Università di Pisa, il Bilancio di Genere 2021 e le opportunità di carriera femminile

L’analisi dei 20 dipartimenti evidenzia come la situazione, seppur migliorata, rimanga sempre meno virtuosa rispetto al trend nazionale

di FRANCESCA BIANCHI
6 settembre 2022

studentesse unipi

Una classifica che segna il confine della strada ancora da fare. Sono dodici (su venti) i dipartimenti che all’Università di Pisa risultano a prevalenza nettamente maschile. Ma nel conto ce ne sono anche altri quattro (Biologia, Ingegneria civile e delle costruzioni, Economia e Management, e Farmacia) nei quali il solo essere uomini comporta qualche chance in più rispetto al resto della popolazione che ambisce a un ruolo accademico. Per fare carriera all’interno dell’ateneo, una donna deve scegliere Ingegneria dell’Informazione, unico dipartimento in cui per l’universo femminile ci sono reali e certificate opportunità. Tre, infine, i dipartimenti, dove le opportunità sono uguali (Scienze Politiche, Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica, e Chimica).

Il Bilancio di Genere 2021 all'Università di Pisa

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Dal Bilancio di Genere di Unipi emergono le criticità ancora presenti nelle opportunità di carriera femminili

È questa la fotografia dell’ateneo toscano appena uscita dal nuovo Bilancio di Genere 2021 dell’Università di Pisa, firmato dal Comitato Unico di Garanzia. "Sulla base del Glass Ceiling Index (l’indice del soffitto di cristallo), che indica la probabilità delle donne di raggiungere posizioni apicali, emerge effettivamente una classifica dei Dipartimenti, e tuttavia dietro ai numeri ci sono realtà complesse – commenta la professoressa Nadia Pisanti che ha diretto il gruppo di lavoro che ha redatto il Bilancio di Genere –. Per esempio, tra i due Dipartimenti agli estremi, ne abbiamo uno che di donne ne ha molte, ma poche in posizioni apicali, e l’altro che ne ha poche in assoluto e che dunque coi numeri piccoli altera la significatività dell’indice. I dati devono essere analizzati con attenzione per capire come e dove agire per correggere le criticità: il bilancio di genere serve appunto a questo".

"Un percorso virtuoso ma bisogna accelerare"

"Occorre imprimere un’accelerazione significativa a quel percorso di cambiamento culturale che l’Università di Pisa ha intrapreso ormai da tempo e volto alla creazione, all’interno della nostra comunità, di un reale equilibrio di genere – dice il Rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella –. L’analisi dei nostri 20 dipartimenti, ad esempio, evidenzia come la situazione, sul fronte del rapporto genere/carriera, seppur migliorata sensibilmente dal 2017 ad oggi, rimanga sempre meno virtuosa rispetto a quello che è il trend nazionale. E questo sia per quanto riguarda il personale docente che quello tecnico-amministrativo". Altro punto: il linguaggio di genere. Nei principali documenti di Ateneo domina – secondo l’analisi – l’uso del neutro maschile inclusivo con una saltuaria rappresentazione dei generi. Si salvano, ovviamente, il Bilancio di Genere e il Gender Equality Plan approvato nel 2021. "Con questi atti – conclude Pisanti – l’Ateneo ha comunque gettato le basi per un percorso virtuoso che deve proseguire e maturare: è una delle importanti sfide che attendono il nuovo Rettore che eleggeremo a breve".