Normativa antiviolenza: braccialetto elettrico e processi rapidi

Presto le modifiche del governo, anche sotto la spinta degli ultimi eclatanti femminicidi. Al lavoro tre ministeri: fra i punti cardine previsti, prevenzione, sicurezza e giustizia

di LETIZIA CINI
4 giugno 2023
È ormai in dirittura d’arrivo la revisione delle norme per fronteggiare la violenza contro le donne

È ormai in dirittura d’arrivo la revisione delle norme per fronteggiare la violenza contro le donne

Normativa antiviolenza: braccialetto elettrico e processi rapidi. Una procedura più rigorosa per l’applicazione del braccialetto elettrico, la revisione della distanza minima di avvicinamento alla vittima di violenza domestica e di genere. Ma anche una più stringente valutazione dell’esito dei corsi di recupero per i sex offenders in funzione dell’ottenimento della sospensione condizionale della pena e dell’eventuale diritto di rimanere sul territorio italiano in caso di stranieri responsabili di reati di violenza di genere.

Normativa antiviolenza: cosa cambia

È ormai in dirittura d’arrivo la revisione delle norme per fronteggiare la violenza contro le donne: un approfondimento cominciato a febbraio, prima con la convocazione dell’Osservatorio sulla violenza contro le donne del Dipartimento Pari Opportunità, a cui hanno partecipato anche le associazioni, e poi con un tavolo interministeriale tra i ministri della Famiglia e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio. "Un tagliando" all’attuale normativa, come l’ha definito la ministra Roccella, che si tradurrà in concretezza nei prossimi consigli dei ministri, anche sotto la spinta degli ultimi eclatanti femminicidi. Nel pacchetto in preparazione si prevede anche di rafforzare ulteriormente le tutele delle vittime di violenza di genere in relazione all’accesso ai percorsi di giustizia riparativa e la formazione degli operatori, come ad esempio le forze dell’ordine, che vengono a contatto con le vittime.
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È ormai in dirittura d’arrivo la revisione delle norme per fronteggiare la violenza contro le donne

Un altro aspetto ritenuto di grande importanza è attuare davvero la legge 53/2022 sulla raccolta dati che consente anche il monitoraggio dei cosiddetti reati spia. Tra gli obiettivi delle misure all’esame del Governo c’è anche quello di rendere più veloci i processi che riguardano questi reati. Quindi la nuova normativa contro la violenza sulle donne punta su tre cardini: la prevenzione, la sicurezza e la giustizia. Per sanare le falle emerse nell’applicazione quotidiana dell’attuale legislazione. Le associazioni intanto continuano a chiedere alla politica di fare presto. Differenza Donna che gestisce il 1522, il numero nazionale antiviolenza e antistalking del Dipartimento per le Pari Opportunità, si è rivolta sia alla premier Meloni, sia alla ministra Roccella, poichè - denuncia la presidente Elisa Ercoli - il piano nazionale antiviolenza è "fermo da troppo tempo". Ma Differenza Donna chiede anche fondi straordinari a supporto della rete dei centri antiviolenza per l’apertura di nuove case rifugio visto che il fenomeno è in continuo aumento. Per Telefono Rosa l’esigenza immediata è quella di realizzare una grande campagna informativa. "Deve essere fatta a tappeto - puntualizza la presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli - su tv e giornali, per far acquisire alle stesse donne la consapevelezza di che cosa sia la violenza di genere, per capire da subito i primi segnali e non sottovalutarli". Fondamentali - per Telefono Rosa - corsi di formazione per le forze dell’ordine ed educare i giovani direttamente nelle scuole, sin da piccoli perché solo così si interviene sul quel famoso cambio culturale che tutti, istituzioni e associazioni, chiedono

I femminicidi dall'inizio dell'anno

Dall’inizio dell’anno sono già 23 le mogli, fidanzate, conviventi magari decise a mettere fine alla loro relazione, che hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex.
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Giulia Tramontano, la ragazza scomparsa (a destra) e il suo fidanzato Alessandro Impagnatiello
Orrore nell’orrore, nel caso di Giulia Tramontano, la giovane uccisa dal fidanzato – reo confesso – Alessandro Impagnatiello, le vite sono due. In quanto lei aspettava un bambino.

Come prevenire

Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di telefono Rosa dopo l’omicidio di Martina Scialdone, l’avvocata di 34 anni uccisa a Roma dall’ ex compagno, Costantino Bonaiuti di 61. Se un consiglio può essere ben accetto, non deve diventare un’attenuante (“non ci doveva andare“), come la minigonna (“le piace provocare”)o l’andare in giro di notte (“se l’è cercata“). Perché il chiarimento e l’ascolto fanno parte del cuore grande delle donne, della loro capacità di fidarsi, ancora una volta, di quello che diventa il loro carnefice.

Cosa fare?

La prima cosa è intervenire sull’educazione: se è vero che la violenza è una questione culturale, bisogna cambiare qualcosa nelle scuole. Serve un’informazione giusta, a tappeto. Serve una campagna di comunicazione adeguata per diffondere questi consigli in modo costante.