La
crociata del governo russo
contro la comunità Lgbt+ non si ferma. Un esempio erano state le dichiarazioni, tempo fa, di Apti Alaudinov, il capo del battaglione ceceno Akhmat impegnato nell'invasione Ucraina, che aveva precisato di "combattere una
guerra santa contro il mondo Lgbt e l’
Anticristo dei pervertiti". Una battaglia che va avanti da anni, fatta di omofobia, di minacce, di divieti a tutti quei comportamenti (che qualcuno in Italia definirebbe "deviati") sessuali che non rientrano nell'eteronormatività più pura.
Vietato diffondere libri Lgbt+
Manifestanti Lgbt+ sfilano con le bandiere arcobaleno nella Piazza Rossa a Mosca
L'ultimo atto, in ordine temporale, di questo scontro vede protagonista la
Roskomnadzor, l'autorità per le comunicazioni in Russia, ha chiesto all'Unione russa del Libro di
fermare la distribuzione di testi che, secondo l'ente che si occupa di censura,
promuoverebbero "relazioni sessuali non tradizionali": lo riporta la testata online indipendente Meduza, citando a sua volta la Tass. Anche l'ambito letterario è quindi adesso al vaglio delle autorità, pronte a mandare in fumo, come negli anni della santa Inquisizione, migliaia di pagine, di scritti, di pensieri considerati "fuori legge".
La legge contro la propaganda Lgbt+ tra i minori
Dal 2013 in Russia è in vigore una legge che vieta la propaganda omosessuale tra i minori, voluta fortemente dal presidente Putin
In Russia i
diritti delle minoranze sessuali sono troppo spesso calpestati e le manifestazioni per la difesa di questi diritti sono ostacolati da una
famigerata legge del 2013 che punisce ufficialmente la promozione tra i minori delle "relazioni non tradizionali". Una misura approvata nove anni su diretto interessamento del presidente
Vladimir Putin. Secondo i fautori di questa norma "lo scopo (è quello) di
proteggere i minori dalle informazioni che promuovono la negazione dei valori tradizionali della famiglia". Ma il fine dichiarato del Cremlino è quello di 'proteggere' i bambini dall’
esposizione all’omonormatività (l’idea che presenta l’omosessualità come una questione normale nella società), mettendo di fatto al bando l'omosessualità: vietato qualsiasi riferimento ad essa rivolto ai più giovani, ovviamente divieto assoluto alle marce del Pride e allo sfoggio –in qualsiasi momento o luogo – di bandiere arcobaleno. E tra chi prova a resistere, come la
tennista Daria Kasatkina e gli esponenti della
comunità Lgbt+ in Ucraina che, preoccupati delle conseguenze di un controllo russo sul Paese hanno imbracciato le armi per combattere contro l'invasore, e chi invece ha perso la battaglia, arrestato o peggio ucciso solo per aver professato il suo amore, la
guerra rainbow continua.