“Festeggiatemi come vi pare”: l’omaggio a Michela Murgia

Nel giorno del suo 52esimo compleanno, al Teatro Carcano di Milano rivive il coraggio della scrittrice femminista

di SERENA VOTANO -
4 giugno 2024
L'evento al Teatro Cardano di Milano per il compleanno di Michela Murgia

L'evento al Teatro Cardano di Milano per il compleanno di Michela Murgia

Michela Murgia ieri, 3 giugno, ha (o avrebbe) compiuto 52 anni. Dovremmo parlarne al presente? Al passato? “Parlatene come vi pare” probabilmente risponderebbe. “Sebbene sia una donna di una certa età Michela rimane una casinara, una bombarola, e il giorno del suo compleanno bisogna festeggiare”. Con queste parole Alessandro Giammei, figlio d'anima di Michela Murgia e professore di Italianistica e Letteratura, dà il via al recital organizzato al Teatro Carcano di Milano, “Festeggiatemi come vi pare”.

Franca, visionaria, antifascista, scomoda. Michela Murgia riemerge attraverso i ricordi di Lella Costa, Teresa Ciabatti, Marcello Fois, Alessandro Giammei, Alessio Vannetti e Fabio Calabrò. Oltre loro, sono stati proiettati una serie di video inediti, di Michela e con Michela.

Famiglia queer, sesso, linguaggio, malattia, iconicità, femminismo… sono solo alcuni dei temi che, come fili nel labirinto di Minosse, hanno orientato l’incontro dedicato alla scrittrice sarda. Punto di partenza: “Ricordatemi come vi pare”, il romanzo autobiografico – da cui prende spunto l’evento – nato dalle conversazioni a perdifiato con Beppe Cottafavi, testimonianza dell’eredità che ci lascia.

Il ricordo di chi l’ha conosciuta 

Michela Murgia
Michela Murgia

“Cosa direi io se avessi il coraggio di Michela Murgia?” è la domanda che mette in moto l’evento. Non ci sono scuse, quando Murgia invita a parlare, l’unica cosa che lettori e lettrici possono fare è farsi sentire: solo così può cambiare la realtà. Riemerge il suo carattere da dura, la sua ironia, il suo modo di essere intramontabile e indifesa al tempo stesso. “C’è una poesia di Danilo Dolci che finisce con una frase che per Michela diventerà una guida per tutta la sua vita: ‘Ciascuno cresce soltanto se sognato’” racconta la scrittrice Teresa Ciabatti. “Lei ha usato questa frase per andare nel mondo e poi l’ha buttata per crescere i suoi figli.”

“La morte di Michela ha fatto male a tutti noi. Moltissimo. Per un motivo molto egoistico, abbiamo ancora bisogno di lei” ammette l’attrice comica Lella Costa, con la voce rotta dalla commozione. “Non so cosa fate voi con il numero di cellulare delle persone che ci sono più, io non riesco a cancellare il numero di Michela. Mi sono resa conto che non ci riesco perché penso che magari un domani quel numero lì andrà a qualcun altro, e magari questa persona per puro caso farà il mio numero. Per una frazione di secondo penserò che sarà Michela a chiamarmi”.  

E riguardo alla paura della morte: “Le dicevo: ‘Verrà il giorno in cui mi dirai che hai una paura matta’. Non l’ha mai fatto, io l’ho vista fino all’ultimo istante. Questo vuol dire non morire” racconta l’autore Marcello Fois e conferma il Fabio Calabrò, direttore dell’Oncologia Medica 1 dell’IRCCS Regina Elena, il medico che l’ha seguita fino agli ultimi giorni di vita di Michela, leggendo alcuni dei messaggi che si sono scambiati: “‘Sono felice in un momento non facile, pensavo oggi che questa situazione mi dota di una libertà senza prezzo. Non che abbia mai lavorato in sordina su certe questioni, ma mi preoccupavo delle conseguenze. Mi chiedevo se fosse proprio necessario avere un insulto in più, un nemico in più, un attrito ulteriore. Adesso non me ne frega assolutamente più niente’”.

Una chat in cui l’indifesa spavalderia di Michela attraverso un linguaggio che padroneggiava in ogni sua dimensione e che dimostrava la sua volontà politica di cambiare la storia in cui viviamo: dalla scrittura al podcast “Morgana”, passando per il teatro e il canto.

Michela era un’icona e aveva una voglia di comunicare. Le piaceva dare nomi alle cose che quasi non esistevano, ma è stato un fallimento non riuscire a definire che, cosa era, nel senso che qualsiasi parola per definire Michela è riduttiva” conclude Alessio Vannetti, Chief Brand Officer di Valentino.

Per questo motivo “Ricordatemi come vi pare. In memoria di me” è solo una piccola parte della sua eredità, il ritratto di una donna che, fino all’ultimo, ha cercato di cambiare il mondo e questo non è altro che un testamento prezioso, una guida per trovare il coraggio di essere se stessi.