Studente suicida a Chieti: era indietro con gli esami universitari

In 42 pagine di un block notes lo studente di Medicina originario della Puglia ha raccontato la sofferenza provata per le difficoltà nel percorso di studi

di MARIANNA GRAZI -
8 aprile 2023
ragazzo suicida a chieti

ragazzo suicida a chieti

"Inconcludente e inutile": così uno studente di 29 anni avrebbe definito la sua vita sul block notes, una sorta di diario scoperto dalla polizia nella sua casa. Il 29enne originario di di Manduria in provincia di Taranto e residente a Chieti per studio, si è suicidato venerdì 7 aprile proprio nell'abitazione che condivideva con la sorella. È stata lei ad avvertire le forze dell'ordine, dopo aver trovato il corpo del fratello senza vita rincasando.

Chi era il 29enne suicida

Gli agenti, giunti sul posto insieme alla Scientifica, non hanno potuto che constatarne la morte, procedendo ai rilievi del caso. Come si può arrivare a definire la propria esistenza inutile ad appena 29 anni? Quali sono le ragioni profonde che hanno spinto il giovane al gesto estremo?  Lo studente di Medicina all'università D'Annunzio nel capoluogo abruzzese, così come la sorella, i due abitavano a poche centinaia di metri dal campus universitario, nel Villaggio Mediterraneo: la loro era una vita da studenti fuorisede come migliaia di colleghi. Ma qualcosa, nella mente dell'universitario, a un certo punto si è inceppata.
studente suicidio chieti università

Il 29enne, originario della provincia di Taranto, aveva definito la sua vita "Inconcludente e inutile" sul suo block notes

Le cause alla base del gesto

Ansia da prestazione, stress, pressione sociale, aspettative familiari... Purtroppo sono troppe le vittime giovanissime di un sistema che non funziona. A dimostrarlo sono i recenti suicidi tra la popolazione universitaria, schiacciata da un peso insostenibile. Il pugliese ha affidato a 42 fogli del block notes quelle che possono essere considerate le motivazioni alla base del gesto e che provano a spiegare l'angoscia che l'ha spinto a tanto. Il mancato raggiungimento del traguardo della laurea in Medicina avrebbe amplificato una situazione di sofferenza che probabilmente aveva maturato da un po': in quel diario personale raccontava infatti anche delle bugie propinate ai genitori, all'oscuro della reale situazione del figlio nel percorso di studi, che lo hanno trascinato, con ogni probabilità, ad una profonda depressione. Una situazione insostenibile, quella de fuoricorso, per lo studente che però, almeno fino a ieri, era riuscito a celare all'interno di quel diario, senza dare alcun segnale che lasciasse presagire questo tragico epilogo.

Mondo universitario luogo di depressione

"Un altro studente universitario ha scelto di togliersi la vita. 29 anni, studiava a Chieti". Lo denunciano oggi sulle loro pagine social i giovani del progetto "Chiedimi come sto", osservatorio sulla salute mentale. "Aveva mentito sulla situazione accademica e il suo malessere lo ha portato ad un gesto estremo - spiegano -. Pressione sociale, paura di fallire, sensi di colpa, bugie, il mondo universitario è diventato sempre di più un luogo di depressione e ansia quando dovrebbe essere una fucina di idee, studio, curiosità e approfondimento", denuncia l'Unione degli Universitari nazionale e abruzzese.
studente suicidio chieti università

Il progetto "Chiedimi come sto" si occupa di sensibilizzare sulla salute mentale dei più giovani (Facebook)

"E invece no, siamo ben lontani dal come dovrebbe essere. Serve un cambio di rotta - aggiungono - più servizi per il benessere psicologico; una nuova visione di università dove vengono rispettate le persone per le loro competenze e qualità, decostruendo la narrazione meritocratica e la retorica dei migliori. Non possiamo più restare fermi davanti a tutto questo. Servono soluzioni strutturali subito. Non si può morire di università". Gli universitari tornano quindi a chiedere 100 milioni per la creazione di presidi psicologici nelle università e nelle scuole.

Il rettore: "Vicinanza alla famiglia"

"Io e il direttore generale abbiamo raggiunto l'obitorio per portare la nostra vicinanza ai familiari, ma non siamo riusciti ad incontrarli. Chiedono la massima riservatezza in questo momento e lo rispettiamo". A dirlo il rettore in carica dell'Università D'Annunzio, Sergio Caputi. "Dal punto di vista didattico la situazione del ragazzo non era drammatica: aveva superato brillantemente un esame a gennaio e poi un parziale. Non si era mai rivolto agli psicologi di ateneo. Rimango senza parole di fronte a quanto accaduto. Credo che il periodo dell'emergenza Covid-19 abbia fatto gravi danni negli studenti e nei giovani. Ora viviamo il rimbalzo di quel periodo, che è stato drammatico". Per il suo successore, che entrerà in carica a giugno, Liborio Stuppia, si tratta "purtroppo di un problema generale, che non riguarda solo il nostro ateneo. Un fenomeno di cui dovremmo parlare non oggi, all'indomani di questa tragedia, ma sempre - dice -. È assolutamente necessario un profondo dibattito all'interno dell'università e all'interno delle famiglie per capire quale sia l'origine del disagio". "Il nostro servizio interno di counseling di ateneo - continua Stuppia - ci dice che dopo l'emergenza Covid è aumentato il livello di problematicità degli studenti. [...] Invito tutti i ragazzi che vivono un disagio o che hanno un problema a sfruttare questa opportunità".

I precedenti: Diana, Riccardo e le altre vittime

studente suicidio chieti università

Sono tanti i giovani studenti e studentesse che provano un disagio talmente grave da pensare al suicidio

Solo il 2 marzo scorso si è uccisa a 27 anni, buttandosi giù da un dirupo a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, Diana Biondi , a cui mancava un solo esame, latino, per la laurea in Lettere moderne, schiacciata dal peso di aver comunicato a tutti la falsa data della sua laurea. Pochi mesi prima, il 28 novembre, Riccardo, 26 anni, aveva deciso di schiantarsi con l'auto tra Padova e Abano Terme: aveva annunciato la data della sua laurea in Scienze infermieristiche ma gli mancavano ancora alcuni esami per poterla ottenere. Per terra, sull'asfalto, non è stato trovato nessun segno di frenata. I primi di febbraio di quest'anno, invece, una giovane di soli 19 anni si è impiccata nei bagni dell'Università di Milano. In una lettera di addio manoscritta la giovane riconduceva il gesto alla percezione fallimentare della propria vita e del proprio percorso di studio. A ottobre 2022 era stata la volta di un 23enne che a Bologna si era ucciso lanciandosi nel Reno: anche lui aveva annunciato la data della laurea ma ne era ancora lontano. Esattamente un anno prima uno studente di 29 anni abruzzese si era gettato da un ponte perché gli mancavano molti esami per laurearsi.