Stop alla possibilità di indossare indumenti “atti a celare il volto, come nel caso del burqa o del niqab” (il velo che copre anche il viso, ndr) e questo “non soltanto per motivi di ordine pubblico”, ma anche per un principio, costituzionalmente sancito, di “rispetto della dignità della donna”.
È quanto chiede la Lega, che torna all’attacco su uno dei suoi cavalli di battaglia, in una proposta di legge a prima firma di Igor Iezzi.
Il nuovo reato
Una proposta, appunto, che si accompagna all’introduzione di un nuovo reato, quello di ‘Costrizione all'occultamento del volto’ che può comportare fino a due anni di carcere e una multa fino a 30mila euro oltre che la preclusione dalla richiesta di cittadinanza. La proposta di legge avanzata dal Carroccio interviene su una precedente legge del 1975 che vieta, per motivi di sicurezza pubblica, di nascondere il viso in luoghi pubblici. Quel testo prevede, infatti, una deroga in caso di “giustificato motivo” che la Lega propone di cancellare.
Il testo puntualizza, quindi, gli unici casi in cui il divieto non viene applicato, ovvero "nei luoghi di culto, nei casi di necessità per proteggere la salute propria o di terzi, in materia di sicurezza stradale e per i partecipanti alle gare in occasione delle manifestazioni di carattere sportivo che prevedono l'uso di caschi, nonché nei casi di attività artistiche o di intrattenimento”.
La battaglia della Lega
Tornando alla proposta di legge a prima firma di Igor Iezzi, la ratio non sarebbe soltanto di carattere securitario, ma risponde a “esigenze di integrazione” della donna nella società civile sia italiana che europea. Non è dello stesso parere l'opposizione con Avs che va all'attacco. La proposta di legge, accusa Luana Zanella, capogruppo dell'Alleanza tra Sinistra italiana e Verdi alla Camera, “non ha nulla a che fare con le questioni delle libertà femminili, che richiederebbero ben altro approccio e visione: è la riproposizione di una fobia anti-islamica di cui non abbiamo bisogno”.