Di certo è stata una scelta contro corrente. Gabriele Lodetti, studente del Liceo Plinio Seniore di Roma, ha deciso di sfidare il 'sistema Scuola' usando la schwa nel tema di italiano, prima prova della maturità che si è svolta in tutta Italia il 21 giugno. Poteva finire malissimo, visto che persino i docenti lo avevano sconsigliato di adottare questo espediente tanto proiettato all'inclusione quanto divisivo nella società.
invece il coraggio di non accontentarsi della "scelta facile", ovvero utilizzare il classico plurale maschile sovraesteso, lo ha premiato: la commissione l'ha valutato infatti con un punteggio di 17 su 20. Al di là del voto finale, quindi, Lodetti si è già dimostrato 'maturo' nei fatti. "È stata una decisione spontanea perché anche nella vita quotidiana utilizzo un linguaggio inclusivo - ha racconta all'agenzia Dire -. Per me vuol dire cambiare gli strumenti con cui ci auto-definiamo. Lo scopo è riuscire a capire che le parole sono atti di identità".
La traccia sulla lettera all'ex ministro Bianchi
Mercoledì 21 giugno, quando lo studente si è seduto per affrontare la prima prova dell'Esame di Stato, ha scelto la traccia C, nello specifico il commento sulla lettera indirizzata all'ex ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. Gabriele spiega che questa sua decisione, nonostante abbia trovato "la proposta singolare", era dovuta alla possibilità che gli ha dato "di riflettere sul tema della maturità e sul problema degli scritti". "Per me quello che conta - dice infatti Lodetti - non è essere valutati attraverso uno scritto o un orale, ma conta come si è strutturato il percorso di crescita e sviluppo dell'individuo". Insomma la dimostrazione che non sarà certo il voto impresso sul diploma a definire l'adulto che sarà, ma tutto ciò che in questi anni ha costruito: la passione per una materia e non per un'altra, le relazioni, le amicizie, anche le liti, i rapporti finiti, le gite, i momenti trascorsi in classe e quelli fuori. In una parola il viaggio, non il traguardo. Una consapevolezza, la sua, che invece spesso viene scansata dai suoi compagni, anche più grandi, da chi già frequenta l'università e si sente soffocare nell'ansia di rincorrere costantemente l'eccellenza, il primato, a scapito del proprio benessere.Linguaggio inclusivo nel tema
Una coscienza già più adulta rispetto alla sua giovane età che il maturando del Liceo Plinio ha dimostrato anche come pioniere del linguaggio inclusivo. Grazie a lui, per la prima volta, la schwa, il simbolo neutro utilizzato per indicare tutti i generi, è entrato nell'esame di Stato. "Mentre scrivevo la commissaria di italiano si è avvicinata e, notandola, mi ha suggerito di non utilizzarla", racconta Gabriele. "Questa è una prova scritta di Stato, potrei penalizzarti", gli avrebbe detto la docente. "Le ho risposto che ci avrei riflettuto su, e alla fine credo che la commissaria abbia apprezzato questo gesto". Chi sicuramente ha accolto con soddisfazione e felicità la sua mossa è la Rete degli studenti medi del Lazio, di cui è militante. "Usare il linguaggio inclusivo è il primo passo per riconoscere e dare il giusto spazio a ogni soggettività", dichiara la coordinatrice Tullia Nargiso. "Le scuole italiane non sono luoghi sicuri, né tantomeno inclusivi" aggiunge la Rete in una nota. "Lo dimostrano le recenti diffide portate avanti da associazioni come Pro Vita per contrastare l'approvazione delle Carriere Alias, oppure l'opposizione di docenti, genitori e dirigenti scolastici nei consigli di istituto per l'approvazione di questi regolamenti. Di fronte a un Governo e un Sistema che provano ad annullare ed eliminare la nostra identità - concludono - usare il linguaggio inclusivo nelle scuole è un gesto rivoluzionario, ancora di più se usato nel tema di maturità".Visualizza questo post su Instagram