La Costituzione brasiliana tradotta per la prima volta in lingua indigena. Il ministro brasiliano per i popoli indigeni, Sonia Guajajara, il 19 luglio, ha presenziato al lancio della
Carta costituzionale del Brasile tradotta in una lingua indigena:
la prima edizione è in nheengatu, idioma più parlato nella regione amazzonica, ma altre traduzioni sono in arrivo.
La traduzione in
nheengatu è stata svelata a São Gabriel da Cachoeira, una città nel profondo dell'Amazzonia, durante una cerimonia alla presenza delle autorità brasiliane e dei leader indigeni. “Si pone una
pietra miliare nella storia costituzionale del nostro paese” ha affermato
Rosa Weber, capo della
Corte Suprema, che funge da custode della Costituzione. “Un momento storico” ha detto
Sonia Guajajara,
ministro brasiliano per i popoli indigeni sottolineando che ci saranno altre traduzioni in modo che “i popoli potranno accedere direttamente ai loro diritti tramite il loro idioma paterno”.
Il testo costituzionale in nheengatu
Nheengatu, l‘importanza della traduzione
Il progetto di riscrittura è considerato di grande valore storico e simbolico. Questo perché il movimento indigeno brasiliano svolse un ruolo attivo nel sancire il riconoscimento e la protezione della propria cultura durante la redazione della Carta costituzionale,
promulgata il 5 ottobre 1988. Fino a oggi, però, la versione ufficiale del testo esisteva solo in portoghese: in Brasile ci sono più di 305 gruppi etnici che parlano
274 lingue indigene, ma solo il portoghese è considerato idioma ufficiale.
Indios delle tribù dell'Amazzonia
Il lavoro di riscrittura è stato coordinato dal
Consiglio nazionale di giustizia brasiliano ed è stato svolto da un gruppo di
15 persone indigene bilingue delle regioni dell’Alto Río Negro e del Médio Tapajós. Il
nheengatu è l'unica versione moderna vivente del linguaggio dei Tupi (diffusa lungo la costa settentrionale del Paese nel Maranhão e nel Pará) e un idioma franco utilizzato per comunicare tra diversi gruppi in
Amazzonia. Ad oggi è parlata da circa
40.000 persone nella zona che circonda il Río Negro nella foresta amazzonica brasiliana ma anche della Colombia e del Venezuela.
Il nheengatu è parlato dalle popolazioni che vivono lungo il Río Negro
E’ considerato il linguaggio principale della
popolazione rurale della zona e viene usato per comunicare tra indios di diverse tribù e non-indios. Nel 2003, il
nheengatu è stato dichiarato come co-ufficiale assieme al portoghese nel comune brasiliano di São Gabriel da Cachoeira.
Costituzione, la traduzione non basta
Le autorità giudiziarie presenti al lancio della prima copia in altra lingua hanno accolto con favore tale iniziativa. Lo ritengono un passo importante per
preservare la diversità culturale e linguistica del Paese, nonché per sensibilizzare sui
diritti degli indigeni e garantire uno stato più equo. “È un segno di stima e rispetto per l'idioma e la cultura indigena”, ha affermato
Rosa Weber, capo della Corte Suprema. [caption id="attachment_93123" align="alignnone" width="1080"]
Dinamam Tuxá, coordinatore esecutivo del movimento “Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile” (Instagram)[/caption] “È un progresso della magistratura, un riconoscimento delle nostre caratteristiche... È un modo per garantire
l'accesso all'informazione e alla giustizia” ha dichiarato
Dinamam Tuxá, coordinatore esecutivo del movimento indigeno “
Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile”. E ha aggiunto: “Speriamo che un giorno tutti gli idiomi indigeni ottengano una traduzione”. Tuttavia alcuni rappresentanti e attivisti per i
diritti delle popolazioni indigene hanno ribadito che questa novità della Carta costituzionale non significherà nulla
senza l’applicazione dei principi in essa enunciati.
I diritti dei popoli indigeni dell'Amazzonia
I diritti dei popoli indigeni sono continuamente sotto attacco, nonostante le protezioni costituzionali. La situazione si era particolarmente aggravata sotto l’ex presidente
Jair Bolsonaro. Ora la nuova amministrazione di
Luiz Inácio Lula da Silva sta facendo dei passi in avanti, come la creazione del ministero per le Popolazioni indigene, ma è frenata dall’opposizione conservatrice del Congresso, che ha la maggioranza alla Camera. “Che la Carta costituzionale non sia solo scritta, ma messa in pratica”, ha auspicato
Joênia Wapichana, la prima nativa brasiliana a dirigere l'agenzia per gli affari indigeni Funai.