuovo compagno della donna, il cantautore Calcutta, sembra quindi prendere una piega a favore di Morgan.

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La giustizia riparativa

Ma che significa giustizia riparativa? La procedura, che sarà complementare al processo per atteggiamenti persecutori, prevede “un incontro per la risoluzione del conflitto tra Morgan e Angelica Schiatti, alla presenza di un mediatore, dopo un percorso di lavoro individuale con degli specialisti per Castoldi. Questa decisione potrebbe concorrere a una riduzione della pena in caso di condanna”. In gergo calcistico la palla, quindi, passa ora a lui.

“Siamo soddisfatti della decisione del giudice, che ha compreso le intenzioni e l'impegno di Castoldi e l'utilità di un invio delle parti al Centro per la giustizia riparativa e mediazione penale – ha detto all'ANSA l'avvocato difensore, Rossella Gallo – ‘per la risoluzione delle questioni derivanti dai fatti per i quali è imputato', come ha scritto il giudice nella sua ordinanza, 'senza che questo comporti un pericolo concreto per gli interessati’”. L’auspicio, per i legali, è che Castoldi “possa riprendere immediatamente le proprie attività lavorative ingiustamente interrotte. Ci auguriamo anche di non leggere più sulla stampa notizie distorte in merito ai contenuti processuali – accusa – addebitando a Castoldi fatti di reato diverso da quelli di cui è accusato per i quali lui ha già agito nelle sedi opportune ed è pronto a rifarlo”.

“Sono io la vittima”

Morgan, il 13 settembre, al termine della prima udienza del processo aveva dichiarato: “Finalmente ho potuto dire al giudice che non sono un persecutore dopo che per anni sono stato zittito. Qui io ho problemi a capire come mantenere le mie figlie” aveva detto, definendosi un innovatore. “Ho fiducia nella magistratura, sono venuto perché credo che un processo sia un momento nel quale una persona equilibrata valuta, perché se fosse per i giornali sarebbero solo balle. Non ho nulla da nascondere, mai fatto nulla di molesto nei confronti di nessuno, se mi si vuol far passare per quello che non sono non si riesce, in ultimo trionfa la virtù”, aveva aggiunto. Per poi concludere: “So che è sbagliato ribaltare, ma è la verità, qui la vittima sono io, perseguitato, e lo vedete, perché dall'altra parte si fanno concerti e feste. Sono io quello che ha perso la dignità, che non ha lavoro, ma non ho fatto niente”.

L’opposizione di Schiatti 

Alla richiesta dei legali della difesa si erano opposti quelli della vittima, Angelica Schiatti, ritenendo la richiesta ingiusta e squilibrata a favore del cantautore. “Non riteniamo ci siano i presupposti per questo iter processuale – aveva dichiarato uscendo dall'aula l'avvocata Maria Nirta –. Innanzi tutto riteniamo non siano applicabili alla fattispecie e le ultime condotte di Castoldi fanno intendere che questo ravvedimento non ci sia", aveva spiegato il legale. "Fosse stato qualche cosa di differente non ci saremmo opposti perché nessuno ha interesse a tenere in piedi questa vicenda. Ma da parte nostra ci sono serie preoccupazioni e non intendiamo assolutamente pensare a una soluzione che non sia una sentenza che speriamo sia di condanna”, ha concluso.

Il giudice del Tribunale di Lecco dopo aver accolto la richiesta di Morgan di accedere alla giustizia riparativa nel processo per stalking nei confronti della ex fidanzata Angelica Schiatti, ha rinviato il processo al prossimo 14 marzo, per la discussione di eventuali questioni preliminari e per valutare l'esito del percorso che il cantautore si appresta a fare.