“Io, nata con la maternità surrogata, riconosciuta dopo 19 anni. Nessun bambino deve subire questo calvario”

Mentre in Italia si discute di renderla reato universale, arriva l’appello a favore della gravidanza per altri da parte di Fiorella Mennesson, una delle due sorelle francesi nate tramite gpa negli Usa

di TERESA SCARCELLA -
4 luglio 2024

Troppo spesso, in Italia ma non solo, quando si parla di “maternità surrogata” si pensa subito ed esclusivamente alle coppie omogenitoriali e questo suscita un dibattito prettamente semplicistico e ideologico che si rifiuta di andare in profondità della questione e di analizzare i casi singolarmente. Se si facesse ci si renderebbe conto che non sempre la gpa è sintomo di sfruttamento o business (o comunque questo rischio può essere scongiurato); che non è necessariamente un capriccio o un puro atto di egoismo, a volte è semplicemente l’unica strada per diventare genitori. Invece il dibattito politico, nel condannare o assolvere, finisce per fare di tutta l’erba un fascio. 

E’ ciò che insegna la storia di Fiorella Mennesson, una delle due sorelle nate nel 2000 tramite maternità surrogata negli Stati Uniti.

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La storia

Sua madre Sylvie Mennesson, italo-francese, scopre nel 1998 di avere una malattia che le impedisce di portare avanti una gravidanza. Insieme al marito Dominique decide di tentare la strada della GPA, vietata in Francia. La coppia si reca negli Stati Uniti, dove la pratica è legale, e nel 2000 nascono Valentina e Fiorella. Dominique e Sylvie vengono registrati come genitori nei certificati di nascita statunitensi, ma in Francia le autorità locali si rifiutano di trascrivere i certificati e inoltrano una segnalazione alla Procura. Da lì inizia una lunga battaglia legale conclusasi solo nel 2019, con una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha stabilito il dovere di riconoscere il rapporto di filiazione tra i nati all'estero da GPA e la madre intenzionale.

La battaglia per i diritti

Sylvie e Dominique sono co-presidenti dell'associazione Clara, creata per difendere i bambini nati attraverso la GPA all'estero, che ha promosso e sottoscritto, insieme all'Associazione Luca Coscioni, il “Manifesto per la GPA”, un manifesto nato da una rete di associazioni europee per promuovere buone normative in tema di GPA in Europa. Le sorelle, ormai adulte, hanno scritto due libri di testimonianza e lanciato una piattaforma per riunire i bambini nati attraverso la maternità surrogata.

"La nostra famiglia in Francia incarna la lotta per il riconoscimento dei bambini nati con la GPA all'estero - dice Fiorella Mennesson - Ho dovuto aspettare fino ai 19 anni per essere riconosciuta legalmente come figlia dei miei genitori, nonostante lo fossero da sempre. In 19 anni abbiamo vissuto un calvario giudiziario con 16 sentenze, un incredibile tormento legale e umano che ha segnato ogni nostro compleanno. Finalmente, il 4 ottobre 2019, la Cassazione ha autorizzato la trascrizione del mio stato civile americano sui documenti francesi, un semplice atto che ha richiesto 19 anni di sofferenza. Vogliamo che nessun altro bambino debba mai subire questo calvario. Un bambino ha bisogno dei suoi genitori, non di sentenze o dibattiti sulla sua identità. Se abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, è grazie all'amore che ci lega”.

Filomena Gallo, segretaria nazionale Associazione Luca Coscioni
Filomena Gallo, segretaria nazionale Associazione Luca Coscioni

La proposta di legge per evitare il business

L'avvocata Filomena Gallo, Segretaria dell'Associazione Luca Coscioni, ha elaborato insieme ad altre associazioni e con esperti la proposta di legge sulla gravidanza per altri solidale, quindi senza commercializzazione depositata alla Camera e in Senato: “Se in Italia venisse approvata la legge contro la maternità surrogata, tante famiglie subirebbero lo stesso calvario giudiziario visto altrove. Inoltre, il sistema giudiziario verrebbe sovraccaricato di processi destinati a risolversi a vantaggio delle famiglie aggredite, imponendo un'inutile sofferenza a genitori e bambini. Oltre a presentare profili di incostituzionalità, il disegno di legge a prima firma Varchi sarebbe inapplicabile perché la cooperazione giudiziaria con un Paese che riconosce la GPA sarebbe compromessa. La maggioranza pensa che questo reato possa essere applicato efficacemente, ma come potrà l'Italia chiedere alle autorità straniere di cooperare nel perseguimento del reato? Alla luce del contesto europeo e della nuova direttiva che chiede di criminalizzare solo le forme di abuso e sfruttamento della GPA, il disegno di legge Varchi aumenterebbe anche clandestinità e abusi”.