Spagna, il discorso del deputato Gabriel Rufían: "Diritti non obblighi"

Un video del discorso dell'indipendentista catalano di gennaio è diventato ora virale nel nostro Paese. Saviano: "Le destre ultranazionaliste obbligano per uniformare tutti sotto la loro bandiera"

di MARIANNA GRAZI
28 aprile 2023
Gabriel Rufían

Gabriel Rufían

I diritti civili spiegati bene. Gabriel Rufían, attivista e politico spagnolo legato ai movimenti della sinistra indipendentista catalana, in un discorso di gennaio al Congresso dei Deputati parla di aborto, identità di genere, divorzio, fine vita... Temi che si affrontano ormai quotidianamente nei dibattiti pubblici, nelle aule del potere politico occidentale, dall'Italia agli Stati Uniti. Argomenti astratti che però, al di là delle leggi, si concretizzano nelle vite reali delle persone.

Il discorso di Gabriel Rufían

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Gabriel Rufían durante una seduta del Congresso dei Deputati spagnolo

In queste ore il video del suo breve ma significativo discorso è diventato virale nel nostro Paese, spaccato proprio su questioni come i matrimoni omosessuali, i diritti delle famiglie arcobaleno, il problema dell'immigrazione e quello dell'interruzione volontaria di gravidanza, che mal si concilia con un altissimo tasso di obiettori di coscienza.
 
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Una spiegazione, quella dell'attivista catalano, semplice e diretta, basata su un assunto fondamentale: diritti non significa obblighi.

Il diritto al divorzio non ti obbliga a divorziare. Il diritto al matrimonio omosessuale non obbliga nessuno a sposare un o una omosessuale. Il diritto a una morte dignitosa non ti obbliga a morire. Il diritto a cambiare sesso non ti obbliga a essere trans. Il diritto all’aborto non ti obbliga ad abortire.

I diritti non sono obblighi. Sono le destre a obbligare. Ed è così che va detto. Perché se alla destra importa così tanto del battito, il battito di un feto non ancora nato, e così poco delle condizioni di vita di un minore abbandonato arrivato su una barca o sul retro di un camion, quello che dimostra è che la sua unica religione è il denaro, che la sua unica patria è il mercato e che sono degli ipocriti.

Le reazioni in Italia

Le parole del deputato spagnolo suonano come una necessaria presa di coscienza anche per l'Italia, che però, nel nostro Paese, sembra ben lontana.
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Cathy La Torre avvocata, fondatrice e Ceo di Wildside Human First

  "Sono le destre ultranazionaliste a obbligare, a soffocare diritti civili basilari, per uniformare tutti sotto la loro bandiera: Dio (il loro Dio) come unica verità, patria definita come luogo da cui escludere, famiglia come monopolio dell’affetto (rigorosamente 'tradizionale')", scrive ad esempio su Instagram Roberto Saviano, scrittore e giornalista dal 2006 sotto scorta per le minacce ricevute dalla criminalità organizzata, postando il video sul suo profilo. Dello stesso tenore il commento di Cathy La Torre, avvocata e attivista queer, da sempre sensibile alla questione della comunità Lgbtqia+ e non solo. "I diritti riconosciuti ad altri esseri umani non ci obbligano a utilizzarli - scrive la 42enne siciliana -. A renderli speciali è proprio questo: è che a me, a te, a noi, a voi non tolgono proprio nulla ma potenzialmente migliorano la vita di tutte e di tutti. Di me, di te, di noi, di voi".

La notizia della figlia segreta di re Juan Carlos

Mentre in Italia si continua a parlare del discorso di gennaio al parlamento spagnolo di Gabriel Rufían, il politico è stato protagonista in questi giorni di una delle reazioni più dure rispetto a uno scoop che sta tenendo la Spagna col fiato sospeso. Giovedì l'opinione pubblica iberica è entrata infatti in fermento per una notizia sorprendente: re Juan Carlos I avrebbe una figlia segreta avuta da una relazione con un'aristocratica.
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Re Filippo VI di Spagna con il padre, l'ex monarca Juan Carlos 

A rivelarlo è stata un'inchiesta giornalistica: la bambina sarebbe nata dopo le infanti Elena e Cristina e del re Felipe VI. Ma è bastata questa scintilla a far scoppiare il fuoco del dibattito, con i cittadini che si sono immediatamente interrogati sia sulla data di nascita sia sull'identità della madre. "Ci sono enormi probabilità che siamo tutti figli di Juan Carlos o Julio Iglesias", ha detto il deputato del Cer. Nei corridoi del Congresso il 41enne ha reagito con scherno: "Solo una figlia segreta?". Dopo la battuta, Rufían ha chiarito: "Siamo più interessati al denaro segreto che ha in giro che ai suoi figli e figlie segreti". Un'opinione condivisa da molti cittadini spagnoli.