“Ho un tumore e mi toglieranno l'utero. Vorrei diventare mamma, ma l’Italia nega la Gpa”

La storia raccontata qualche giorno fa da Repubblica è quella di una ragazza di 29 anni, ma potrebbe essere la storia di molte altre donne nella sua stessa condizione. “Io e mio marito saremo costretti ad andare all’estero, ma non ci sentiamo criminali”

di CHIARA CARAVELLI
12 agosto 2024
Voler diventare genitori, in Italia (foto di repertorio)

Voler diventare genitori, in Italia (foto di repertorio)

“Diventare mamma è il sogno di una vita, non un capriccio”. Sono le parole di Arianna, 29enne ligure. Fino a qui sembrerebbero le parole di una giovane donna con il desiderio di maternità, se non fosse che Arianna ha un tumore neuroendocrino all’utero molto raro e aggressivo. “A Natale dell’anno scorso – racconta in un’intervista a Repubblica – io e il mio compagno Alessandro avevamo un appuntamento con la wedding planner per organizzare il matrimonio, che si sarebbe dovuto celebrare a settembre. Invece, proprio in quei giorni, ho scoperto di avere un tumore”.

Mille pensieri le si sono affollati nella mente. "Ho pensato di essere sfortunata, perché sono giovane e sono sempre stata in salute, non ho nessuna familiarità con questa malattia”. Arianna, però, non si è lasciata sopraffare dalla disperazione e ha subito cercato le migliori cure e una soluzione. “Inizialmente i medici mi hanno prospettato un intervento non invasivo per tentare di salvare l’utero, ma a fine febbraio mi è stato comunicato che mi sarei dovuta sottoporre a un’isterectomia totale”. Una notizia difficile per chiunque, ma che a maggior ragione sembra una maledizione per Arianna e il suo sogno di diventare mamma.

Quel giorno, con quella diagnosi, il pensiero del “potevo pensarci prima” l’ha solo sfiorata. "In preda alla rabbia e al panico si pensa di tutto. Non posso rimproverarmi niente e non voglio sentirmi giudicata dagli altri. Noi donne siamo tutte diverse, io sono una di quelle che ha sempre sognato una grande famiglia. Per questo ora io e Alessandro vorremmo con tutte le nostre forze ricorrere alla Gpa” (gestazione per altri ndr). Ecco, il grande elefante nella stanza.

In Italia la gestazione per altri è vietata e illegale e, se non bastasse, il governo italiano vuole dichiararla “reato universale”. A mali estremi, estremi rimedi. "Lo Stato vuole negarmi di diventare madre, ma io non mi sento sbagliata e andrò dritta fino in fondo. Siamo obbligati ad andare all’estero, anche se sarà un percorso tortuoso. Avere un figlio non è più solo un desiderio, ora mi sembra un diritto. Ho provato a capire se potessi tenermi l’utero, se potessi trapiantarlo... Mi sono dovuta arrendere all’intervento, ma sulla Gpa non mi arrendo”.

Per Arianna, in Italia "c’è ignoranza, pregiudizio e zone grigie. Se la ricerca scientifica mi aiuta a superare il cancro, perché non posso superare l’impossibilità di avere figli con la stessa ricerca?”. Secondo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la Gpa è una pratica disumana, dove si vendono figli come prodotti. “Lo dice – afferma decisa la 29enne – chi non ci è mai passato o non si è mai ammalato così. Anche noi che abbiamo bisogno della Gpa siamo contro gli abusi e nel rispetto del divieto italiano andiamo dove ci sono leggi chiare, ma è ora di guardare la realtà in faccia. Ai parlamentari chiedo: perché non fate una legge che tuteli e rispetti tutti, la gestante, i genitori, i bambini?”.

Arianna non ci sta. "Non ci sentiamo criminali. Siamo una bellissima famiglia, sogniamo solo di renderla più bella. Non voglio che la malattia mi levi tutti i sogni. Egoista è chi vuole impedire a una donna di diventare madre”.