Alcune di loro si portano la passione nel cuore fin da piccole, altre inizialmente volevano emulare il fratello maggiore, tutte hanno dovuto scontrarsi con i pregiudizi e gli ostacoli ostentati dietro quella frase che tante volte si sono sentite ripetere dai compagni di classe o dagli amici: “Tu non puoi giocare con noi a calcio perché sei una femmina”. Ma questo, invece che impermalirle o farle desistere, ha motivato ancor più la loro determinazione.
Sono le storie delle giovani calciatrici protagoniste del cortometraggio “Sopra la barriera. Storie di calcio femminile", ideato dall'Area responsabilità sociale della Figc Lega Nazionale Dilettanti guidata da Luca De Simoni, e realizzato dall'agenzia narrativa Bonfire. Tante voci, tanti volti. Una giocatrice arriva in Italia per giocare dalla Repubblica Ceca, un’altra ha bellissimi capelli lunghi che arrivano quasi alla vita (perché giocare a calcio non significa perdere la propria femminilità o essere dei ‘maschiacci’ che se ne dica). Ma dietro gli occhi di tutte quante brilla una scintilla che le ha portate a fare grandi sacrifici – indubbiamente più grandi dei colleghi maschi – pur di realizzare il grande sogno di giocare a calcio. Ecco allora che il corto racconta, attraverso la loro testimonianza, storie di cuore e coraggio, di sfide, di sogni, di sfide, di ostacoli e di traguardi.
Presentato negli spazi dell’Università di Verona, nel corso di un’iniziativa condotta dalla giornalista Gaia Simonetti, il breve filmato ha dato vita ad una tavola rotonda cui hanno partecipato calciatrici, istituzioni e dirigenti. Al centro del dibattito i temi della discriminazione di genere, dell'inclusione, degli stereotipi, ossia di tutti quegli ostacoli superati brillantemente dalla passione sconfinata di ciascuna delle calciatrici. In mostra anche un " viaggio" fotografico sulle storie di calcio femminile, curato da Mattia Crocetti, che immortala e incornicia la forza interiore di queste ragazze.
“Sono stata molto felice dell’iniziativa - ha commentato Agata Centasso, calciatrice del Venezia –e sono onorata di aver partecipato come testimone del cambiamento e della crescita del movimento del calcio femminile. Quando mi invitano a partecipare a eventi del genere, rispondo sempre con entusiasmo perché, nel mio piccolo, ho la possibilità di contribuire al processo di sviluppo del nostro settore, spiegando e raccontando la nostra realtà. Il progetto della LND, che mi vede tra le protagoniste del cortometraggio insieme ad altre calciatrici, è molto interessante perché mette in evidenza chiaramente come la situazione del calcio femminile sia cambiata, si sia evoluta, anche solo rispetto a quando ho iniziato a giocare io. I passi avanti sono stati notevoli, ma è grazie ad occasioni come questa che sento il dovere di ricordare quanto ci sia ancora da fare. La strada, sebbene sia quella giusta, è ancora lunga".
“Un’iniziativa che senz’altro accende ulteriormente i fari su temi che ci impegniamo a contrastare, come i pregiudizi sulle donne sportive e il gender gap – sono state le parole di Marta Mason, ex calciatrice, con un passato in Champions League e in azzurro –. È stato un onore per me farne parte e spero si possa continuare ancora con altre iniziative di questo tipo. Nelle scuole elementari e medie, per esempio, che sono alla base della nostra crescita come persone”. L'evento è stato realizzato con il supporto del Dipartimento Scienze Motorie dell’Università di Verona e la collaborazione del Comitato regionale LND Veneto.