Vivian Jenna Wilson non le manda a dire. La figlia di Elon Musk, dopo aver rinnegato il padre anni fa, cambiato cognome e genere nel nome dell'autoaffermazione, ora ne prende le distanze anche a livello politico. Non che la cosa sorprenda più di tanto.
L’elezione di Trump non le lascia dubbi: non è un Paese per lei quello in cui vincono e stravincono idee conservatrici, avvallate e sostenute da magnati del calibro del padre che parlano di ideologia gender, ideologia woke etc...
“Ci penso da un pò e i risultati delle elezioni me lo hanno confermato. Non vedo il mio futuro negli Stati Uniti – ha scritto la 20enne su Threads, la piattaforma di Meta che prova a far concorrenza a X di Musk – Anche se lui (Trump ndr) resterà al potere per solo quattro anni, anche se le leggi anti-trans magicamente non si materializzeranno, le persone che lo hanno votato non andranno da nessuna parte presto".
Così andrà via lei. Una scelta radicale mossa evidentemente da una rabbia che non nasconde, in altri post, nei confronti della famiglia dalla quale si è allontanata: “Guardare i membri adulti della mia ex famiglia nella sfera dei media e di Twitter di recente mi rende felice di non aver sviluppato la mia predisposizione genetica a non avere una spina dorsale” scrive sempre sul solito social.
Già nel 2022 il rapporto con il padre era ai ferri corti. Diventata maggiorenne, Vivian si è affermata come donna e ha cancellato dai suoi documenti il cognome del padre e preso quello della madre, l’autrice e scrittrice canadese Justine Wilson con cui Musk è stato sposato fino al 2008. Nel fare richiesta allo Stato di California aveva dichiarato, senza peli sulla lingua, che non desiderava “essere collegata col mio padre biologico in qualsiasi modo o forma”.