Incentivare misure concrete per rispondere all'emergenza salute mentale.
Questo l’obiettivo dell'intergruppo parlamentare "One Mental Health", presentato mercoledì in Senato, che prevede un’agenda di interventi per affrontare i temi di maggiore urgenza: l'adeguamento dell'offerta assistenziale, il potenziamento delle risorse e la lotta allo stigma.
"La costituzione dell'intergruppo parlamentare rappresenta un importante e concreto passo in avanti per la creazione di una nuova cultura della salute mentale (...) – ha dichiarato Alberto Siracusano, professore di Psichiatria e coordinatore del tavolo tecnico Salute Mentale –. Un punto fondamentale consisterà nell’aumentare i livelli di investimento nella salute mentale, fermi da oltre 10 anni al 3,5% del FSN (Fondo Sanitario Nazionale ndr)”.
Perché si parla di emergenza
Secondo quanto emerge dall’ultimo rapporto del World Mental Health Day, pubblicato da Ipsos, i disturbi mentali stanno prendendo il sopravvento, superando per incidenza le malattie cardiovascolari e avvicinandosi ai numeri dell'oncologia. Il report svela un dato allarmante: per il 45% degli intervistati in 31 Paesi, la salute mentale è oggi la preoccupazione sanitaria più urgente. Rispetto al 2018, questa consapevolezza è cresciuta del 18%, rivelando una pandemia silenziosa che dilaga ovunque e colpisce chiunque.
Ogni anno, la depressione e l'ansia rubano al mondo 12 miliardi di giornate lavorative, avendo dunque un notevole impatto anche sull’economia mondiale: il costo è di 1 trilione di dollari. In Italia, questa crisi vale il 4% del PIL, e chi soffre questa condizione vede la propria vita accorciarsi di dieci anni. Eppure, le risposte non sembrano essere adeguate.
I dati in Italia
Nel nostro Paese, nel 2023, c’è stato un incremento dei disturbi mentali del 6% rispetto al 2022: oggi sono 16 milioni le persone che affrontano problemi di questo tipo. Il 75%, circa 12 milioni, soffre di ansia e depressione. Ma il 13,5%, ovvero oltre 2 milioni, non riesce a trovare aiuto, a causa dello stigma, della paura e dell’inefficienza del sistema.
Secondo l'ultimo rapporto del Ministero della Salute in media ogni giorno le persone che si presentano al pronto soccorso per problemi psicologici sono oltre 1.500, con 26mila accessi in più nel 2023 rispetto al 2022 e un aumento di 7mila ricoveri nei servizi psichiatrici ospedalieri. Aumentano del 10% anche gli utenti seguiti dai Dipartimenti di salute mentale, che hanno però visto subire un taglio importante (da 183 nel 2015 a 139 nel 2023), che si accompagna a un esodo di professionisti, con una diminuzione di circa mille operatori rispetto al 2022, scendendo a 29.114 unità. A livello nazionale, secondo i parametri Agenas mancano circa 12mila operatori, mentre intanto aumentano i carichi di lavoro.
Dal punto di vista diagnostico, il report del Ministero sottolinea differenze importanti tra i generi: gli uomini sono più colpiti da disturbi schizofrenici, da abuso di sostanze e da ritardo mentale, mentre le donne mostrano tassi quasi doppi di depressione e disturbi affettivi.
Nel frattempo la spesa pubblica per la salute mentale rimane anemica, facendo dell'Italia il fanalino di coda tra i Paesi europei ad alto reddito.
Le soluzioni proposte
Il nuovo intergruppo "One Mental Health" si propone di affrontare il problema del benessere psicologico da una rinnovata prospettiva. La salute mentale deve essere concepita come un aspetto fondamentale del benessere dell'individuo, che abbracci tutte le dimensioni della persona: fisica, psicologica, sociale ed economica. Il benessere emotivo non può infatti prescindere dalla capacità di lavorare e di abitare in un ambiente sano, oltre ad avere relazioni sociali appaganti.
Centrale, poi, è il superamento dello stigma, spesso alimentato da una narrazione che riduce la persona al 'paziente'. Tutte misure che, considerato l’impatto devastante dei disturbi mentali soprattutto sui giovani e sulle categorie più fragili, richiedono un’applicazione immediata.