Ambiente, Wwf: "E' allarme plastica, superato il livello planetario"

L'associazione chiede al governo di andare oltre al solo riciclo degli imballaggi: "Serve far crescere l'economia circolare come valore condiviso"

di BARBARA BERTI -
5 giugno 2023
Il Wwf lancia l'allarme sull'inquinamento da plastica

Il Wwf lancia l'allarme sull'inquinamento da plastica

E' allarme plastica: superato il livello planetario. Nella Giornata Mondiale dell’ambiente, il 5 giugno, il Wwf lancia l’allarme sulla situazione in cui si trova l’Italia dal punto di vista dell’inquinamento da rifiuti plastici e chiede al governo un intervento serio e incisivo.
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Nella Giornata mondiale dell’ambiente, l'associazione pubblica il nuovo report “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”

Il nuovo report dell’associazione ambientalista, dal titolo “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”, parla chiaro: fino a un quinto dei rifiuti plastici invade ogni anno mare, acque dolci e terra. Il report afferma che “l’Italia è tra i peggiori Paesi inquinatori che si affacciano sul Mediterraneo, contribuendo all'inquinamento soprattutto in qualità di secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa”. Per l'associazione “non è più sostenibile attuare un piano di riciclo limitato agli imballaggi” e chiede al governo di estendere la raccolta differenziata “a tutti i prodotti plastici di largo consumo affinché si trasformino in nuovi oggetti, facendo crescere l'economia circolare come valore condiviso”. Infatti, l'organizzazione non governativa ricorda che “sono innumerevoli e significativi i danni causati da ogni fase del ciclo di vita di questo materiale, dalla produzione all'utilizzo fino allo smaltimento”.
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I dati dell'associazione ambientalista

Ambiente, i numeri del report dell'associazione

A fronte di una produzione in costante crescita, lo smaltimento dei rifiuti plastici è oggi ancora altamente inefficiente e inefficace, “con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale”. E, quindi, “il risultato è che fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti plastici entrano nell'ambiente marino e altrettanti nell'ambiente terrestre ogni anno, in gran parte plastica monouso”. Inoltre, secondo i dati dell'associazione, la produzione di questo materiale è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo.
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Secondo i dati del Wwf fino a un quinto dei rifiuti di plastica invade ogni anno mare, acque dolci e terra

“Una contaminazione globale, diffusa e persistente di ogni ambiente naturale (mari, fiumi, laghi, terra e aria)”, come afferma nel suo report il World Wide Fund for Nature, tanto che “l'inquinamento da materie plastiche in natura ha superato il limite planetario (Planetary boundary), oltre il quale non c'è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita”.

Quanta plastica buttiamo

Ma che fine fanno i prodotti in plastica che non possono essere riciclati perché non sono imballaggi, come previsto dalla normativa vigente?
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In Italia ogni anno vengono gettate 4mila tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti

Per fare un esempio, in Italia ogni anno vengono gettate 4mila tonnellate di questo materiale solo con il consumo degli spazzolini da denti. “Un quantitativo importante che oggi non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti” osserva l'organizzazione non governativa. Altri esempi: se potessimo riciclare una sedia da giardino potremmo ottenere fino a 2,8 kg di materia riciclata, come riciclare 93 flaconi dello shampoo; con il riciclo di una bacinella per i panni potremmo ottenere fino ad 1 kg di materia riciclata, come riciclare 500 tappi delle bottiglie dell'acqua. E, ancora: con un trasportino per gatti potremmo ottenere fino a 900 grammi di materia riciclata, l'equivalente di riciclare 30 vaschette per le albicocche.
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Con il riciclo di 500 tappi si può ottenere un chilo di materiale plastico

Economia circolare, la soluzione

“Per attuare un cambio di rotta, ormai indispensabile, la soluzione è l'economia circolare in cui le materie prime, di un oggetto non più funzionante restino in circolo, in un lungo e possibilmente infinito succedersi di produzione e riuso/riciclo, eliminando le fasi di estrazione di materie prime e smaltimento” suggerisce il World Wide Fund for Nature. L'efficienza nell'utilizzo delle risorse, promossa dall'economia circolare, deve diventare un fattore cruciale per orientare nuovi modelli di produzione e di consumo, e consentire una transizione verso stili di vita e dinamiche socioeconomiche più rispettose dell'ambiente” afferma Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del Wwf Italia.
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Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del Wwf Italia

“Per questo vogliamo muovere alle istituzioni richieste più ambiziose. Non c'è più tempo da perdere” aggiunge. Per il World Wide Fund for Nature, serve agire sui primi tre livelli della scala gerarchica dei rifiuti: la prevenzione, il riuso e il riciclo. “È necessario, infatti, ridurre la produzione e l'uso dei materiali plastici non necessari e dannosi e incentivare il riutilizzo e la riparazione dei prodotti plastici puntando sull'innovazione" dice l'associazione nel report "E' altrettanto importante estendere la raccolta differenziata a tutti i settori produttivi di largo consumo, oltre agli imballaggi, per incrementare le tipologie di oggetti che vanno al riciclo” conclude l’associazione ambientalista.