"
Aiuterebbe famiglia e natalità? Beh, si sa che a volte col matrimonio
non è mica detto…". E se anche il presidente della Cei, il cardinale
Matteo Zuppi, parlando coi giornalisti, si permette di liquidare con una battuta la proposta di un
bonus per le giovani coppie (under 35) che decidono di
sposarsi in chiesa, avanzata da da cinque deputati leghisti, si comprende subito l'assurdità della stessa. Una proposta, depositata in apertura della legislatura, il 13 ottobre da cui Palazzo Chigi ha comunque preso le distanze. La volontà di Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli, Umberto Pretto e Domenico Furgiuele era infatti quella di ridare slancio al rito religioso al quale, negli ultimi anni, si tende a preferire quello civile, anche per una questione di costi; ma l'unico risultato ottenuto finora è stato quello di sollevare
un'ondata di polemiche.
"Un sacramento, non si compra"
Critici esponenti di spicco del cattolicesimo: il matrimonio religioso un sacramento che non si può "comprare" e non è detto che incentivare solo quello possa portare benefici nella crisi della natalità e aiuti alle famiglie
Zuppi, che da maggio 2022 presiede la Conferenza episcopale italiana, ha parlato a margine delle celebrazioni della patrona dei Carabinieri che si sono svolte nella chiesa di Santa Sabina all'Aventino, a Roma. A fargli eco è anche il presidente della pontificia accademia per la Vita,
arcivescovo Vincenzo Paglia, che in una intervista al Corriere della Sera dice: "Davanti alla crisi dei matrimoni, religiosi o civili è opportuno pensare a un sistema per
sostenere le unioni stabili. Se lo Stato vuole aiutare le famiglie ben venga, ma tutte le famiglie. Il matrimonio per la Chiesa è un sacramento e
un sacramento non si compra - aggiunge -. Il credente che sceglie la celebrazione del matrimonio in Chiesa non si fa convincere a questo passo dalle detrazioni economiche, almeno spero".
La crisi dei matrimoni
In Italia la
crisi matrimoniale è innegabile. I numeri delle nozze (in chiesa o altrove) sono
in flessione da anni e che, durante la pandemia sono letteralmente crollati, soprattutto quelli religiosi. E se i dati provvisori Istat dei primi nove mesi del 2021 mostrano che i
matrimoni sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020, questa
ripresa non è sufficiente a recuperare i numeri persi nel 2020. Confrontando, infatti, i primi nove mesi del 2021 con lo stesso periodo pre-pandemico la variazione resta negativa (-4,5%) e in linea con la diminuzione già sperimentata negli anni più recenti. La
pandemia infatti ha indotto moltissimi, soprattutto giovani, a
rinviare le nozze, che nel giro di un solo anno sono quasi dimezzate: nel 2020 sono stati celebrati infatti 96.841 matrimoni, 87 mila in meno rispetto al 2019 pari al -47,4%. In forte calo a causa del Covid anche le
unioni civili, le separazioni e i divorzi: le prime, tra partner dello stesso sesso, sono scese del 33%, le separazioni del 18% e i divorzi del 21,9%.
La proposta della Lega
La Lega, ad ottobre, ha depositato una proposta di legge alla Camera che prevede un
bonus matrimonio fino a 20 mila euro ma unicamente per chi si sposa in chiesa. Nel testo, tra l'altro, è prevista la detrazione del 20% delle spese collegate alla celebrazione del matrimonio religioso: dagli ornamenti, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, agli abiti per gli sposi, passando ovviamente per il servizio di ristorazione, le bomboniere, il parrucchiere, il make-up e il servizio fotografico. Si tratta, nello specifico, di una proposta di iniziativa parlamentare, che non è allo studio del governo. Lo precisano fonti di Palazzo Chigi che così proseguono: "Nell'ambito di un quadro finanziario complesso l'Esecutivo è al lavoro per
sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio". Insomma dal governo sembrano voler prendere le distanze dall'iniziativa leghista, anche per tentare di spegnere i fuochi che si sono subito alzati, dall'opposizione e non solo, quando l'oggetto del bonus è stato reso noto.
Critiche le opposizioni
La proposta della Lega di dare un bonus ai giovani che scelgono di sposarsi scatena le polemiche delle opposizioni
Immediate le proteste da parte delle opposizioni, che ricordano come "lo Stato sia laico". Per Benedetto della Vedova, di Più Europa, "La detrazione delle spese sostenute per i matrimoni solo in Chiesa, proposta dalla Lega, si inserisce nel
filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale - scrive su Facebook -. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a
italiane e italiani da almeno dieci anni (e perché donne e uomini nati e cresciuti in Italia che ottengono la cittadinanza dopo i diciott'anni dovrebbero aspettarne altri dieci per sposarsi con il bonus?) e che scelgono il
matrimonio religioso, ovviamente
rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale. Insomma, meglio della fascistissima tassa sul celibato, ma ce la possiamo risparmiare". Mentre il senatore del Pd Enrico Borghi ricorda a tutti che "Chi crede in certi valori, non ha bisogno per testimoniarli della
mancia corroborante: roba da mercanti del Tempio". Critica anche Mara Carfagna: "Siamo ancora al
Papa Re". "Le priorità del Governo dovrebbero essere ben altre e invece dopo il Decreto Rave Party, ora tocca assistere a quest'altra
folle proposta sui matrimoni in chiesa, il Ponte sullo Stretto ed in tutto ciò si vuole eliminare il reddito di cittadinanza e affamare persone che vivono sotto la soglia di povertà. Il Governo Meloni è partito davvero nel peggiore dei modi", commenta su Facebook la deputata del M5S Vittoria Baldino.
Il dietrofront dei leghisti
A stretto giro di posta, nella serata di ieri, è arrivata quindi la "
correzione" da parte dei deputati della Lega: "La proposta di legge a mia prima firma, volta a
incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no" precisa Domenico Furgiuele. "Questo bonus da 20mila euro per chi si sposa in chiesa, sta generando
polemiche un po' sterili. Si può migliorare e siamo disponibili al confronto - ribatte invece Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Assemblea capitolina -. È una proposta per aiutare chi lavora nel settore del wedding e per chi, seppur desideroso di sposarsi, ha dovuto rinviare a causa della crisi. Porterà un beneficio non solo a livello sociale ma anche economico. Per me il matrimonio in chiesa ha un valore più forte, ma è pur sempre un matrimonio anche quello che si svolge nei comuni che rappresenta un'unione, un legame, una famiglia che si forma, quindi a mio avviso ci deve essere una rivisitazione che va in questa direzione. [...] Chi si vuole sposare e fare una famiglia deve essere aiutato che lo faccia con il rito religioso o non".