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a caduta del regime di Assad, in Siria, ha fatto il giro del mondo: a commentare la notizia, nelle ultime ore, è stata anche la nuotatrice olimpica Yusra Mardini. Siriana classe 1998, Mardini è stata costretta a fuggire dal suo paese nel 2015: “Non avrei mai pensato che in vita mia mi sarebbe stato possibile tornare a casa a Damasco, ma ora posso sperarlo", ha scritto la nuotatrice postando una storia sul suo profilo Instagram.Sempre sui social, la nuotatrice ha lanciato un appello, chiedendo di non dimenticare "i più di 7 milioni di bambini che, in Siria, necessitano di aiuti umanitari". "Speriamo che le ultime scene che abbiamo visto - continua - significhino la fine di quasi 14 anni di bombardamenti, guerra e tirannia".
La storia di Yusra Mardini
Nata a Damasco nel marzo 1998, Yusra Mardini ha iniziato a nuotare all'età di tre anni, insieme alla sorella maggiore Sarah. Dopo lo scoppio della guerra civile in Siria, Mardini in primis è entrata a contatto con una serie di spiacevoli avvenimenti che ha portato la sua famiglia a scappare dal paese: sia la piscina in cui la nuotatrice si allenava che la sua casa è stata distrutta dai bombardamenti. C'è stato però un “evento chiave” che ha convinto definitivamente la famiglia Mardini a fuggire: mentre Yusra e Sarah stavano nuotando in una piscina, una bomba ha sfondato il tetto dell'edificio, cadendo in acqua ma non esplodendo, grazie a un difetto di fabbricazione. Nell'estate 2015 è iniziato così il lungo e difficile viaggio delle due sorelle per raggiungere l'Europa.
Per raggiungere l'isola greca di Lesbo, Mardini si gettò in mare dal barcone in panne su cui viaggiava insieme a sua sorella, nuotando entrambe per far sì che il mezzo mantenesse l'equilibrio. Dopo oltre tre ore, il gruppo di profughi è riuscito a raggiungere la costa e a mettersi in salvo. Le due sorelle hanno trovato accoglienza in Germania, a Berlino, ricevendo anche la cittadinanza tedesca. Là Yusra ha iniziato di nuovo ad allenarsi, tanto da riuscire a partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016 nella squadra degli Atleti Olimpici Rifugiati, di cui è stata portabandiera anche alle Olimpiadi di Tokyo.
La storia della fuga di Yusra e sua sorella Sarah nel 2022 è diventato un film, "Le nuotatrici", disponibile su Netflix.