Congedo mestruale a scuola: introdotto anche al Sulpicio Veroli di Frosinone

La dismenorrea, forte dolore dovuto al ciclo mestruale, colpisce circa 3 milioni di donne, molte quelle sotto i 20 anni

di DOMENICO GUARINO
3 dicembre 2023
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In origine fu il liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna, che è  stata la prima scuola italiana a riconoscere il congedo mestruale per le studentesse letteralmente afflitte da dolori insopportabili durante il ciclo. Ora è la volta dell'Istituto superiore Sulpicio Veroli, in provincia di Frosinone, che ha deciso di consentire alle ragazze con dismenorrea (la condizione patologica, caratterizzata da un forte dolore uterino che sorge durante il periodo delle mestruazioni) di avere due giorni di permesso al mese che non verranno conteggiati come assenza, dietro certificazione medica. Nel mezzo il caso del Pilo Albertelli di Roma, che ha optato per la stessa condotta.

Il congedo mestruale per le studentesse

La proposta era stata avanzata dalle rappresentanze studentesche, dunque condivisa dal Collegio docenti e approvata dal Consiglio d’Istituto a larga maggioranza: dieci voti a favore e appena tre contrari. Si tratta di un fatto solo apparentemente marginale: se infatti il dolore mestruale è comune a circa l’80% delle donne, per alcune - secondo le stime più accreditate non meno di 3 milioni in Italia - diventa persino invalidante nella vita quotidiana.
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La dismenorrea può essere invalidante

La legge prevede che gli studenti debbano frequentare almeno i tre quarti dell’orario annuale per potere essere ammessi agli scrutini: quindi un quarto dell’orario annuale è la quota massima di assenze possibili per la validità dell’anno scolastico. Per cui ogni assenza conta.

Dismenorrea: chi sono le più colpite

Per altro, per quanto diffusa tra tutte le donne, la dismenorrea colpisce particolarmente le ragazze sotto i 20 anni, quelle che hanno avuto il primo ciclo prima degli 11, le donne con cicli abbondanti o che hanno un flusso irregolare; ancora quelle che non hanno mai avuto figli o le cui madri soffrono o hanno sofferto di questa patologia e le fumatrici. E non si tratta di uno scherzo: chi ne soffre infatti accusa solitamente dolore crampiforme e colico che colpisce la parte bassa dell’addome; ma la sintomatologia può estendersi alla parte bassa della schiena e agli arti inferiori. Non di rado compaiono anche nausea, vomito, vertigini, sudorazione intensa ed episodi diarroici. Le scuole si stanno muovendo in maniera spontanea, approfittando degli strumenti che l’autonomia concede loro, ovvero la  facoltà di individuare delle deroghe, per assenze motivate e documentate: la decisione del Sulpicio Veroli, come quella degli altri istituti che l’hanno adottata, si inserisce in questa casistica.
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Alla scuola superiore Marco polo di Firenze installati i distributori gratuiti di assorbenti e preservativi in cui si leggono slogan come "Il ciclo non è un lusso"

La proposta di legge

E del resto in Italia, benché se ne parli da tempo, non esiste ancora una legge sul congedo mestruale, nonostante  alcuni progetti normativi giacciano  da mesi in Parlamento in attesa di approvazione. A febbraio è stata presentata una proposta legislativa per ottenere due giorni per le studentesse e le lavoratrici che hanno un ciclo particolarmente doloroso. Si tratta di un disegno di legge al cui primo articolo si concede alle alunne che soffrono di dolori mestruali così forti “da non consentire di frequentare le lezioni in presenza” il diritto di “assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese”.
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Il ciclo mestruale e annesse patologie al centro di una proposta di legge della Regione Lazio (Instagram)

Allo scopo, si dovrà “presentare un certificato medico all’inizio dell’anno scolastico” e in più per ogni assenza servirebbe comunque la giustificazione dei genitori, nel caso di minorenni, o della studentessa stessa. In pratica, si tratta della linea di condotta applicata al Neri-Severini, dove il Consiglio d’istituto ha accolto la proposta di modifica al Regolamento scolastico, decidendo di “riconoscere sino a due giorni al mese come deroghe al vincolo di frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale”.

Il congedo in azienda e negli istituti scolastici italiani

Oltre alle scuole si stanno per fortuna muovendo anche le aziende, sulle orme di quanto accade già in  Francia, Spagna, Regno Unito, che hanno già riconosciuto  le esigenze delle lavoratrici. La Ormesani, azienda di spedizioni di Quarto D’Altino (Venezia) riconosce  ad esempio un giorno al mese di assenza retribuita per le proprie dipendenti. A “sdoganare il tabù sul dolore da ciclo” nell’azienda esperta in logistica, spedizioni e operazioni doganali (conta un centinaio di dipendenti dall’età media di 37 anni –di cui 59 donne– e quattro sedi tra cui Civitavecchia, Roma e Milano) sono stati gli amministratori delegati Martino e Andrea Ormesani, 44 e 48 anni, che oltre a proporre il congedo, hanno messo a disposizione delle dipendenti le tampon box nei bagni aziendali. Sulla stessa linea di tendenza la Masoni Industria Conciaria Spa di Pontedera che riconosce cinque giorni di congedo retribuito per le dipendenti che si assentano a causa della dismenorrea. In somma, percorso avviato. In attesa di una legge nazionale la conferma che spesso il Paese Reale è più avanti del Legislatore.